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FABRIZIO COSTANZO WORK IN PROGRESS 1

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IL PAESAGGIO SIMBOLICO DI <strong>FABRIZIO</strong> <strong>COSTANZO</strong><br />

Ogni pittore, per tutta la vita non fa altro che dipingere lo stesso quadro: è il quadro di sé e del proprio rapporto con il<br />

mondo.<br />

Ma qual è il quadro che dipinge Costanzo?<br />

Esso, secondo me, rimanda ad un illusionismo antico e tardo antico, ad una visione cosmologica fatta di metafore fantastiche<br />

come quelle dell’uomo del medioevo. Fabrizio Costanzo concepisce lo spazio come una scatola che contiene<br />

un paesaggio pieno di simboli: l’esterno è visto come un interno e viceversa, e questo è reso possibile perché il tessuto<br />

pittorico è bidimensionale e tridimensionale al tempo stesso. Non mi è mai piaciuto trovare a tutti i costi dei riferimenti<br />

storici e fare delle analogie o dei confronti, ma se proprio dovessi trovare in qualche modo un esempio precedente in<br />

questa abilità di trasformare forme piane in un inquietante gioco d’incastro di spazi tridimensionali, potrei dire che l’unico<br />

artista a cui ho subito pensato è M.C.Escher, abilissimo disegnatore che guardò attentamente i mosaici dell’Alhambra<br />

dove figura e sfondo interagiscono in un continuum decorativo prezioso ed interessante. Questo studio è alla base<br />

di tutta l’opera di Escher; similmente, Fabrizio Costanzo costruisce immagini complesse ed anch’esse interessanti.<br />

Proviamo ad entrare adesso dentro il quadro: troviamo una visione quasi sempre centrica, una composizione simmetrica,<br />

gradini o pavimento che conducono ad un albero o ad una torre: una piramide visiva, una visione del mondo in termini<br />

di metafora.<br />

Il mondo immaginato da Costanzo è come un albero: l’albero universale congiunge il cielo, la terra ed il sottosuolo e,<br />

per la sua posizione di asse del mondo, simbolizza la protezione, come un Dio Onnipotente che si estende tutto intorno;<br />

la figura dell’albero è un simbolo per il senso intrinseco d’immortalità che esso richiama: lo sviluppo di un percorso<br />

circolare che lo riporta al seme dal quale verrà rigenerato, ed è l’albero cosmico, l’albero della vita, del sapere, della<br />

psiche e della storia. Nella pittura di Fabrizio Costanzo, il colore svolge un ruolo anch’esso simbolico non meno<br />

dell’uso di una casa, di una finestra o di un blocco di pietra: forme semplici in un misurato rapporto di orizzontali e verticali,<br />

costruzioni compositive serrate e articolate; attraverso gradazioni di colore verde (il verde nell’alchimia è il colore<br />

dell’origine), sopra la linea dell’orizzonte troviamo la luna: nel mito, la luna è la sorella del sole, ha trasgredito le leggi<br />

divine e pertanto è diventata simbolo della sessualità profana. Dall’atteggiamento metaforico della fantasia di Costanzo,<br />

scaturisce tutto un sistema di simboli: il sole, la luna, l’albero, la montagna, il labirinto, la torre ecc.<br />

Ma, cosa vuole rappresentare Costanzo? Cosa cerca attraverso questo paesaggio di simboli?<br />

Come un’alchimista, egli ricerca forse la verità, i segreti della natura, della vita, della morte, dell’eternità e dell’infinito. Il<br />

paesaggio ricco di simboli che Costanzo ci presenta, è pervaso di poesia, ma anche di mistero e d’ambiguità, e perciò<br />

riesce a trasmetterci una tensione, un’emozione che ogni artista, segretamente, con la propria opera, spera e vorrebbe<br />

trasmettere: Fabrizio Costanzo c’è riuscito.<br />

Matilde Trapassi Wanstall / Accademia di Belle Arti di Brera – Milano 1991

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