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Graffiti<br />
Ti dirò<br />
Come ci presenteremo al futuro? Cosa diremo all’ipotetico interlocutore fisico o virtuale che ci chiederà di esprimerci<br />
con un’idea e non con nome, cognome e riti burocratici? Nel contesto che verrà privilegeremo l’aspetto esistenziale o<br />
quello spirituale, l’atteggiamento naturalistico o quello storico? Ritorneremo al caos primordiale di Democrito e Anassagora<br />
o preferiremo il mondo pitagorico governato dall’ordine numerico? E che valore daremo alla maternità ed alla libertà?<br />
Dialogheremo con i segni grafici o con quelli del computer? Soprattutto, comunicheremo con sentimento o in<br />
maniera asettica?… Lasceremo una traccia?<br />
Probabilmente, la scommessa sul futuro consisterà anche nell’humus comunicativo con cui saremo capaci di mantenere<br />
i rapporti col nostro prossimo, uno scarto qualitativo che ci fornirà qualità e dimensione del vivere. La forma visiva,<br />
prima ancora della scrittura, accompagna l’uomo nella sua peregrinazione comunicativa. Fin dall’era preistorica, segni,<br />
linee, colori, texture, forme elementari si mescolano con sguardi, gesti, comportamenti sociali e danze tribali, identificando<br />
una precisa volontà nel voler dominare animali ed eventi naturali attraverso la loro rappresentazione. Le immagini<br />
che ne vengono fuori sono particolarmente significative e dimostrano come linguaggi pittorico-scultorei e visivi in<br />
generale, ma soprattutto sentimenti e sensazioni del vivere, entrano in simbiosi con la magia e la spiritualità, consegnando<br />
all’umanità un unicum espressivo non sempre facile da identificare, spiegare e separare nelle singole componenti<br />
mentali e strutturali. Gli oggetti materiali, nel tempo e nello spazio, acquistano significati simbolici ponendosi su di<br />
un piano sensoriale indefinito e indeterminato. L’uomo, per primo, ha comunicato con la parola registrando pensieri ed<br />
emozioni, muovendo il grande passo verso la fondazione di società complesse; con la scrittura, ha tramandato ai posteri<br />
pensieri e conoscenze acquisite dalle singole generazioni, salvando dall’oblio il patrimonio culturale ed emozionale<br />
delle grandi civiltà del passato, dimostrando che, oltre al meccanismo dell’eredità genetica, condiviso da tutti gli esseri<br />
viventi, possiede anche quello dell’eredità culturale che lo configura dominante sulla terra. Le ulteriori tappe della<br />
comunicazione - la stampa, il telegrafo ed il telefono, la radio e la televisione, fino ai contemporanei computer (e naturalmente<br />
ad internet) - testimoniano uno sviluppo esponenziale nel campo della comunicazione, della diffusione culturale,<br />
dello scambio d’idee ed informazioni. Oggi, il rischio a cui andiamo incontro è quello di un prevedibile livellamento<br />
e snaturamento delle manifestazioni spontanee nelle varie etnie, uno svilimento della configurazione popolare che potrebbe<br />
portarci al conseguente accentramento dei mezzi di comunicazione di massa: la posta in gioco è altissima ma la<br />
prospettiva di uno scambio cosmico di pensieri tra i popoli ci affascina, facendoci sognare una dimensione spaziotemporale<br />
senza precedenti! L’uomo, operando con ingegno e creatività, consegna alla storia il documento del suo<br />
cammino perenne, assegnando all’arte il compito di salvare le identità culturali nell’ambito di una forma comunicativa<br />
universale.<br />
Pablo Picasso (un esempio per tutti), agli inizi del ‘900, ha dato prova del suo talento artistico attraverso una ricerca<br />
espressiva a trecentosessanta gradi: dalla sua terra natia ha prodotto immagini psichiche senza tempo, ha intrecciato<br />
luoghi, storia e arte smantellando il parziale sistema di rappresentazione prospettica ed introducendo la totale visione<br />
strutturale cubista, ha eliminato la frontiera tra bellezza classica ed africana, il prima e il dopo, l’essere e il non essere,<br />
il vero e il falso, ha consegnato ai posteri una carica emotiva ed esplorativa senza precedenti. L’uomo, oggi, consapevole<br />
dell’eredità storica che trasmetterà al futuro, lascerà una traccia indelebile del suo cammino, che scolpirà nella<br />
memoria. Le opere visive che produrrà, dalla preistoria all’epoca contemporanea, costituiranno un patrimonio d’informazioni<br />
e di sentimenti unico, non sostituibile da altra forma linguistica, configurandosi - in un parto espressivo inspiegabile<br />
- nel grande mistero della vita. Siamo consapevoli dell’enorme potere che la comunicazione ha sulla nostra esistenza<br />
e di quanto, quella virtuale ci possa far sentire isolati nel reale, comunicando senza comunicare anche a fini<br />
utilitaristici. In un’accezione prettamente esistenziale e filosofica possiamo affermare che la comunicazione s’identifica<br />
con il divenire e la vita, così come, la sua mancanza, genera la stasi e la morte. La comunicazione, come arché di tutte<br />
le cose, pone la condizione necessaria e sufficiente per vivere e soddisfare l’esigenza interiore, lasciando un messaggio<br />
oltre la stessa esistenza. Ti dirò, in tal senso, esplora il nostro io dichiarando esplicitamente la propria esigenza di<br />
comunicare, intendendo fortemente spronare al dialogo, proponendo una costruttività del messaggio, ponendo dubbi e<br />
certezze esistenziali. L’uomo, attraverso le varie forme comunicative ci consegna un patrimonio generazionale di enorme<br />
significato - dalla musica allo sport, dalla storia alla letteratura, dalla scienza alla fisica, dalla tecnologia all’arte e a<br />
tutto ciò che gli gira intorno - indagando l’universo e i suoi affascinanti meccanismi, in un dialogo infinito…