Cronica di Taverna - Dalla colonia Greca alla Città Medievale
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Sempronio** Grassio in tutte le Solennità; poiche tra l’Arciprete, ed il Cantore vi era<br />
una lite <strong>di</strong> precedenza in Roma: poiche il Ves. vo nδ vi si era voluto intromettere,<br />
essendo la sud. a lite che abbracciava quasi tutta la Nobiltà, per essere fra due famiglie<br />
le più prepotenti: cioè la Rocca, <strong>di</strong> Cui era l’Arcip. te; e’ la Faragonios del Cantore; ed il<br />
Ves. vo vi teneva il Decano per officiare sino che dal Papa fosse tale lite decisa; poiche<br />
l’Arcivescovo <strong>di</strong> Reggio Bartolomeo Gattulo l’avea deciso á Favore del Cantore, e’<br />
l’Arciprete si avea appellato al Pontefice Martino; e’ si aspettava da Roma la<br />
decisione. E perciò il Ves. vo Ortensio vi veniva per sej mesi, e’ pp l’altri sej vi lasciava<br />
il sud. o Decano, che faceva oltre le funzioni l’officio ancora <strong>di</strong> Vicario, nδ avendo<br />
voluto, che il Cantore durante qsta lite esercitasse tal Carica, <strong>di</strong> tanto utile, ed onore.<br />
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Intorno al Governo nδ vi era mutaz. ne più <strong>di</strong> quello si è detto, qd. o si há trattato <strong>di</strong><br />
sopra. Li Consoli dell’Arti, ó siano Prefetti si facevano secondo l’antico solito, così<br />
parim. ti quelli della Seta, Panni, e’ Carta; avendo desiderato la Nobiltà far cangio, ó<br />
sia elez. ne <strong>di</strong> quello dell’Ateneo; má perche ciò si facea ad astio per la lite tra il<br />
Cantore, e’ l’Arcip. te, la Contessa or<strong>di</strong>nò, che nδ si facesse nuova elez. ne, nδ dovendo<br />
per il malgra<strong>di</strong>m. to del privato, turbarsi il bene publico.<br />
Il Borgo poj era pure <strong>di</strong>latato <strong>di</strong> Fabriche, perche dovea essere capace <strong>di</strong> più gente per<br />
le famiglie de Vasari <strong>di</strong> Creta, Mastri <strong>di</strong> polvere, Concieria <strong>di</strong> pelli, Tintoria <strong>di</strong> seta, e’<br />
panni, ferrari, bottari, fornari, e’ la Laniena* dell’Animali; poiche uccisi doveano<br />
portarsi per dentro Taberna, per nδ rendere la <strong>Città</strong> men pulita; come ancora tutte<br />
l’arti, che faceano strepito, erano situate nel Borgo, e’ parim. ti le arti più vili, per nδ<br />
pagare affitto grande, ed occupare il luogo all’altri, sino alli Cappellari.<br />
Il Recinto delli Giudej era pure ampliato; poiche cδ tante industrie nella <strong>Città</strong>, qsti nδ<br />
mancavano <strong>di</strong> profittarne; oltre** li Stati de Ruffi, e’ de Marzani, dove andavano li<br />
Citta<strong>di</strong>ni á smaltire le Robbe, li ebrej andavano per tutto, portandone però <strong>di</strong> quelli,<br />
che nδ riuscivano troppo buoni nelle tinte, e’ per la mala qualità, che talvolta<br />
s’incontrava nella lana. Tutte le cose invendute nelle fiere, che restavano al<br />
Soterargirio, se ne pigliavano porzione, che vendevano. E sopra tutto la più maggiore<br />
industria si era, li Vestiti, che facevano <strong>di</strong> ogni sorte Nuovi, e’ Vecchi; e’ robbe ancora<br />
<strong>di</strong> tela, che l’esponevano alle fiere: che dopó l’industria de panni era qsta Razza<br />
moltiplicata, ed arricchita cδ le Berrette dell’Uomini, e’ cδ le Coppole per le donne, e’<br />
piccirilli, che mandavano per il Regno tutto, e’ fuora pur anco.<br />
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Fatta la Numeraz. ne <strong>di</strong> tutto lo Stato, secondo la Nota ricevutane Olibrio Rocca<br />
l’anno 1400; poiche quella del 25. per l’apparecchio della guerra nδ si fece; conforme<br />
era solito ogni 25. anni <strong>di</strong> farsi; si ritrovò la seguente.<br />
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