Logos et fabula Il mito con le sue leggende. La storia con le sue architetture, i suoi eventi e i suoi uomini. La strabiliante posizione geografica. Poi la natura con i suoi profumi e le sue asprezze, il mare, il cielo, i vulcani, la luce. Una terra d’incanto e di incantesimi, di bellezze abbaglianti e di eventi… che attrae. Una terra antica, significante, che ha trovato la propria dimensione e connotazione nel mito ancor prima che la propria storia fosse stata scritta. La fabula descrive tre ninfe impegnate in un meraviglioso viaggio alla ricerca di doni da trovare in ogni angolo del mondo, doni che la terra offre e che loro raccolgono. In questa ricerca d’identità e di curiosità, sulla via di ritorno, s’imbattono in uno specchio d’acqua d’indicibile bellezza. La magia di quel momento le incanta facendo sì che esse si dispongano sull’acqua in tre direzioni, lasciando cadere pugnetti di terra…dando vita ai luoghi sacri della Sicilia; tre ninfe, tre gambe a raggiera e tre direzioni racchiudono così, in un triangolo, un’isola favolosa chiamata Triquetra (Trinacria), tanto bella da essere custodita, tutelata, difesa e protetta dalla testa della Medusa che in ogni modo cercherà di dissuadere i nemici e gli invasori dal portarle guerra e distruzione. La fabula è solo la prima di tante che, procedendo all’interno del mito, decanta gli elementi, entrando in simbiosi con l’acqua, la terra e il fuoco… dal ratto di Proserpina (sulle rive del lago di Pergusa), alle lotte tra il sommo Zeus e i Giganti (primi abitatori dell’Isola); dall’attività di Hefesto (il Dio fabbro che ha la sua fucina posta sotto il vulcano Etna e che forgia fulmini per Zeus e corone per gli Dei), alla fonte Aretusa, vicino Siracusa, dove la ninfa si rifugia ad Ortigia per sfuggire ad Alfeo (venendo trasformata in sorgente da Afrodite). Poi ancora Cariddi, Galatea, Camarina e tanti altri luoghi sacri che raccontano il mito. Nella Sicilia dai tanti volti, gli oggetti d’uso quotidiano danno dimensione e senso alla vita e la rinnovano. In questa terra-mestiere l’arte si fonde con l’artigianato, la creatività con le motivazioni, la materia eletta con quella povera. Qui le idee degli artisti si concretizzano prendendo forma. Hefesto, il dio del fuoco, manipolatore e creatore della materia è fabbro e artista insieme e lavora nelle viscere del vulcano. Oggi, in Sicilia, il mito rivive nelle officine e nelle botteghe artigiane dove si lavorano il ferro, il legno, la pietra, la cartapesta e il gesso, si manipolano le pelli e le argille, si tagliano e si combinano i vetri, si fondono e si lavorano gli argenti, gli ori e le pietre preziose: un crogiuolo d’idee, esperienziali ed innovative, concepite dall’uomo per l’uomo, che in molti casi rappresentano vere e proprie opere d’arte e che oramai trovano occasione di dialogo e d’integrazione con i moderni settori industriali. Ancora, la storia e la cultura mostrano una Sicilia attraversata da dominatori e uomini illustri che, in entrambi i casi (e per diversi motivi), hanno lasciato un segno profondo nella nostra Isola, scalfendola o accarezzandola, prostrandola o esaltandola, forgiandone l’aspetto ed il carattere, una connotazione forte e chiara che oggi la caratterizza nell’esteriorità e nell’anima. Felix Ziz, fiore felice, si propone come terra ricca, propizia, prospera, fertile, feconda, utile ma anche gradita, salutare e desiderata, ben augurante, spirituale, necessaria, da cui non si può prescindere, come scrisse Goethe, per poter comprendere l’Italia. Gli artisti di Felix vivono la Sicilia con la luce, i profumi, l’architettura, la spiritualità, il mito, la storia…il ferro, il legno, la pietra, il cotto, il vetro, la terra e i materiali poveri riciclati, predisposti con i sensi in un percorso-rappresentazione attraverso gli odori degli agrumi, lo sfrangiamento dei campi di grano, il vento caldo di scirocco sui fichidindia, il cielo limpido, il mare trasparente ma anche un nuovo sentire e sperimentare con la capacità insita di mettersi in gioco attraverso la creatività e la ricerca personale. Nati e cresciuti nella nostra Isola, gli autori, trovano occasione di dialogo con altri luoghi, perseguendo la dimensione sicula nel contesto globale (che freddamente è sintetizzato dalla sigla Glocal in contrapposizione a Global) rappresentando un compromesso estetico nel linguaggio espressivo odierno, modellando forme autonome e ben delineate contro ogni appiattimento culturale o uniformità ideativa, creando la trama di un discorso inconfondibile e perciò specifico, spendibile in termini di sperimentazione. Il filo rosso perseguito dal Gruppo Graffiti & Addaura Art (di cui l’odierna mostra ne rappresenta solo una parte) s’insinua tra le due diverse sponde, valorizzando il tessuto espressivo isolano nelle sue componenti tradizionali, esaltandone e valorizzandone gli elementi specifici, guardando attentamente oltre, inserendosi di buon diritto nel dibattito artistico internazionale. I linguaggi espressivi proposti nella mostra odierna - come iter comunicativi - procedono attraverso le dimensioni storiche ed innovative, proponendo logos e caos rappresentativi, fervori visivi e iter descrittivi mai sopiti, ricchi d’impulsi e di apparenti contraddizioni. Una ricchezza d’idee che testimonia l’anima di una terra sempre diversa, di un popolo capace di guardarsi allo specchio e di rigenerarsi. Fabrizio Costanzo / Felix Ziz - Sanpaolo Palace Gallery. Palermo, ott. 2006 / gen. 2007 - Presentazione in catalogo
Fabrizio Costanzo, Salvo Ferlito, Francesco Pintaudi presentano la mostra Felix Ziz - SANPAOLO PALACE HOTEL - Palermo, 7 ottobre 2006
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