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FABRIZIO COSTANZO WORK IN PROGRESS 1

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Ancora Blu…<br />

Questa mostra non può (e non deve) dare una risposta alla problematica sul mare, però può aiutarci a riflettere – tra<br />

ironia e cruda realtà - su come oggi buttiamo al vento una risorsa naturale bella dentro e fuori, vitale per la nostra dimensione<br />

psico-fisica. Blu? ci ricorda che il mare è uno, ma che mille sono i modi per poterlo aiutare se davvero lo vogliamo.<br />

L’evento di oggi – tra mito, leggenda, cronaca, natura…e scherzi concettuali – s’insinua nel quotidiano parlando del mare<br />

e della vita, nel tentativo, mai sopito, di scuotere le coscienze. Lo spunto è dato dall’Art-acquario dadaista realizzato da<br />

Roberto Cavallaro che, con incisività e vena ironica - ma anche con aperta denuncia - propone un mare…di oggetti riciclati.<br />

Il progetto Blu? Il mare come non l’avete mai visto - intende interpretare il mare nelle tante sfaccettature, con linguaggi,<br />

materiali e procedimenti differenziati, proponendo pitture, installazioni e oggetti vari. A distanza di appena un<br />

anno dall’altro importante evento (il Graffiti Day), l’Addaura Art propone un rinnovato impegno per l’ambiente ed il territorio<br />

palermitano in particolare, proseguendo con coerenza il percorso culturale già intrapreso e che ne contraddistingue il<br />

cammino da 11 anni. Una strada aperta alla ricerca ed alla sperimentazione che sviscera, anche in questa occasione,<br />

un’energia estetico-espressiva ben mirata.<br />

Antonella Affronti ha navigato nel mare degli eventi, seguendone flussi e riflussi; scandendo il tempo e lo spazio attraverso<br />

una ricerca informale, più gestuale che descrittiva, più energica che riflessiva.<br />

Salvatore Caputo si è affidato al mito, immergendo i suoi pensieri nella notte, nel momento magico in cui tutti gli elementi<br />

trovano pace, si placano, e il riflesso lunare, delicatamente, accarezza ogni cosa.<br />

Roberto Cavallaro ha inventato un gioco-giocattolo di matrice dadaista, rivisitando la fauna e la vegetazione marina, ironizzando<br />

su materiali impossibili da riciclare ma che dentro l’acquario acquistano nuovo significato.<br />

Paolo Chirco ha utilizzato i materiali della terra, del mare e artefatti. Attraverso procedimenti psico-manipolativi ha simbiotizzato<br />

le memorie del mare.<br />

Fabrizio Costanzo e Francesco Pintaudi, nel loro dittico a quattro mani, hanno descritto una metamorfosi acquatica, cliccando<br />

sugli ecosistemi la cui alterazione, non sempre visibile ad occhio nudo, spesso è già in atto ed ha provocato danni<br />

irreversibili.<br />

Filli Cusenza ha ri-guardato la vita con la leggerezza delle fiabe, dove bimbi piccoli hanno “nuotato” il mare e “volato” il<br />

cielo, confondendone i blu; i loro grandi occhi hanno scrutato l’orizzonte in cerca del grande amico.<br />

Pina D’Agostino ci ha parlato di una pagina triste del mare, che accoglie nel suo ventre-vita…la vita e la morte di chi tenta<br />

un viaggio improbabile dove l’unica possibilità di riuscita è sempre superiore alla disperazione certa di chi vive nella<br />

propria terra.<br />

Toni D’Antoni ha attraversato terre e civiltà lungo un percorso d’acqua che racchiude - in uno scrigno prezioso - ciò che<br />

l’uomo ha prodotto nel corso dei millenni. Lo ha cristallizzato consegnandolo ai posteri, a futura memoria, in tutto il suo<br />

splendore.<br />

Angelo Denaro, attraverso la triste storia di un sub ci ha fatto scoprire un mondo incontaminato, un ecosistema curato e<br />

perfettamente autosufficiente in cui gli equilibri sono legge. Quel filo di luce è ancora oggi un unico concetto emozionale<br />

che lega il suo lungo racconto di bellezza.<br />

Pietro Emanuele è entrato in un vortice pittorico, e dentro questo ha inserito elementi diversificati, metallici, presentandoci<br />

un mare dinamico, fluttuante, colmo di sorprese, mai domo.

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