26.11.2016 Views

FABRIZIO COSTANZO WORK IN PROGRESS 1

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

LA RICERCA ESPRESSIVA COME RECUPERO DI VALORI E DI ALTE F<strong>IN</strong>ALITA’<br />

Apparentemente il mio incontro con Fabrizio Costanzo è stato uno dei più casuali.<br />

Io non sapevo ancora niente né dei suoi quadri né delle sue mostre e questo si è rivelato un bene perché dalle cose<br />

che Costanzo mi diceva, dai suoi interessi e dai suoi desideri veniva fuori il significato più vero dei suoi lavori; significato<br />

che molte volte ho ritrovato anch’io leggendo poi e più attentamente in essi.<br />

Forse perché sento e vivo profondamente la crisi dei nostri giorni in cui il dialogo si annulla nell’indifferenza ed il silenzio<br />

mortifica la spontaneità, mi ritrovo in quella comunità sociale e di affetti composta da piccole case, quasi sempre<br />

uguali e semplici che si aggregano e si confortano a vicenda.<br />

E’ l’antico borgo dove affetti, odio e amore, amicizia venivano spontaneamente e coralmente vissuti.<br />

A questo punto il tessuto ed il volume della città esulano dai riferimenti prettamente storici per diventare specchio dei<br />

nostri desideri nella continua ricerca di dialogo, contrapposizione ai nostri silenzi, ricerca di vicinato, intimità.<br />

Ma in questo mondo pittorico vi sono molti altri motivi che lo caratterizzano personalizzandolo con forza: ne sono un<br />

esempio le strade, tagli drammatici alcuni che dagli estremi confini della città giungono al punto emergente della composizione;<br />

nastri flessuosi e morbidi altri.<br />

Vogliamo intenderli come cammini metafisici verso la perfezione?<br />

Anche qui le opere di Fabrizio Costanzo presentano dualità di segno e di significato.<br />

La massa cuspidata, fortemente geometrizzata, memoria inconscia dell’abbazia o del castello può intendersi come il<br />

riferimento fermo e sicuro verso cui tendiamo ben sapendo che per le poche volte che giungervi è facile, tante difficoltà<br />

invece bisogna superare quasi sempre.<br />

Molte volte, però, al volume sobrio e austero si sostituisce l’albero; un albero che sembra attingere vigore ed energia<br />

dalla terra ma che è, nel suo continuo rinnovarsi, esso stesso forza vivente.<br />

E’ per questo motivo che gli alberi, pur nella loro stilizzazione, svettano con andamento eretto e vibrante verso il cielo?<br />

Al verticalismo del borgo medioevale si contrappongono, con grande flessibilità, i paesaggi marini; l’orizzontalità è solo<br />

apparente, scandita com’è da ritmi e colori al limite di uno strano ideogramma la cui astrazione è evidenziata dalle coloratissime<br />

onde.<br />

Quale salto, inoltre, da un ideogramma ad una sequenza di archi…archi che solo apparentemente propongono uno<br />

spazio metafisico; questo spazio, delimitato da quinte e da archi, per alcuni versi scenografico, prepara ad una emozione<br />

che è tutta da scoprire: la superficie di fondo infatti, anch’essa forata da un arco, si apre su un borgo di cui si scorgono<br />

pochi elementi ma sufficienti perché l’immaginazione senta il bisogno di percorrere questo tunnel al di là del quale<br />

l’artista ci propone la sua realtà sempre presente: il borgo appunto.<br />

E poi c’è il colore che usa sempre netto, indulgente solo poche volte sulle mezze tinte, contrapponendo volumi e cielo,<br />

sfondi e primi piani: il borgo antico risulta così restituito ad una nuova vibrante vitalità.<br />

Non so ne mi sento di etichettare l’arte di Fabrizio Costanzo individuandone le precise matrici culturali del passato o<br />

del nostro tempo; mi sento di affermare invece che ci troviamo dinnanzi ad una ricerca espressiva che, attraverso la<br />

crisi del presente vuole recuperare valori ed alte finalità.<br />

Dora Avella / Galleria Il Cenacolo – Palermo, novembre 1990

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!