28.05.2013 Views

Le diaspore africane tra due continenti Indagine sulle ... - CeSPI

Le diaspore africane tra due continenti Indagine sulle ... - CeSPI

Le diaspore africane tra due continenti Indagine sulle ... - CeSPI

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

satellitari), come accade in Francia, ma anche la capacità di <strong>tra</strong>sformare l’immagine dell’’Africano’<br />

presso la popolazione autoctona e di difenderne la complessità e la rispettabilità.<br />

Più in generale, le <strong>diaspore</strong> <strong>africane</strong> in Italia appaiono ancora piuttosto destrutturate dal punto di<br />

vista organizzativo e logistico, poco connesse e attrezzate da un punto di vista comunicativo,<br />

frammentate e anche un po’ conflittuali da quello più direttamente relazionale e politico 57 . Anche<br />

se, come vedremo successivamente, l’iniziativa dell’Unione Africana ha cominciato a smuovere le<br />

acque un po’ stagnanti degli africani in Italia, agendo da pungolo per una mobilitazione più<br />

organizzata, forte si avverte il deficit di strutturazione pratica e di elaborazione politica e culturale<br />

condivisa. Il paragone con la Francia torna con una certa frequenza, accompagnato tuttavia da<br />

riflessioni sul ruolo delle istituzioni del paese di destinazione nel favorire processi aggregativi della<br />

diaspora e dalla speranza che anche in Italia vi possa essere un sostegno istituzionale ad un processo<br />

simile (si veda il paragrafo 5). Ma quale è il rapporto della diaspora con le istituzioni italiane e con<br />

la sfera socio-politica?<br />

Sicuramente, non è raro riscon<strong>tra</strong>re una relazione <strong>tra</strong> esponenti della diaspora e attivismo politico in<br />

Italia. Come ovvio, chi abbia alle spalle una storia migratoria recente si dedica ad altre esperienze -<br />

ed altri bisogni − legati al percorso di integrazione in Italia. Per questo motivo la partecipazione<br />

politica si esprime più facilmente <strong>tra</strong> chi abbia già assicurato una stabilità di vita nel territorio. La<br />

ricerca ha incluso un certo numero di esponenti di élite politica – élite nel paese d’origine – che<br />

vivono ora in condizione (più o meno riconosciuta) di rifugiati politici in Italia. Essi risultano<br />

invero i meno inclini e interessati, ad oggi, ad in<strong>tra</strong>prendere forme di partecipazione politica nella<br />

società Italiana poiché, costretti ad abbandonare i propri luoghi a causa di violenze e oppressioni,<br />

vivono questa sfera della vita come piuttosto delicata e sofferta. Altri, invece, avendo alle spalle<br />

esperienze differenti, oppure avendo ormai raggiunto un equilibrio, una serenità e un’integrazione<br />

in Italia, si sono avvicinati al (o sono stati avvicinanti dal) mondo politico italiano per impegnarsi<br />

at<strong>tra</strong>verso un più o meno diretto coinvolgimento. Di frequente, l’invito proviene dagli stessi partiti<br />

politici, interessati a cooptare figure di spicco e visibilità come rappresentati ed esponenti del<br />

mondo migratorio.<br />

I partiti mi hanno contattato, per esempio AN perché alla des<strong>tra</strong> serve avere degli immigrati perché deve<br />

dimos<strong>tra</strong>re che non è razzista e che quelli che sono dei criminali non li vuole, ma quelli bravi e capaci si.<br />

Invece la sinis<strong>tra</strong> non ne ha bisogno e poi i posti sono al massimo di consigliere, perché tutti gli altri sono<br />

per chi è nel partito (Int. 2 MI).<br />

Anche se risulta più raro che siano stati i migranti ad andare in cerca di forme di rappresentanza e<br />

attivismo politico, per molti di loro l’esposizione politica ha offerto la possibilità di un inserimento<br />

in ambiti nuovi e in reti sociali estese, e la concreta possibilità di integrarsi appieno nella società<br />

italiana. I diversi rapporti sviluppati a livello territoriale con le amminis<strong>tra</strong>zioni locali in primis, ma<br />

anche con le Ong, la società civile, il mondo dell’impresa e dei sindacati sono, nelle esperienze di<br />

alcuni intervistati, estremamente importanti, poiché possono rappresentare sia un riconoscimento<br />

della propria individualità, che la spinta ad un’attivazione di soggetti collettivi o politici, che<br />

altrimenti sarebbero rimasti allo stadio della scarsa coscienza e dell’informalità. In altri casi sono le<br />

relazioni con gli enti locali, il loro impegno culturale politico e finanziario a rendere possibili alcune<br />

iniziative e a farle diventare dei punti di riferimento nel panorama dell’immigrazione: ‘Non è un<br />

segreto per nessuno che la nos<strong>tra</strong> rivista sia sostenuta dalla Provincia di Bologna e ora anche di<br />

Milano’ (Int. 11 MI).<br />

In ogni caso, un elemento comune a molti è il desiderio di esprimere e trovare modalità – che non<br />

sempre e non necessariamente passano per la partecipazione e militanza politica – per coniugare<br />

immigrazione e integrazione sul territorio, ancora più che per ottenere risultati e riconoscimento<br />

come diaspora attiva per il paese d’origine. Poiché sono spesso prioritarie le difficoltà che molti<br />

immigrati sperimentano (in relazione ai processi di regolarizzazione, all’inserimento abitativo,<br />

57<br />

Sullo stato dell’arte del processo politico di formazione di un soggetto condiviso per la rappresentanza della diaspora<br />

africana torneremo nel paragrafo successivo.<br />

47

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!