CAPITOLO SECONDO - Giovanni Marchetti - Sito web personale
CAPITOLO SECONDO - Giovanni Marchetti - Sito web personale
CAPITOLO SECONDO - Giovanni Marchetti - Sito web personale
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Kassel e Austin pensano a un suntriÔrarcoj del 323-322 citato in IGII/2 1632,<br />
224, 229, 237.<br />
Quanto a Cherefilo, venditore di pesce, proveniente dal demo di Peania (citato da<br />
Alessi fr. 77 K.-A. 127 ), è menzionato anche da Dinarco I, 43 e in due orazioni di<br />
Iperide (frr. 181-191 Blass). Il personaggio è noto per aver ottenuto la cittadinanza<br />
ateniese intorno al 323 a.C. per sé e per i tre figli Fedone, Panfilo e Filippo.<br />
La cittadinanza alla famiglia di Cherefilo fu concessa su sollecitazione di<br />
Demostene (cfr. Dinarco, Contro Demostene 43) per aver provveduto a rifornire<br />
di viveri la cittadinanza negli anni di carestia 330-326 a.C. Di qui l’ironia di<br />
Timocle contro gli ambienti economici (vedi anche il Telemaco del fr. 18) che<br />
sviluppano i propri affari sulle spalle dei cittadini ateniesi.<br />
Anche nel fr. 27 K.-A. di Antifane si allude ai figli di Cherefilo, in particolare<br />
quando il poeta dice che Pitionice æpì tò táricój æstin Ìrmhkuîa gár.<br />
Quanto “ai due sgombri” si tratta appunto di due figli di Cherefilo. Questa<br />
definizione si riferisce, probabilmente, al fatto che lo sgombro era ritenuto dagli<br />
ateniesi un pesce stupido per il fatto di cacciarsi facilmente nelle reti ed è, dunque,<br />
un modo ironico di Timocle per stigmatizzare la personalità dei due giovani. La<br />
figura dell’etera Pitionice di Atene ricorre in Timocle: a) come amante di Arpalo<br />
(fr. 16 K.-A.); b) nell’elenco di etere ateniesi (fr. 27 K.-A.). E’ citata anche da<br />
Alessi (fr. 14 K.-A.). Rappresenta una delle etere più note nel periodo 340-330<br />
a.C. 128<br />
Ateneo (XIII 594a / 595f) ci informa che fu la prima amante di Arpalo, che<br />
successivamente seguì a Babilonia intorno al 330 a.C. Vi morì nel 326 a.C., dopo<br />
aver dato una figlia ad Arpalo che egli condusse ad Atene e affidò a Focione (cfr.<br />
Plut. Phoc. 82). Quanto alla Pitionice citata da Timocle nel fr. 27 si tratta<br />
probabilmente di un caso di omonimia.<br />
127 Il fr. 77 K.-A. è citato da Ateneo in III 119f:<br />
toùj Cairefílou dŒ uëeîj AJhnaíouj, 3ti<br />
eêsÔgagen táricoj, o$uj kaì TimoklÖj<br />
êdÎn æpì tÏn …ippwn dúo skómbrouj 1fh<br />
æn toîj Satúroij eônai<br />
(I figli di Cherefilo divenuti cittadini ateniesi poiché egli importava pesce salato, anche<br />
Timocle avendoli visti a cavallo, li definì due sgombri nell’opera I Satiri).<br />
128 Cfr. su questo Diod. Sic. XVII, 108, 4-5.<br />
69