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Voglia di crescere - Centro Studi Logos

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Un po’ <strong>di</strong> storia.<br />

Era un pomeriggio del 1985 quando, dopo aver accompagnato<br />

i genitori <strong>di</strong> Nino alla porta, mi vennero incontro le mie<br />

due bambine, Katia e Daniela. Capii dai loro visi infuriati che<br />

qualcosa <strong>di</strong> grave era successo. Non si perdettero in preamboli:<br />

“ Papà, ora basta! Quel bambino che ci hai affidato è una peste”<br />

e giù un elenco <strong>di</strong> malefatte che capii si riferivano al piccolo<br />

Nino che era appena uscito. “Ha staccato la testa a tutte le nostre<br />

bambole, stava soffocando Lilli”. Lilli era la gatta <strong>di</strong> casa che, ai<br />

loro occhi e al loro cuore, era molto più sacra delle bambole.<br />

“L’ha inseguita per tutta la casa, la voleva strozzare.” Terminarono<br />

la loro filippica con un ultimatum: “Papà, ora basta! Non<br />

vogliamo più che quel bambino entri nella nostra stanza.”<br />

Non avevo mai visto le mie figlie così infuriate e refrattarie<br />

nei confronti <strong>di</strong> quelli che io chiamavo, e questo le faceva<br />

ingelosire, “i miei bambini”e cioè i bambini <strong>di</strong>sabili. Pensai che<br />

avevo chiesto troppo affidando loro, per il tempo necessario ad<br />

effettuare l’anamnesi con i genitori, quella piccola peste che era<br />

appena uscita. Pensai che forse avevo ottenuto l’effetto opposto<br />

a quello che mi ero prefisso: che anche loro amassero questi<br />

bambini. Erano forse passati circa sei mesi quando mi richiamarono<br />

quegli stessi genitori, per una visita <strong>di</strong> controllo. Questa<br />

volta, memore delle minacce, mi proposi <strong>di</strong> evitare <strong>di</strong> affidare il<br />

bambino alle cure delle mie figlie, pertanto feci entrare tutti insieme:<br />

i genitori e Nino nello stu<strong>di</strong>o. Mi <strong>di</strong>ssero subito che le<br />

cose erano molto cambiate ed in meglio. Nino era molto più sereno,<br />

attento, collaborante e anche più capace <strong>di</strong> capire e ragionare.<br />

Quando rifeci i test mi accorsi subito anch’io che qualcosa<br />

era cambiato: quel bambino così <strong>di</strong>fficile ed instabile adesso<br />

collaborava con gioia alle prove che <strong>di</strong> volta in volta gli proponevo.<br />

Adesso si muoveva come un ometto nella stanza senza<br />

coinvolgere nella sua traiettoria paralumi, se<strong>di</strong>e e ninnoli che<br />

rimanevano miracolosamente integri al loro posto.<br />

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