CAPITOLO SECONDO - Giovanni Marchetti - Sito web personale
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Aristofonte nel PuJagoristÔj esplorò al massimo tutte le possibilità comiche nei<br />
confronti dei pitagorici.<br />
Alessi nel fr. 164 K.- A. dice:<br />
ñ dè sòj pénhj 1st; , ý glukeîa< toûto dè<br />
dédoic; ñ Janatoj tò génoj, 9j fasin, mónon.<br />
ñ goûn TiJúmalloj ÞJánatoj periércetai 93<br />
dove si indica l’ “immortalità” di Titimallo riferita alla teoria pitagorica in base<br />
alla quale l’immortalità è collegata alla pratica vegetariana.<br />
Nel frammento di Timocle si noti il riferimento ai “lupini” comprati a basso<br />
prezzo che salvano Titimallo dalla morte con evidente riferimento comico alle<br />
proibizioni alimentari dei pitagorici. Tali proibizioni, peraltro, come ricorda<br />
Porfirio 94 , i pitagorici l’avevano presa dagli Egizi 95 . Nel frammento leggiamo<br />
anche l’allusione alla “fame” (cfr. vv. 4-6), che richiama il fr. 164 K.-A. di Alessi<br />
secondo il quale la morte teme soltanto gli uomini più affamati.<br />
In generale si può dunque dire che i frammenti conservati della mésh confermano<br />
una prassi parodica nei confronti dei pitagorici. E ciò costituisce una ulteriore<br />
conferma dello sviluppo della mésh in direzione della commedia dei “tipi” e<br />
dell’interesse per la parodia filosofica. Sul piano del rapporto tra pitagorici e<br />
parassiti, i commediografi sembrano determinarne un legame attraverso la<br />
categoria dell’ “imbroglio” che si basa sulla falsa fedeltà ai principi della setta<br />
filosofica e su una pratica di vita incongruente con le idee sostenute. L’aspetto<br />
comico si evidenzia nello smascheramento di un tale comportamento e nella<br />
rivelazione delle ragioni autentiche di una prassi che si pretende di giustificare<br />
attraverso un certo credo ideologico.<br />
Ma, come si è detto, nei commediografi della mésh non si ritrovano le pretese<br />
educative che caratterizzano, invece, la commedia di Aristofane. Perciò pitagorici,<br />
parassiti e cinici appaiono uniti nell’ironia dei poeti nei confronti di persone la cui<br />
93 “Tuo (marito), mia cara, è un poveraccio; a quanto dicono, la morte teme soltanto questo<br />
genere (d’uomo). Titimallo, ad esempio, va qua e là immortale.”<br />
94 Cfr. Porphyr. VP 43-45.<br />
95 Cfr. Tim. fr. 1 K.-A. attacco alla religione egiziana.<br />
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