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Le diaspore africane tra due continenti Indagine sulle ... - CeSPI

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scelti <strong>tra</strong> i membri qualificati della diaspora africana sub-sahariana, individui che per la loro<br />

posizione rispetto alla società italiana e/o a quella di provenienza ricoprono incarichi e ruoli sociali<br />

particolarmente significativi ed hanno sviluppato capacità di riflessione e di leadership che ne fanno<br />

testimoni/personaggi ‘privilegiati’ rispetto alle loro comunità, al contesto sociale italiano ed anche,<br />

naturalmente, rispetto agli scopi e agli interessi della ricerca. In sostanza, abbiamo cercato di<br />

interpellare quella che potrebbe essere definita l’“élite” africana in Italia, se ancora una volta si<br />

intende questo termine in maniera lasca, aperta e problematica.<br />

Naturalmente, diversi possono essere i luoghi nei quali si gode di credenziali e di considerazione, e<br />

non necessariamente essere élite nei paesi di origine vuole dire esserlo nei contesti di immigrazione,<br />

e viceversa. Ugualmente possono differire anche i motivi per cui si può avere una posizione di<br />

spicco in una determinata società: per origine famigliare e sociale, perché in contatto con<br />

personaggi del mondo politico, perché riconosciuti come “rappresentanti” dai propri governi e dalle<br />

ambasciate, dal mondo associativo e della cooperazione, dai propri connazionali e dagli altri<br />

immigrati, perché bravi e facoltosi imprenditori, perché personaggi pubblici o televisivi e altro<br />

ancora. Queste persone non sono necessariamente più importanti e impegnati nello sviluppo rispetto<br />

ai loro connazionali non parte dell’élite, i quali possono risultare molto utili ai contesti di<br />

provenienza per le loro rimesse famigliari e sociali. Tuttavia, a causa della loro posizione e del loro<br />

percorso, essi sembrano possedere capacità di riflessione, senso critico e bagaglio di esperienze più<br />

ricchi e vitali del comune cittadino s<strong>tra</strong>niero, e dunque appaiono anche più informati e consapevoli<br />

sul ruolo dei migranti nello sviluppo e sui processi di costruzione di un soggetto della diaspora.<br />

2.2. Il concetto di élite e l’immigrazione<br />

Il concetto di élite è stato principalmente indagato dalla sociologia moderna. I diversi autori che ne<br />

hanno esplorato storia, significati e funzioni sociali hanno evidenziato alcune caratteristiche<br />

costitutive di questi gruppi sociali: per i primi teorizzatori, Pareto e Mosca, l’élite è costituita da una<br />

fascia di individui e gruppi sociali che ricoprono posizioni di spicco all’interno della più vasta<br />

società e si caratterizza per la forte coesione interna e per il riconoscimento di una condizione di<br />

“superiorità” da parte degli altri gruppi sociali. Proprio il caratterizzarsi come gruppo detentore di<br />

una certa posizione di prestigio e di potere in uno o più ambiti sociali (élite economica, politica,<br />

sociale, militare, religiosa), ha spinto più recentemente il dibattito sociologico a mettere in relazione<br />

il concetto di élite con quello di società democratica e redistributiva, ponendo in evidenza, a<br />

seconda dei casi, la natura aristocratica e inegualitaria delle élite e la loro opposizione ai processi di<br />

modernizzazione/democratizzazione o, viceversa, l’interazione positiva <strong>tra</strong> società con mobilità<br />

sociale e struttura delle opportunità aperte, e gruppi dirigenti sempre meno vincolati alle <strong>tra</strong>dizionali<br />

divisioni sociali e sempre più permeabili alla pene<strong>tra</strong>zione dal basso di nuovi membri.<br />

Tuttavia, al centro di queste analisi c’è sempre un’idea di società compatta e omogenea, nella quale<br />

gruppi e sottogruppi appartengono allo stesso involucro nazionale e ricalcano generalmente le<br />

s<strong>tra</strong>tificazioni sociali classiche della società moderna.<br />

Ma come si <strong>tra</strong>sforma il concetto di élite quando si analizzano società etnicamente differenziate al<br />

loro interno a causa dei fenomeni immigratori, come quelle europee degli ultimi quarant’anni e<br />

quella italiana degli ultimi <strong>due</strong>-tre decenni? In questo caso siamo in presenza di gruppi di<br />

provenienza nazionale differente che si sono insediati in società precedentemente uniformi dal<br />

punto di vista etnico-linguistico (se non altro a livello di “comunità immaginata”) e che vedono ora<br />

al proprio interno lo svilupparsi e il crescere di minoranze migratorie sempre più consistenti. Questi<br />

gruppi, ormai comunemente indicati con il termine “<strong>diaspore</strong>”, scompongono il quadro sociale su<br />

cui il concetto di élite era stato applicato e lo rendono decisamente più complesso e in parte<br />

con<strong>tra</strong>ddittorio: da un lato si <strong>tra</strong>tta di “enclave” s<strong>tra</strong>niere che possono riprodurre anche all’estero le<br />

loro s<strong>tra</strong>tificazioni sociali (condizioni economiche di partenza differenti e che tendono a<br />

perpetuarsi, diverso capitale sociale e culturale, divisioni in caste e gruppi di potere, differenze<br />

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