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LA PAROLA DI DIO EI "TESTIMONI DI GEOVA" - CRISTIANI ...

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separazione spirituale è rappresentata sin dalle prime pagine della Scrittura, quando in Genesi 2:17 l'Eterno avvertel'uomo che sarebbe "morto" se avesse mangiato dell'albero della conoscenza del bene e del male ... ed effettivamente,in Genesi 3:22-24 si verifica la triste e drammatica separazione dell'uomo da Dio, in quanto il peccato era entrato nelcuore di Adamo e di Eva ed a quel punto essi non potevano stare più alla presenza di Javè. In tal senso, allora, vannointerpretati molti altri brani della Scrittura che parlano di morte dell'uomo come separazione, temporanea o eterna,dell'anima da Dio: in Ezechiele 18:4 sta scritto che "l'anima che pecca è quella che morrà", mentre in Romani 8:13leggiamo che "se vivete secondo la carne voi morrete" e in Efesini 2: l leggiamo: "(Dio) voi pure ha vivificati, voi cheeravate morti nei vostri falli e nei vostri peccati". Altri passi biblici che parlano più indirettamente di tale separazionesono per esempio: "Sono le vostre iniquità quelle che hanno posto una barriera fra voi e il vostro Dio" (Is 59: 1-2);"Abbiamo molto di più caro di partire dal corpo ed abitare col Signore" (2Co 5:8).2. Una seconda questione è quella concernente il luogo designato per la vita eterna dell'anima non convertita. Essoviene denominato in vario modo nella Parola di Dio (''geenna", "inferno", "ades ", "sheo/", ecc.) ma sia nell'AnticoTestamento che nel Nuovo Testamento esso viene sempre presentato come un luogo reale, nel quale le anime subisconoun tormento eterno e non una distruzione eterna, come invece sostengono i tdg.Nell'Antico Testamento, ci sono almeno due brani che parlano di quest'argomento:• "Chi di noi potrà resistere a/fuoco divorante? Chi di noi potrà resistere alle fiamme eterne?" (Is 33:14).La TNM traduce qui: " ... alle conflagrazioni di lunga durata ... ", ma si tratta di un tentativo avventuroso, perchél'aggettivo ebraico 'olam sta a rappresentare anche il nome di Dio quando si parla della sua eternità, e di certo egli nonha solo una "lunga durata". In ogni caso, è notevole sottolineare come qui siano gli empi a parlare, coscienti di unfuturo di tormenti senza fine che li aspettano se non si pentono dei loro peccati.• "E molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni per la vita eterna, gli altri perl'obbrobrio e un 'eterna infamia" (Da 12:2).La TNM traduce qui: " ... di durata indefinita ... ", ed anche qui non sono esenti da critiche, seppure traducono un po'meglio che nel brano precedente: qui troviamo ancora l'aggettivo ebraico 'olam, che la LXX rende col greco aiònionche significa "senza fine" e che la stessa TNM traduce con "eterno" in Mt 18:8 e 25:41.Nel Nuovo Testamento, poi, troviamo molteplici riferimenti a quel luogo reale in cui le anime degli increduli sarannotormentate eternamente. Qui di seguito ricordiamo le principali espressioni scritturali che si riferiscono a tale realtà:• "Il pianto e lo stridor di denti" (Mt 8:12, 13:42,50, 22:13; Lu 13:24-28);• "l/fuoco eterno" (Mt 18:8 e 25:41, con TNM conforme);• "l/fuoco inestinguibile" (Mt 3: 12; Mr 9:43 con TNM conforme);• "Il verme che non muore e il fuoco che non si spegne" (Mr 9:48; cfr Is 66:24 con TNM conforme);• Un luogo "di tormento giorno e notte, nei secoli dei secoli" (Ap 20:10; cfr 14:10-11 con TNM conforme). Inparticolare, qui viene usato il verbo greco basanìzo che significa "tormento in stato cosciente" e giammai "estinzione,annientamento" (così, per esempio, anche in M t 8:6 e Mr 5:7, dove la TNM è conforme);• Lo stesso nome "geenna" (Mr 9:46 e ref.) deriva dali 'ebraico ghe-hinnom e significa letteralmente "valle diHinnom ", ovvero quel luogo vicino Gerusalemme dove anticamente un fuoco perpetuo bruciava le immondizie, ognigiorno ed ogni notte.3. In terzo luogo, se analizziamo l'uso biblico delle parole distruzione e perdizione con riferimento alle anime degliuomini, scopriremo che tali vocaboli non contengono mai l'accezione di "annichilimento" oppure di "estinzione",come vorrebbero i tdg, ma piuttosto rendono il concetto di "eterna infelicità, sofferenza e rovina". Facciamo qualcheesempio di brani dell'Antico Testamento e del Nuovo Testamento, soprattutto di quelli che possono creare alcunedifficoltà coi tdg per la stessa traduzione della Luzzi, che talvolta appare infelice:• " ... ma gli empi periranno nelle tenebre ... " (l Sa 2:9).La TNM traduce qui: " ... saranno ridotti al silenzio ... ". Paradossalmente, la versione di Luzzi offre maggiori spunti afavore dei tdg e la loro traduzione del nostro brano rende un'interpretazione plausibile e anche preferibile del verboebraico damàn. Quest'ultimo, infatti, non significa tanto "morire, essere ridotto al nulla" quanto piuttosto "tacere,osservare il silenzio". In questo senso, infatti, tale verbo viene utilizzato, anche dalla TNM, in brani come Salmo 30:12e 31:17.• " ... Tu mi levi per aria, mi fai portar via dal vento e mi annienti nella tempesta ... "(Gb 30:22).La TNM traduce qui: " ... mi dissolvi ... ". Stavolta, però, si tratta di un'interpretazione errata, in quanto il verbo ebraicomug ha il senso di "indebolire, fondere, rammollire" e non di "dissolvere completamente". La stessa TNM traducequesto verbo con "struggere" in passi come Salmo 46:7 ed Amos 9:5, ovvero con "appassire" in Isaia 64:6.• " ... Egli li distruggerà mediante la loro propria malizia ... " (Sl94:23).La TNM traduce: " .• .li ridurrà al silenzio ... ", e rende meglio di Luzzi il verbo ebraico tsamàt, che viene tradotto"consumare" nel Salmo 119: 139 (la TNM rende "sfinire") e in ogni caso non contiene l'accezione di "distruggere persempre".• "Non temete coloro che uccidono il corpo ma non possono uccidere l 'anima; temete piuttosto Colui che può farperire l'anima e il corpo nella Geenna" (M t l 0:28).La TNM traduce: " ... distruggere ... ". Qui è Gesù che parla ed usa il verbo greco apòllumi che viene sempre adoperatoper indicare perdite recuperabili, come le pecore sperdute della casa d'Israele (Mt 10:6; la TNM traduce "smarrite"); la

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