CAPITOLO SECONDO - Giovanni Marchetti - Sito web personale

Si può leggere anche un riferimento ai rapporti con gli ambienti economici che
avevano lucrato sulle spalle delle masse cittadine attraverso l’approviggionamento
del frumento pontico. Infine, come nei confronti di Demostene (fr. 12, 4) definito
ñ Briárewj, l’attacco di Timocle si appunta sulle qualità oratorie di Telemaco, ma,
come vedremo nei frr. 18 e 23, il poeta tornerà a ironizzare sul personaggio per la
sua smisurata passione per le fave. Tuttavia il tono generale del frammento
sembra richiamarsi alla tradizione dell’ ðnomastì kwm_deîn del V sec. a.C.
Ma l’ ðnomastì kwm_deîn compie ora una funzione differente ed obbedisce al
nuovo modello di commedia. Si legge l’ironia contro singoli personaggi (politici,
letterati, filosofi, oratori etc.), ma questa non sembra al servizio della critica di
idee o valori come era in Aristofane. Nella mésh troviamo una sequela di
personaggi ben noti al grande pubblico sui quali si ironizza per le debolezze
gastronomiche o sessuali o per il modo di vivere, da cui i poeti cercano di far
emergere piuttosto un quadro contemporaneo che rifletta in modo paradigmatico
certi usi e costumi della società. In Timocle però si aggiunge anche una
dimensione politica. Ma egli, come si è già evidenziato, non sembra cedere al
partito preso, ma piuttosto si schiera per la difesa degli interessi dei cittadini
ateniesi.
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