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LA PAROLA DI DIO EI "TESTIMONI DI GEOVA" - CRISTIANI ...

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e non si ripete innanzi al secondo nome, esso si riferisce sempre alla stessa persona o alla stessa cosa che vieneindividuata dal primo sostantivo. Nel nostro passo abbiamo la frase tu megàlon Theù kài sotèros che soddisfainteramente le condizioni della regola predetta: sia Thèu che sotèros sono al genitivo singolare e pertanto l'articolo tu,anch'esso al genitivo, va riferito ad entrambi i sostantivi. La traduzione dei tdg sarebbe stata possibile e necessaria solose il greco avesse eventualmente riportato la diversa frase tu megàlon Theù kài tù sotèros, con la ripetizionedell'articolo tu.Al di là di queste considerazioni esegetiche, si può anche sottolineare come la Bibbia non parli mai di un'apparizione(greco: epifanèia) di Dio Padre. Anche il contesto di Tito 2:13 non lascia intravedere quest'ipotesi, visto che la "graziadi Dio" è già apparsa in Gesù Cristo (v. 11). D'altronde, vedremo fra breve che la qualità di Salvatore identifica Javèdell'Antico Testamento e che pertanto non ha senso negare a Gesù l 'attributo della deità e concedergli quello dellasalvezza, perché entrambi sono interscambiabili.o" ... (Gesù), essendo lo splendore della Sua gloria e l'impronta della sua essenza ..• " (Eb l :3).La TNM traduce qui: " ... il riflesso della [sua] gloria e l'esatta rappresentazione del suo stesso essere ... ". Nella primaparte, la TNM rende male il senso della lingua originale, perché nel primo inciso viene adoperato il sostantivoapaugàsma, usato solo qui nel Nuovo Testamento e che non significa semplicemente "riflesso" ma vero e proprio"fulgore, splendore". Come i raggi solari non sono il sole ma il sole non può manifestare il suo splendore senza i suoiraggi e non può diffondere la sua luce senza di essi, così il Figlio di Dio è lo splendore del Padre e lo fa conoscere a noiuomini.Nella seconda parte, invece, la TNM traduce bene l'espressione greca ma, facendo così, contraddicono la lorotraduzione precedente: Gesù è l'esatta rappresentazione di Dio Padre, è l'impronta della sua essenza ... quindi è losplendore della sua gloria è non il semplice riflesso!o " ••• nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo ... nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore GesùCristo ... "(2P 1:1, 11).La TNM traduce qui: " ... del nostro Dio e [il] Salvatore Gesù Cristo ... del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo". Inquesto passo troviamo due volte la stessa costruzione sintattica di Tt 2:13 ed è singolare che la TNM traducacorrettamente al v. 11 mentre al v. l commette lo stesso errore visto poc'anzi. La TNM, peraltro, mostra tutto il suoimbarazzo aggiungendo un articolo fra parentesi quadre, che evidentemente sa bene di non poter giustificare alla lucedella lingua originale.Non è dato sapere se il v. 11 viene tradotto bene dalla TNM perché i tdg hanno tralasciato per una volta l 'equivalenzafra le qualità divine di "Signore" e "Salvatore", entrambe proprie solo di Javè alla luce dell'Antico Testamento. Unacosa è certa: quando Pietro, al v. 2, vuole distinguere Dio Padre da Dio Figlio, lo fa usando una costruzione sintatticadiversa da quella dei vv. l e 11 ed aggiunge un secondo articolo determinativo, per cui al v. 2 è possibile e necessaria latraduzione "nella conoscenza di Dio e di Gesù Cristo nostro Signore" (con TNM conforme).o "Noi siamo in Colui che è il vero Dio, nel Suo Figlio Gesù Cristo: Quello è il vero Dio e la vita eterna" (1Gv 5:20).La TNM traduce: "Siamo uniti al vero mediante il suo Figlio Gesù Cristo. Questi è il vero Dio e la vita eterna". Laprima parte dell'inciso viene tradotta in modo assai discutibile dai tdg, perché la preposizione greca en viene resa con"mediante": essa, invece, normalmente viene tradotta con "in". Peraltro, l'espressione iniziale kài esmèn en tò alethinòviene resa inspiegabilmente con "siamo uniti al vero", mentre il senso di unione funzionale è assente nel greco, doveinvece riscontriamo immedesimazione piena e completa.È significativo, peraltro, che nella seconda parte di questo passo la TNM contraddica la sua stessa teologia traducendobene e dichiarando che Gesù è il vero Dio! Inoltre, nella terza parte dell'inciso la stessa TNM rende bene il pronomegreco ùtos con "questi", anche meglio della nostra traduzione "quello", perché ùtos si riferisce ali 'ultimo termine dellafrase precedente, cioè a Gesù. Si afferma così, per la seconda volta, che Gesù è il vero Dio, cioè Javè dell'AnticoTestamento.(5. continua)Giuseppe Martelli(Assemblea di Roma Borgata Finocchio)

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