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FABRIZIO COSTANZO WORK IN PROGRESS 1

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Presentato al CEPU, da Fabrizio Costanzo, Pietro Mazzamuto e Nicola Romano il volume di<br />

Giuseppe Mendola Incontri con gli artisti<br />

Nell’accogliente aula magna del CEPU, venerdì 20 maggio 2005, ha avuto luogo la presentazione del volume di Giuseppe<br />

Mendola Incontri con gli artisti, a cura di Fabrizio Costanzo, Pietro Mazzamuto e Nicola Romano.<br />

La manifestazione, organizzata dall’Associazione Impiegati in Quiescenza della Regione Siciliana, di concerto con<br />

CEPU, ha ottenuto un lusinghiero successo, sia per le numerose personalità dell’arte e della cultura che vi sono intervenute,<br />

sia per le connotazioni di valore contenute nel libro e che sono state sottolineate dagli oratori. Peraltro, in sala,<br />

erano presenti numerosi artisti tra quelli descritti da Giuseppe Mendola nel suo volume: abbiamo notato, oltre Fabrizio<br />

Costanzo, Antonella Affronti, Antonella Anzalone, Grazia Contarini, Claudia Nazari, Enza Maria Orestano, Maria Giovanna<br />

Peri, Giorgio Ravazzolo, Fulvia Reyes, Anna Santoro, Vincenzo Vinciguerra, Angela Zuccarello e Maria Marino<br />

Becchina (vedova Gianbecchina).<br />

Fabrizio Costanzo, dopo essere stato citato da Nicola Romano per il titolo davvero appropriato espresso sull’autore,<br />

(Giuseppe Mendola tra umanità e professionalità) e per il commento in generale, ha preso la parola soffermandosi, in<br />

un primo momento, sul contesto del libro nato nell’ambito della galleria Il Cenacolo di Palermo e della rivista Sikania.<br />

Successivamente, Costanzo ha richiamato i trascorsi di Mendola risalendo agli anni ’70, al colloquio con l’Editore Flaccovio<br />

ed al passaggio, dalla carriera amministrativo-ispettiva della Regione all’attività critica nel campo delle arti visive.<br />

In entrambi gli ambiti, ha denotato l’assoluto bisogno di comunicare, esigenza tradotta in pratica, ancor oggi, utilizzando<br />

la sua vecchia Olivetti per scrivere e la gomma per cancellare. Sempre alla ricerca di una tela da analizzare, il critico<br />

deve considerare l’opera nella sua accezione di linfa vitale e luogo degli eventi, per poterne raccogliere gli impulsi e<br />

tradurli in scrittura.<br />

Felice Giacone / Notiziario A.I.Q.Re.S. – Palermo, apr./mag. 2005

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