FABRIZIO COSTANZO WORK IN PROGRESS 1

Graffiti
Graffiti Art
E’ in quel contatto quotidiano con i giovani, nella scelta di
una semplicità che non lascia spazio alle semplificazioni,
in quel rigore adulto, che gli è permesso di credere nel
fantastico, nel sogno, nell’impossibile. E’ in quella ricerca
della precisione come “atto dovuto”, che si attua la sua
dimensione d’insegnante: la semplice linea o il tocco di
colore diventano, in aula, elementi fondamentali da essere
studiati e analizzati.
Il segno così indica ciò che esso è, ma anche ciò che vi
sta oltre, con la capacità insita di descrivere, di stimolare,
di evocare.
Dietro le diverse figure di Costanzo, ovvero dietro questi
aspetti della stessa persona ritroviamo, infine, con compiacimento,
la figura di un uomo “senza professione”: non
si scomodi il Musil dell’assenza di qualità perché qui la
mancanza di professione è una “scelta professionale”,
quella che non vuol fare dell’arte un semplice mestiere,
della creatività una catena di montaggio, della ricerca
una adesione a schemi, modelli, correnti predefinite.
Questo, in realtà, è il regalo che Fabrizio Costanzo ci fa
con maggior accortezza. E’ un astrattista? Un simbolista?
Un surrealista o un metafisico? Appartiene forse a
qualche corrente artistica contemporanea, magari di quelle
che rapidamente compaiono e scompaiono?
La verità è che Fabrizio Costanzo ci salva dall’obbligo di
classificarlo, non lo chiede, non lo pretende: umilmente
ce lo risparmia, sapientemente ce lo impedisce. Perché,
in fondo le sue opere sono delle narrazioni, in ognuna
prosegue e si interrompe un discorso.
E’ una storia di borghi, forse del Trecento forse del Duemila.
E’ una storia di angoli, di linee, di piante con lunghe
radici o senza esse. E’ una storia di uomini e di donne
che sono presenti nella misura in cui il mondo di Costanzo
sembra fatto per loro, solo che per un destino che
avvicina Costanzo al Morselli di Dissipatio Humani Generis,
quegli uomini e quelle donne sembrano essersi dissipati
per lasciar spazio ai pesci o agli uccelli, alle piante,
alle cose quotidiane che però appartengono ad una quotidianità
impossibile. Pensate, ad esempio, all’inquietante
presenza di matite nei lavori di Costanzo; e ancora, a
tetti come forme pure, a tronchi come steli infiniti, a foglie
come pennini pronti ad intingersi nei calamai.
It is that daily contact with young people, in the choise of
a simplicity that gives no way to simplifications, in that
adult severity, that he is allowed to believe in fantasy, in
dreams and in the impossible. It is in that search for precision
as “necessary act”, that his dimension as teacher
comes out: the simple line or the touch of the colour becomes,
in the classroom, fondamental elements to be
studied and analyzed.
In this way, the sign shows what it really is but also what
there is beyond, with an inherent ability to describe, stimulate
and evoke.
Behind Costanzo’s differents aspects, or behind these
aspects of the same person, we find out, with pleasure,
the figure of a man “without profession”: let’s not trouble
Musil regarding the lack of quality, because here the lack
of profession it’s a “professional choice”, the choice that
does not want to make art a simple job, creativeness an
assembly line, research an acceptance of prearranged
schemes, models and currents.
This is really the present that Fabrizio Costanzo gives us
with greater care. Is he an abstract artist? Is he a symbolist?
Is he a surrealist or a metaphysical? Does he maybe
belongs to a present-day artistic current, perhaps to one
of those that rapidly appear and disappear?
The truth is that Costanzo saves us from the obligation to
classify him, he does not ask for it, he does not want it:
he humble spares it to us, he wisely prevents it. At the
end his works are tales in which a speech is continued
and interrupted.
It is a story of villages maybe of the fourteenth century or
maybe of the year two thousand. It’s a story of angles,
lines, plans with long roots or without its. It is a story of
men and women who are here in the measure in which
Costanzo’s world is made for them, if only destiny that
brings Costanzo near the Morselli of Dissipatio humani
generis, those men and women seem to have vanished
just to give space to fishes or birds, plants and daily
things that, however, belongs to an impossible every day
life. Think, for instance, of an anxious presence of pencils
in Costanzo’s works, and, moreover, roofs like pure shapes,
trunks like endless stems, leaves like pennibs ready
to dip into the ink.