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FABRIZIO COSTANZO WORK IN PROGRESS 1

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Logos et fabula<br />

Il mito con le sue leggende. La storia con le sue architetture, i suoi eventi e i suoi uomini. La strabiliante posizione geografica.<br />

Poi la natura con i suoi profumi e le sue asprezze, il mare, il cielo, i vulcani, la luce. Una terra d’incanto e di<br />

incantesimi, di bellezze abbaglianti e di eventi… che attrae. Una terra antica, significante, che ha trovato la propria<br />

dimensione e connotazione nel mito ancor prima che la propria storia fosse stata scritta.<br />

La fabula descrive tre ninfe impegnate in un meraviglioso viaggio alla ricerca di doni da trovare in ogni angolo del mondo,<br />

doni che la terra offre e che loro raccolgono. In questa ricerca d’identità e di curiosità, sulla via di ritorno, s’imbattono<br />

in uno specchio d’acqua d’indicibile bellezza. La magia di quel momento le incanta facendo sì che esse si dispongano<br />

sull’acqua in tre direzioni, lasciando cadere pugnetti di terra…dando vita ai luoghi sacri della Sicilia; tre ninfe, tre<br />

gambe a raggiera e tre direzioni racchiudono così, in un triangolo, un’isola favolosa chiamata Triquetra (Trinacria), tanto<br />

bella da essere custodita, tutelata, difesa e protetta dalla testa della Medusa che in ogni modo cercherà di dissuadere<br />

i nemici e gli invasori dal portarle guerra e distruzione. La fabula è solo la prima di tante che, procedendo all’interno<br />

del mito, decanta gli elementi, entrando in simbiosi con l’acqua, la terra e il fuoco… dal ratto di Proserpina (sulle rive<br />

del lago di Pergusa), alle lotte tra il sommo Zeus e i Giganti (primi abitatori dell’Isola); dall’attività di Hefesto (il Dio fabbro<br />

che ha la sua fucina posta sotto il vulcano Etna e che forgia fulmini per Zeus e corone per gli Dei), alla fonte Aretusa,<br />

vicino Siracusa, dove la ninfa si rifugia ad Ortigia per sfuggire ad Alfeo (venendo trasformata in sorgente da Afrodite).<br />

Poi ancora Cariddi, Galatea, Camarina e tanti altri luoghi sacri che raccontano il mito. Nella Sicilia dai tanti volti, gli<br />

oggetti d’uso quotidiano danno dimensione e senso alla vita e la rinnovano. In questa terra-mestiere l’arte si fonde con<br />

l’artigianato, la creatività con le motivazioni, la materia eletta con quella povera. Qui le idee degli artisti si concretizzano<br />

prendendo forma. Hefesto, il dio del fuoco, manipolatore e creatore della materia è fabbro e artista insieme e lavora<br />

nelle viscere del vulcano.<br />

Oggi, in Sicilia, il mito rivive nelle officine e nelle botteghe artigiane dove si lavorano il ferro, il legno, la pietra, la cartapesta<br />

e il gesso, si manipolano le pelli e le argille, si tagliano e si combinano i vetri, si fondono e si lavorano gli argenti,<br />

gli ori e le pietre preziose: un crogiuolo d’idee, esperienziali ed innovative, concepite dall’uomo per l’uomo, che in molti<br />

casi rappresentano vere e proprie opere d’arte e che oramai trovano occasione di dialogo e d’integrazione con i moderni<br />

settori industriali. Ancora, la storia e la cultura mostrano una Sicilia attraversata da dominatori e uomini illustri che, in<br />

entrambi i casi (e per diversi motivi), hanno lasciato un segno profondo nella nostra Isola, scalfendola o accarezzandola,<br />

prostrandola o esaltandola, forgiandone l’aspetto ed il carattere, una connotazione forte e chiara che oggi la caratterizza<br />

nell’esteriorità e nell’anima. Felix Ziz, fiore felice, si propone come terra ricca, propizia, prospera, fertile, feconda,<br />

utile ma anche gradita, salutare e desiderata, ben augurante, spirituale, necessaria, da cui non si può prescindere,<br />

come scrisse Goethe, per poter comprendere l’Italia.<br />

Gli artisti di Felix vivono la Sicilia con la luce, i profumi, l’architettura, la spiritualità, il mito, la storia…il ferro, il legno, la<br />

pietra, il cotto, il vetro, la terra e i materiali poveri riciclati, predisposti con i sensi in un percorso-rappresentazione attraverso<br />

gli odori degli agrumi, lo sfrangiamento dei campi di grano, il vento caldo di scirocco sui fichidindia, il cielo limpido,<br />

il mare trasparente ma anche un nuovo sentire e sperimentare con la capacità insita di mettersi in gioco attraverso<br />

la creatività e la ricerca personale. Nati e cresciuti nella nostra Isola, gli autori, trovano occasione di dialogo con altri<br />

luoghi, perseguendo la dimensione sicula nel contesto globale (che freddamente è sintetizzato dalla sigla Glocal in<br />

contrapposizione a Global) rappresentando un compromesso estetico nel linguaggio espressivo odierno, modellando<br />

forme autonome e ben delineate contro ogni appiattimento culturale o uniformità ideativa, creando la trama di un discorso<br />

inconfondibile e perciò specifico, spendibile in termini di sperimentazione. Il filo rosso perseguito dal Gruppo<br />

Graffiti & Addaura Art (di cui l’odierna mostra ne rappresenta solo una parte) s’insinua tra le due diverse sponde, valorizzando<br />

il tessuto espressivo isolano nelle sue componenti tradizionali, esaltandone e valorizzandone gli elementi specifici,<br />

guardando attentamente oltre, inserendosi di buon diritto nel dibattito artistico internazionale. I linguaggi espressivi<br />

proposti nella mostra odierna - come iter comunicativi - procedono attraverso le dimensioni storiche ed innovative,<br />

proponendo logos e caos rappresentativi, fervori visivi e iter descrittivi mai sopiti, ricchi d’impulsi e di apparenti contraddizioni.<br />

Una ricchezza d’idee che testimonia l’anima di una terra sempre diversa, di un popolo capace di guardarsi allo<br />

specchio e di rigenerarsi.<br />

Fabrizio Costanzo / Felix Ziz - Sanpaolo Palace Gallery. Palermo, ott. 2006 / gen. 2007 - Presentazione in catalogo

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