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FABRIZIO COSTANZO WORK IN PROGRESS 1

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Giuseppe Fell ha fotografato la realtà attraverso semplici e significativi segnali-monito di un passato certo e di un futuro<br />

(forse) negato. Le orme dell’uomo marcano ancora il territorio e ci inducono alla speranza…ma non hanno più una connotazione<br />

ben precisa.<br />

Sergio Figuccia ci ha regalato “Yakamoz” - Il riflesso della luna sull’acqua - ricordandoci che questa, è la più bella parola<br />

del mondo ma che è anche sinonimo di bellezza e mistericità ricollegabile alle notti di luna piena, in cui lo scintillio è capace<br />

di irretire i turchi nei loro momenti di rilassamento sul Bosforo.<br />

Manlio Giannici ci ha condotto nel suo mare tranquillo, naturale e archeologico dove bolle magiche e leggere levitano<br />

sospese dentro il fluido acquatico. Qui gli elementi rispondono ad una legge universale definendosi nella loro forma perfetta,<br />

collocandosi con misura nello spazio.<br />

Leonardo La Barbera, vive il mare ed il cielo dividendo la sua anima tra esaltazione del gesto timbrico - pennellate apparentemente<br />

istintive e flussi guizzanti curvilinei che riversa sui supporti bidimensionali - e ragionevolezza cosmica, che<br />

ipotizza e verifica nei suoi vetri, giocando sapientemente con le trasparenze e i colori.<br />

Mario Lo Coco ha prodotto una strabiliante onda, sfuggente e arrabbiata, in 14 pezzi, altrettante tessere di un mosaico<br />

significante. Due le particolarità evidenti: le tonalità cangianti verde acqua e azzurro-blu che la rendono sempre diversa<br />

nel suo aspetto e la poliedricità della sua collocazione spaziale.<br />

Pino Manzella ha squarciato il mare con un segno, ritrovando il blu nel mare ocra. Ma quel mare è scritto e descritto<br />

dall’uomo, vissuto e temuto, rispettato e offeso. Adesso chiede pace e un giusto nutrimento.<br />

Fabio Mattaliano ha innalzato “l’alga anomala” attraverso un gioco di bottiglie, un’inaspettata installazione ludica che<br />

propone con ironia la plastica come nuovo ideale di bellezza…nutrimento di pesci fantasma.<br />

Richard Mott ha increspato il mare con una tela blu, luogo di eventi. La sua è una tessera-simbolo, profonda e piena, su<br />

cui i fatti di cronaca, i concetti e i processi mentali sono rimasti intrappolati per essere poi accuratamente analizzati e<br />

metabolizzati.<br />

Gabriella Patti ha liquidato le forme del flusso materico. I timbri cerulei sono lievi e delicati, spontanei e mai definiti. Fluttuano<br />

nell’etere in cerca di un appagamento, consapevoli del loro magico ruolo.<br />

Maria Giovanna Peri non si è immersa nel mare e non lo ha esplorato…ha preferito osservarlo in simbiosi con il cielo, il<br />

sole e la gente. Il suo è un clic fenomenico, forse glaciale e cristallizzante ma fortemente comunicativo, al cui interno<br />

l’essere umano vive il vortice della quotidianità.<br />

Antonino Perricone ha inventato la “Donna-mare” da amare e ascoltare, che incanta e seduce attraverso le movenze del<br />

suo corpo armonico ed equilibrato, ma che ammonisce chi ne altera l’equilibrio psico-fisico. Nella perfetta simbiosi donna<br />

-natura ricorda a tutti il suo essere ambivalente, nel contempo semplice e complessa.<br />

Giusto Sucato ha costruito un bestiario acquatico arcimboldiano attraverso materiali di risulta. Ricicla chiodi, latte, legni,<br />

stoffe, tutti gli elementi del quotidiano, riconnotando con ingegno l’identità delle cose.<br />

Giacomo Vizzini si è immerso nel mare individuando la preda, sottolineando che il fondale marino non è l’Eden perduto e<br />

non persegue solo l’ideale di bellezza, ma può diventare un territorio aspro e duro, di conquista, dove il più debole soccombe.<br />

Fabrizio Costanzo / Blu? Il mare come non lo avete mai visto – Addaura Hotel – Palermo, luglio 2010 - Presentazione mostra

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