Le diaspore africane tra due continenti Indagine sulle ... - CeSPI
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(verso la propria famiglia innanzitutto, e poi verso la comunità e l’intero paese), ma che, al<br />
contempo, la diaspora non può essere l’attore primo e principale dello sviluppo e del cambiamento<br />
nel paese d’origine, che necessita di altre forze per realizzarsi. La diaspora, in questa congiuntura<br />
temporale, non solo non è assolutamente in grado, da sola, di sopperire alle carenze e alle<br />
distorsioni esistenti, ma non può neanche ritrovarsi con una responsabilità storica così complessa in<br />
quanto non spetta a lei risolvere la ‘questione africana’. Pur in presenza di una forte spinta e<br />
motivazione, la diaspora può essere uno dei motori dello sviluppo, ma non la panacea ai mali del<br />
continente. Si torna perciò al problema delle grandi s<strong>tra</strong>tegie internazionali e del capitalismo, alle<br />
relazioni sbilanciate e alla mai reale conquistata indipendenza, alla debolezza, corruzione e<br />
autoritarismo dei propri governanti.<br />
Ma in che modo, per i migranti africani della ricerca, è stato possibile o sarebbe auspicabile attivarsi<br />
concretamente per i contesti di origine? Ricostruendo e amalgamando i diversi punti di vista<br />
espressi, possiamo affermare che il ruolo della diaspora si può articolare in:<br />
a) comportamenti individuali di responsabilità rispetto ai propri familiari (principalmente<br />
invio di rimesse e attivazione di opportunità di lavoro e reddito, ma anche attenzione costante ai<br />
bisogni, contatti regolari e rientri, regali e beni in natura)<br />
La ricostruzione può essere stimolata dalle migliori condizioni economiche che gli immigrati<br />
contribuiscono a creare con le rimesse, sono realtà importanti e mandare i fratelli a scuola, creare delle<br />
microstrutture a conduzione famigliare, ci sono anche alcuni che hanno portato imprenditori italiani… <strong>Le</strong><br />
migrazioni sono una tappa di una crescita (Int. 6 RM).<br />
b) comportamenti individuali di responsabilità e mobilitazione rispetto alla società d’origine e<br />
di destinazione. Ad esempio, diffondendo informazioni circa le condizioni di vita in Africa,<br />
facendosi ambasciatore della storia e cultura africana all’estero, oppure at<strong>tra</strong>verso attività di<br />
lobbying e di promozione del proprio paese presso soggetti della società italiana. Un primo terreno<br />
in cui i migranti possono, anche individualmente, esprimersi consiste nella promozione presso i<br />
contesti di arrivo di una cultura delle migrazioni e della provenienza africana, una circolazione di<br />
informazioni <strong>tra</strong> la comunità immigrata e la popolazione locale volta ad una conoscenza delle reali<br />
condizioni e problematiche presenti in Africa, ma anche semplicemente alterando le percezioni<br />
correnti e stereotipate sugli africani, come succede ad un medico nigeriano che compie<br />
giornalmente visite a domicilio nella provincia di Rovigo:<br />
L’Africa non appartiene a me, sono io che appartengo all’Africa e che devo agire per lei, portare alta<br />
l’immagine degli africani qui, lo faccio ogni giorno con la mia professione. Sai quante volte suonavo alla<br />
porta e mi dicevano di andare via, che non volevano comprare niente… io resto fermo, suono di nuovo e<br />
ripeto che sono il medico… (Int. 6 RM).<br />
In tal senso, secondo alcuni, i migranti costituiscono una fonte informativa e formativa di<br />
prim’ordine per <strong>tra</strong>sformare lentamente opinioni, mentalità e pregiudizi sull’Africa, ma anche per<br />
realizzare quell’azione opposta di sensibilizzazione e informazione delle comunità di partenza <strong>sulle</strong><br />
realtà esistenti nei paesi ricchi:<br />
Noi siamo fattori, veicolo di cultura, io apro la fines<strong>tra</strong> su usi e costumi dell’africa, molti pensano al<br />
Togo e pensano al biscotto, io porto in giro e faccio conoscere elementi della cultura africana, Siamo<br />
ambasciatori dei nostri paesi, delle nuove afriche, dei molti paesi. Già facendo gli ambasciatori qui<br />
possiamo aiutare l’Africa. Spesso vado a portare una testimonianza per dei progetti in Africa, mi<br />
chiamano per progetti su scuole, adozioni, bambini. Ci vado volentieri perché è quello che posso fare per<br />
la mia Africa. (Int. 5 MI)<br />
E’ quello che sto facendo adesso, parlo con te e ti racconto com’è la situazione nel mio paese. Cosi poi<br />
possono uscire notizie e informazioni e la gente può sapere. Per esempio ho conosciuto una persona<br />
vicina al ministro in Benin, e i miei racconti poi sono serviti per influenzare, per far sapere come<br />
comportarsi, cosa decidere. At<strong>tra</strong>verso la rete si può cambiare la mentalità di alcuni, si possono stimolare<br />
iniziative. (Int. 6 MI)<br />
I Singoli migranti sono dei facilitatori (un po’ come i cooperanti in Africa) e possono diventare<br />
promotori di progetti. Possono sensibilizzare, stimolare dibattiti, fare lobbying, gruppi di pressione ma<br />
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