Le diaspore africane tra due continenti Indagine sulle ... - CeSPI
Le diaspore africane tra due continenti Indagine sulle ... - CeSPI
Le diaspore africane tra due continenti Indagine sulle ... - CeSPI
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
proprio il sentimento di impotenza e esclusione, l’impossibilità di intervenire e fornire un contributo<br />
all’elaborazione delle politiche di integrazione e di quelle di cooperazione. Si <strong>tra</strong>tta di una forza<br />
disorganizzata, senza nessun tipo di forza con<strong>tra</strong>ttuale nei confronti delle istituzioni, presso le quali<br />
non gode di nessuna forma di accreditamento e capacità consultiva, completamente priva di ogni<br />
possibilità di fare pressioni e determinare le decisioni della politica. Sia quella interna e estera a<br />
livello nazionale, che quella internazionale, regionale e multilaterale.<br />
In questo clima è arrivata, inaspettata, la richiesta di protagonismo proveniente dall’Unione<br />
Africana e dall’Ambasciata del Sudafrica, che ha suscitato controverse reazioni presso la diaspora<br />
africana in Italia.<br />
3.5. <strong>Le</strong> iniziative associative e politiche e il problema della rappresentanza della diaspora<br />
In questa ricerca non abbiamo <strong>tra</strong>ttato specificamente il tema dell’associazionismo immigrato, che<br />
presenta una varietà e ricchezza di forme e tipologie che avrebbero necessitato una indagine<br />
specifica. Molti degli intervistati avevano tuttavia vissuto più o meno lunghe esperienze associative,<br />
sia come dirigenti e attivisti sia come semplici iscritti partecipanti all’interno di raggruppamenti di<br />
diverso tipo. In alcuni casi si <strong>tra</strong>ttava di associazioni cosiddette “di villaggio”, che riuniscono<br />
persone provenienti dalla stessa località nel paese di origine, in altri casi di associazioni a base<br />
regionale etnica o nazionale, i cui membri condividono una medesima provenienza geografica,<br />
sociale o statale, in altri ancora, invece, il criterio dell’appartenenza fa riferimento alla comune<br />
residenza in Italia e può riunire migranti con la stessa nazionalità su una diversa scala territoriale:<br />
comune di residenza, provincia, regione, o anche, raramente e con esiti incerti, su un raggio macroregionale<br />
o addirittura nazionale.<br />
L’associazionismo strutturato in base alle origini nazionali è sicuramente, perciò, una modalità<br />
importante di organizzazione delle <strong>diaspore</strong>. Per questo tipo di associazionismo, vale a dire quello<br />
che riunisce membri della stessa nazione di provenienza, il quadro è generalmente quello di una<br />
pluralità di soggetti difficilmente coordinati, a volte in conflitto a volte completamente autonomi<br />
uno dall’altro, che in alcune circostanze hanno tentato di darsi un coordinamento nazionale o di<br />
federarsi in un soggetto unico, senza peraltro mai consolidarsi in una struttura solida, permanente e<br />
veramente rappresentativa.<br />
Esiste poi un ambito associativo a carattere religioso, che può esprimersi in una riduzione del raggio<br />
dell’appartenenza, come nel caso dei muridi senegalesi o delle chiese pentecostali ghanesi, oppure<br />
offrire un contenitore più ampio riunendo persone dalle molteplici provenienze nazionali, come ad<br />
esempio l’UCSEI per l’associazionismo di tipo cattolico, e l’UCOI per quello di matrice<br />
musulmana.<br />
La popolazione migrante ha dato anche vita ad un tipo di associazionismo laico a carattere<br />
“multinazionale” o misto, riunendosi o in organizzazioni di tipo territoriale e con una forte presenza<br />
di italiani (associazioni locali ‘miste’), oppure in formazioni più genericamente composte da<br />
popolazione immigrata e orientate a rivendicazioni di tipo politico (associazioni di ispirazione<br />
politico-sindacale, in lotta per i diritti degli s<strong>tra</strong>nieri e contro il razzismo, o Forum<br />
dell’immigrazione), infine, in strutture della diaspora che nel nostro caso specifico avevano come<br />
collante associativo la condivisione di una comune provenienza continentale africana. Come, ad<br />
esempio, la Rete delle donne <strong>africane</strong>, organizzazione nata recentemente a Roma e ancora ai primi<br />
passi; l’Associazione degli studenti africani in Umbria, <strong>tra</strong>sformatasi poi nella più inclusiva<br />
Associazione degli africani in Umbria (Int. 15 e 16 RM), la sezione africana dell’UCSEI (di cui<br />
molti esponenti hanno partecipato al secondo dei focus group realizzati a Roma), il Movimento<br />
degli africani, associazione con sede a Roma e presso il quale si è svolto un altro dei quattro focus<br />
group della nos<strong>tra</strong> ricerca; oppure per quanto riguarda le realtà milanesi: l’associazione di studenti<br />
africani dell’Università Cattolica di Milano, Presenza Studentesca Africana (Int. 15 e 16 MI) e<br />
l’Associazione Donne Africa Sub-sahariana.<br />
51