Cronica di Taverna - Dalla colonia Greca alla Città Medievale
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che l’avea desolata, cδ privarla del titolo <strong>di</strong> <strong>Città</strong>, ad ogni modo nell’altre sue<br />
prerogative, che appartenevano all’Utile, nδ era stata cangiata, ne variata; e’ se bene<br />
alcuni dubitavano quest’atto cagionarli qualche <strong>di</strong>sgrazia, e’ si accomodavano <strong>alla</strong><br />
toleranza; ciò nδ ostante prevalse il partito della protesta; ed il Giustiziario ch’era<br />
Vecchio, e’ Corteggiano più che nδ militare vi si accomodò, amando la quiete, e’ nδ il<br />
<strong>di</strong>sturbo; risoluz. ne approvata dallo stesso Re Carlo, che nel Terzo** Giustiziario, che<br />
fú dopó il triennio Ascanio Cozza, vi pose <strong>alla</strong> Patente la Clausola: salvis civiuδ<br />
juribus; conoscendo molto bene l’Indole <strong>di</strong> quej Citta<strong>di</strong>ni nδ avvilirsi d’animo, benche<br />
abbattuti dalle <strong>di</strong>sgrazie.<br />
Il Mastro Razionale era quello, che esiggeva l’entrade del Padrone, tenendo sotto <strong>di</strong> se<br />
due altri Razionali, e’ 6. soldati per esiggere tutti li Iussi cδ le ren<strong>di</strong>te. Risedeva nel<br />
Castello; e’ teneva il luogo appresso il Castellano nel sedere.<br />
Il Castellano teneva giuris<strong>di</strong>z. ne nel Castello, e’ sino <strong>alla</strong> porta della <strong>Città</strong> pure se<br />
l’usurpava; Nella fiera, che ivi si faceva era luj il Padrone; Teneva sotto <strong>di</strong> se due<br />
Capitani, Uno per Consigliero, e’ l’altro per il Comando; essendo per or<strong>di</strong>nario il pred. o<br />
Consigliero un Capitano giubilato Vecchio, al quale li si dava la Potestà <strong>di</strong> consigliare<br />
nelli delitti de soldati, e’ decretare le pene ad moduδ belli, e’ soleva <strong>di</strong>morare, ora in un<br />
castello, ora in un’altro della Giuris<strong>di</strong>z. ne però dello stesso Padrone. La Carica <strong>di</strong><br />
Castellano durava á beneplacito del Padrone, e’ nelle solennità occupava il 2.° luogo<br />
nel sedere.<br />
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Capo Capo Capo XI. XI. Del Del Vescovo, Vescovo, e’ e’ sue sue DDignità.<br />
DD<br />
ignità.<br />
Avendo l’Apostolo S. Paolo per la Magna Grecia caminato, ed ivi attrovate le Genti<br />
troppo imbevute della dottrina Pitagorica, nδ poté l’anno 49. <strong>di</strong> Xto più della <strong>Città</strong> <strong>di</strong><br />
Reggio piantarvi la Vera Fede; nulla<strong>di</strong>meno però vi lasciò sparsi molti semi della<br />
Cristiana Religione; che Dionisio poj l’Aeropagita passato d’Atene, ove era Ves. vo in<br />
Cotrone, e’ da qui pp la Magna Grecia, acció cδpisse ciò che l’Apostolo Paolo avea<br />
incominciato <strong>di</strong> passaggio, si fermò nell’Uria, e’ convertì <strong>alla</strong> Fede Gilio Sacerdote nel<br />
Tempio <strong>di</strong> Palepoli, ne mancò <strong>di</strong> cδvertirne altri li più maggiori in dottrina, poiche la<br />
Fama della Sapienza <strong>di</strong> Dionisio era bene in tutta la Magna Grecia nota, se nelle cose<br />
più ardue, e’ <strong>di</strong>fficili soleano scrivere in Atene all’Aeropago, e’ Dionisio <strong>di</strong> quel graδ<br />
Senato sapeasi esserne l’Anima. Nδ consegnò Gilio Ves. vo, volendo, che più fosse nella<br />
Fede Confermato; nδ <strong>di</strong>meno raccomandò in Reggio á Stefano Niceno Ves. vo lasciato<br />
ivi dall’Apostolo, acció facesse una Visita per la Magna Grecia, ed or<strong>di</strong>nasse ivi li<br />
Vescovi, come infatti l’anno 51. <strong>di</strong> Xto or<strong>di</strong>nò Vescovo dell’Uria allo stesso Gilio; e’<br />
l’anno 62. á Porfirio dopó la morte del med. mo Gilio.<br />
Li Vescovi successori stavano in qualche Cautela, abbenche á tempi <strong>di</strong> Trajano,<br />
Adriano, Marco, e’ Antonino Pio Imperatori vivessero li Cristiani senza tante<br />
inquisiz. ni, ad ogni modo ne tempi seguenti stavano molto occulti, e’ segretam. te si<br />
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