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LA PAROLA DI DIO EI "TESTIMONI DI GEOVA" - CRISTIANI ...

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La prima occasione in tal senso ebbe luogo addirittura alla sua nascita, quando i magi d'Oriente gli offrirono doni regalie lo adorarono (Mt 2:11). Il Figlio di Dio fu oggetto di adorazione almeno in altre sei circostanze narrate nei Vangeli:-un lebbroso gli si prostrò dinanzi (Mt 8:2);-i discepoli fecero altrettanto (14:33);-così pure una donna cananea (15:25);- la madre e i figli di Zebedeo gli si prostrarono dinanzi (20:20);-così anche l'indemoniato di Gerasa (Mr 5:6)-e l'uomo nato cieco (Gv 9:38).Nell'Apocalisse, poi, l'Agnello di Dio viene esaltato in varie circostanze (es. l :5-6,17; 5: 11-12), e giunge ad esserechiaramente separato dalle altre creature viventi che lo adorano (5: 13; 7:10), proprio come accade a Dio Padre neimedesimi brani (cfr Gv 5:23). In Isaia 42:8, Javè aveva detto: "Io sono l 'Eterno e non darò la mia gloria ad un altro"(TNM conforme, con "Geova").Gesù, pertanto, non è "altro" rispetto a Javè perché è stato adorato come lui. Egli non è un dio minore, perché hadiritto all'onore e alla gloria che sono dovuti al Padre.In questo senso si possono anche confrontare Apocalisse 4:9-10 con Apocalisse 1:8; 2:8; 5:13-14, dove "Colui che vivenei secoli dei secoli" è il Padre ma anche l'Agnello, ed entrambi vengono adorati dagli anziani. Così pure possonoessere messi in raffronto Apocalisse 4:11 con Giovanni 1:3 nonché Colossesi 1:16 e Apocalisse 5:12 per scoprire che"la gloria, l 'onore e la potenza" vengono concessi indifferentemente a Dio Padre e a Dio Figlio e all'Agnello, perchéentrambi figurano come il Creatore di tutte le cose esistenti.• La TNM cerca di superare queste difficoltà traducendo con "rendere omaggio" il verbo greco proskunèo, ma lo fasolo quando esso si riferisce a Gesù oppure a degli uomini (es. At 10:25), mentre continua a tradurre "adorare" quandoquesto verbo è riferito a Dio Padre (es. Gv 4:24).Tale differenziazione, però, è arbitraria perché proskunèo significa sempre "prostrarsi davanti a", in relazione a Diooppure, in casi particolari, a determinate autorità umane che rappresentano in qualche modo Dio sulla terra. Pietro,Paolo, Barnaba e gli angeli hanno evitato che altri uomini si "prostrassero davanti a" loro perché sapevano bene di nonmeritare onori che solo a Dio possono essere dati. Gesù, invece, non rifiutò mai di essere adorato, perché sapeva bene diessere Dio e di avere la stessa natura di Dio Padre.2. Brani biblici da chiarire sulla deità di Gesù.Esaminiamo, in questo secondo paragrafo, undici passi della Scrittura che frequentemente i tdg citano a presuntosostegno delle loro teorie. Per ciascuno di essi intendiamo conoscere l'interpretazione della "Torre di Guardia" e farechiarezza su quanto afferma Dio nella Sua Parola 2 •• "Un fanciullo ci è nato, un figlio ci è stato dato ... sarà chiamato ... Dio potente, Padre eterno, Principe della pace"(Is 9:5).Persino i tdg riferiscono questo brano a Gesù, anche se poi traducono l'espressione ebraica el-ghibbòr con "diopossente" dall'iniziale minuscola. È interessante che la TNM non includa un articolo indeterminativo ("un diopossente "), come vorrebbe la loro teologia ma il testo originale non lo permette. Inoltre, notiamo come la stessa TNMin almeno cinque occasioni riferisca la medesima espressione el-ghibbòr all'unico vero Dio, mentre solo in Is 9:5 ponel'iniziale minuscola, forse solo perché il passo concerne Gesù.Questi cinque versetti sono: De 10:17, dove la TNM traduce "Geova è potente"; Ne 9:32, dove i tdg leggono "l'Iddiopotente"; Sl24:8, allorché nella TNM c'è "Geova potente"; Is 10:21 e Gr 32:18, quando si legge "il [vero] Dio, ilPotente".• " ... chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio ... ((/o e il Padre siamo uno» .•• Tu che sei uomo tifai Dio ...Egli deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio" (Gv 5:18; 10:30-33; 19:7).In questi passi del Nuovo Testamento vediamo che i Giudei avevano capito molto bene che Gesù affermava di averenatura divina: Egli "si faceva uguale a Dio" perché diceva di essere addirittura il Figlio di Dio. Quest'ultimaespressione, per i Giudei, identificava un soggetto "uguale" (greco ìson, che rende l'identità di natura) a Dio stesso 3 .Per questa sua pretesa di essere Dio, i Giudei volevano uccidere Gesù (5: 18), Lo volevano lapidare (10:31) e anche faruccidere (19:7). Oltre a ciò, in Giovanni 5:19 il Signore riafferma la sua identità con Dio Padre dicendo che egli facevale stesse cose che vedeva fare al Padre. In Giovanni 10:30, inoltre, nel dichiarare: "Io e il Padre siamo uno" (greco: enesmen, TNM conforme) Gesù riafferma la sua perfetta comunanza d'intenti e di opere col Padre ma anche l'identità diessenza con lui. Di conseguenza, i Giudei volevano lapidario (v. 31) perché aveva bestemmiato il nome di Javè, inquanto l'uomo Gesù "si faceva Dio" (v. 33). Da notare che in quest'ultimo inciso la TNM traduce: "un dio" ma èaltamente improbabile che il popolo giudaico, rigidamente monoteista, volesse lapidare per bestemmia chi nonaffermasse di essere Javè in persona. E poi, come spiegare l 'incongruenza con Giovanni 5:18 dove la stessa TNMtraduce giustamente che Gesù si 'faceva uguale a Dio"?• "Prima che Abramo fosse nato, Io sono" (Gv 8:58).La TNM traduce qui: "io sono stato", ma si tratta di una traduzione scorretta se solo si considera che il presente grecoutilizzato in questo caso (egò eimì) non può mai rendere il tempo passato. Tant'è vero che la stessa TNM rende questa

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