CAPITOLO SECONDO - Giovanni Marchetti - Sito web personale
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lontano Fidippo 166 il grasso, figlio di Cherefilo, che passava per di lì 167 , gli fischiò e gli ordinò di<br />
mandare i cesti 168 .<br />
Circa la datazione dell’opera può risultare importante la citazione di Telemaco e<br />
in particolare la notizia intorno alla sua proposta di decreto del 329/328 a.C.<br />
Dunque l’opera dovrebbe riferirsi a quel periodo. Eustazio citando la Thlemácou<br />
cútra nel Commento all’Odissea (1394, 26) sostiene che la “pentola di Telemaco”<br />
indicava il cibo modesto dei poveri costituito prevalentemente da legumi.<br />
Secondo Wilamowitz (1962, pp. 690 sgg.) sembra che in questo passo si ironizzi<br />
su Telemaco che era solito esortare a fronteggiare le carestie ritornando<br />
all’utilizzo dei legumi come nutrimento.<br />
Telemaco è citato anche nel fr. 19 di Timocle come accumulatore di riserve di<br />
fave. Peraltro le fave costituivano un alimento rifiutato dai pitagorici e sappiamo<br />
che Timocle esercita una forte critica verso il pitagorismo (cfr. fr. 20 K.-A.)<br />
Il passo è tuttavia interessante per la collocazione assegnata da Ateneo alla<br />
citazione. Mi limito per ora a constatare tre aspetti 169 :<br />
1. Ateneo inserisce il famoso inciso (˜n dè kaì trag_díaj) a proposito<br />
dell’opera LÔqh e non alcune righe più in basso quando cita l’altra opera<br />
ŒIkárioi sáturoi, come sarebbe più logico in relazione al fatto che si<br />
tratterebbe di un dramma satiresco.<br />
2. a livello del fr. 23, Ateneo si riferisce a Timocle, attraverso le parole di<br />
Democrito, in prima istanza come kwm_díaj poihtÔj.<br />
3. in riferimento alla LÔJh Ateneo utilizza la dizione æn mèn drámati LhJ+. In<br />
particolare non ho trovato riscontri, in altri passaggi simili, della formula<br />
Œen mèn drámati senza l’esplicazione di un correlativo dé. Quanto all’uso del<br />
166<br />
Fidippo, uno dei due figli del pescivendolo Cherefilo già citati al fr. 15. Anche Alessi lo cita nel<br />
fr. 7.<br />
167<br />
Pariónta ... pánu ... pórrwJen ... pacùn ... ŒepóppuseŒ. notare il gioco di assonanze<br />
costruito da Timocle.<br />
168<br />
L’inciso richiama il v. 4 del fr. 16 K.-A. …doûnai¿ soi ke/leuson sarga/naj; ambedue i<br />
frammenti si riferiscono ai figli di Cherefilo.<br />
169<br />
Come riferito, l’analisi complessiva sarà condotta nel capitolo III.<br />
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