Cronica di Taverna - Dalla colonia Greca alla Città Medievale
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Avea il Prefetto per sua mercede le Convenienze solite all’altri Prefetti, nδ paga; e’<br />
durava il suo officio per anni tre, e’ molte volte era Vitalizio, qualora il soggetto era<br />
<strong>di</strong> prelibati Costumi, e’ <strong>di</strong> dottrina superiore all’altri; ó pure qd. o era ricco cδ la<br />
speranza <strong>di</strong> qualche Lassito, ó faceva á sua spesa utile all’Ateneo nδ era maj amosso;<br />
poiche á tanta spesa vi bisognava qualche sussi<strong>di</strong>o, nδ mancandovi li Governatori,<br />
qd. o si ritiravano da loro Governi, e’ li Mercatanti nell’Ultimo delle fiere<br />
somministrarli qualche Cosa, nδ tanto per il mantenimento delli Scolari poveri, quanto<br />
per il salario de Maestri; Ricevendo bensì l’Ateneo per li Giovani Nobili de Villaggi, ó<br />
pure Commo<strong>di</strong> qualche Sussi<strong>di</strong>o: però dopó l’introduz. ne delli panni, e’ della Carta,<br />
entrando molto Utile al Publico, e’ la spesa per la Carta <strong>di</strong>minuita nδ si stava cδ<br />
rigore á qsto sussi<strong>di</strong>o: má si lasciava in libertà <strong>di</strong> ognuno, che volea al sud. o Ateneo<br />
contribuire grano, ó danari. Per or<strong>di</strong>nario si ricevevano graδ quantità <strong>di</strong> messe dalle<br />
Case de figlioli, che imparavano, e’ nδ poco contribuivano <strong>alla</strong> porzione della<br />
Mercede, che li Maestri ricevevano, che secondo la qualità de med. mi ricevevano il<br />
salario; e’ molte volte si faceano venire, qd. o bisognavano, forastieri per tal fine, nδ<br />
risparmiandosi á spesa, purche li Maestri fossero ottimi per l’Insegnam. to // Vi era al<br />
frontespizio dell’Ateneo quel Versetto delle Parabole, scolpito in marmo: Beatus<br />
homo, qui invenit Sapientiam, et qui affluit prudentia al Cap. 3.°.<br />
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Capo Capo IX. IX. Dell’Epanortote.<br />
Dell’Epanortote.<br />
L’Epanortote, ó Censore de Romani, ó per meglio <strong>di</strong>re Correttore de Costumi si creava<br />
da Nobili nelle Stanze Arcipresbiterali, ove vi era una stanza apparte cδ l’iscriz. ne<br />
cavata dall’Ecclesias. co all’ 8: Non te praetereat narratio Senioruδ: ipsi n* <strong>di</strong><strong>di</strong>cerunt<br />
á patribus suis, quoniaδ ab ipsis <strong>di</strong>sces intellectuδ, et in tempore necessitatis dare<br />
responsuδ. In qsta stanza Arcoipresbiterale, entro il Vescovato si radunavano li<br />
Nobili, tanto Ecclesiastici, quanto Secolari, che passavano l’età <strong>di</strong> anni 50., e’ davano<br />
in potere dell’Arciprete, ó Paroco <strong>di</strong> S. Nicolò il Voto scritto, e’ sugellato<br />
dell’Eligendo; e’ coluj, che avea la maggior parte de Voti era l’eletto, che dovea<br />
passare l’età <strong>di</strong> anni 50. sia Ecclesiastico, sia Secolare. Questo eletto nδ si sapeva chi<br />
era, solam. te licenziata la Radunanza, publicava all’Eletto l’Arcip. te l’elezzione sua in<br />
Correttore de Costumi; quale avea autorità nella sola <strong>Città</strong>: poiche per li Villaggi, e’<br />
per le donne, l’Arcip. te, con il Cantore, e’ li Parochi n’eliggevano un’altro secretam. te<br />
fra <strong>di</strong> loro; che si chiamava Correttore del 2.° Semestre.<br />
Si <strong>di</strong>ceva il Correttore della <strong>Città</strong> del p.° Semestre, nδ perche la sua autorità durasse<br />
sej mesi, perche durava per tutto l’anno: má perche terminato l’anno della sua carica,<br />
dopó sej mesi, il nuovo Censore esaminando la Condotta del passato, riceveva<br />
dall’Arcip. te la mercede. Quello del 2.° Semestre, perche dovea essere esaminata la sua<br />
Condotta per un’anno, dopó<br />
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