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«Niente Strega». Il gran rifiuto di Feltrinelli<br />
Il direttore editoriale del gruppo, Gianluca Foglia: «Basta monopoli,<br />
la Fondazione deve cambiare. Acquistare Bompiani?<br />
Marchio prestigioso. A Natale il nuovo Saviano, un romanzo»<br />
Raffaella De Santis, «la Repubblica», 17 marzo 2016<br />
Il premio Strega festeggia quest’anno il suo settantesimo<br />
compleanno ma dovrà farlo senza un libro Feltrinelli<br />
in gara. Non perché la casa editrice non avrebbe<br />
avuto romanzi da portare – la Gamberale o Serra,<br />
ad esempio – ma perché le delusioni pesano e perché<br />
dopo anni di dominio Mondadori e Rizzoli (14 vittorie<br />
in 16 anni) forse passa la voglia di partecipare.<br />
Gianluca Foglia, direttore editoriale del gruppo Feltrinelli,<br />
lo dice sorridendo com’è nel suo stile ma è determinato<br />
a mantenere il punto: «Lo Strega ha bisogno<br />
di un profondo processo di rinnovamento. Chiedo alla<br />
Fondazione Bellonci e a Stefano Petrocchi di sedersi a<br />
un tavolo e discuterne. Noi quest’anno non ci saremo<br />
e per i prossimi anni si vedrà». Foglia non è uomo dai<br />
toni forti, arriva nella sede storica della casa editrice in<br />
via Andegari un po’ affannato, come se avesse già addosso<br />
il carico di quello che sta per dire. Ma poi quando<br />
inizia a parlare si mette seduto composto, incrocia<br />
le braccia e con aria mite lancia la bomba. Conosce il<br />
mondo dell’editoria, dove è approdato dopo una laurea<br />
in storia della filosofia a 27 anni. Oggi ne ha 47, è<br />
stato editor alla Carocci, alla Laterza, nel 2007 è entrato<br />
in Feltrinelli come responsabile della saggistica.<br />
Smussa gli angoli, non parla di «protesta» ma di un<br />
«invito al dialogo» però la sostanza è inequivocabile ed<br />
è un no netto al più noto e discusso premio letterario<br />
italiano da parte di una delle più importanti realtà editoriali<br />
del paese. Nei corridoi della casa editrice c’è una<br />
foto di Giangiacomo Feltrinelli a Villa Giulia, dove<br />
era andato di persona a ritirare il premio dato postumo<br />
a Tomasi di Lampedusa per Il Gattopardo. Era il 1959,<br />
era ancora un’Italia in bianco e nero.<br />
Per quanto lei tenti di addolcirlo è uno scontro.<br />
Diciamo che gli eventi urgono. Lo Strega è, e resta, il<br />
più prestigioso premio nazionale, ambìto da autori e<br />
editori perché trasforma un riconoscimento letterario<br />
in un risultato di visibilità e vendite. Ma deve rinnovarsi.<br />
Le iniziative degli ultimi anni, l’introduzione<br />
dei voti delle scuole, il ripescaggio di un piccolo editore<br />
nella semifinale, non sono sufficienti. Non è possibile<br />
che a concorrere siano sempre gli stessi soggetti<br />
editoriali. Dunque per quanto ci riguarda passiamo<br />
la mano. La nascita del colosso Mondadori-Rizzoli<br />
rende ancora più urgente il cambiamento.<br />
Umberto Eco aveva detto che il premio rischia di morire<br />
per mancanza di competizione. La stessa Inge Feltrinelli<br />
aveva criticato i meccanismi di selezione. Cosa c’è<br />
che non va?<br />
I grandi gruppi editoriali hanno una capacità di<br />
coinvolgimento e relazione con i giurati e questo li<br />
favorisce. Tra i giurati ci sono autori e compagni di<br />
strada degli editori. Finché rimane così è difficile<br />
prenderne parte.<br />
Sta dicendo che da adesso in poi farete come Adelphi,<br />
non parteciperete alla gara?<br />
Il nostro obiettivo principale è tutelare gli autori e i<br />
loro libri. Negli ultimi anni abbiamo portato Paolo<br />
Sorrentino, Vinicio Capossela, Giuseppe Catozzella,<br />
Paolo Di Paolo.<br />
Catozzella ha però vinto lo Strega Giovani e ha venduto<br />
moltissimo…