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CAPITOLO SECONDO - Giovanni Marchetti - Sito web personale

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Il titolo della commedia si riferisce agli abitanti di Cauno, città fondata da Cauno,<br />

che, innamoratosi della sorella gemella Bibli, fuggì in Caria. La sorella<br />

abbandonata, gettatasi da una rupe, fu trasformata in fonte grazie all’intervento<br />

delle Ninfe 89 .<br />

C’è da notare ai vv. 4-5 il gioco di parole a)pekarte/rhse/e)kartÔ/rese che richiama,<br />

ancora una volta, le antitesi care a Demostene (Halonn. 5-6, 342 a.C.) dove, in<br />

relazione alla eventuale cessione dell’isola da parte di Filippo, Demostene utilizza<br />

lábhte / Þpolábhte). Dunque un richiamo parodico alle antitesi dell’oratore (cfr.<br />

anche Alessi fr. 212 K.-A.).<br />

Per quanto riguarda il parassita Titimallo, egli è spesso citato dai comici come un<br />

parassita tanto miserabile da divenire sinonimo di “affamato”.<br />

Invero i due frammenti di Timocle su Titimallo presentano interessanti elementi<br />

di analisi. Abbiamo già detto che nell’ambito della mésh i due principali obiettivi<br />

filosofici oggetto di parodia furono i pitagorici e Platone. In particolare nei<br />

confronti dei pitagorici si realizzò una convergenza tra la parodia filosofica e la<br />

commedia dei caratteri 90 .<br />

Lo studio dei frammenti della mésh permette di osservare una sorta di confluenza<br />

comica tra il mondo pitagorico, il parassita e l’ ÞlazÍn. L’attacco ai pitagorici si<br />

rileva anche dai titoli di alcune commedie 91 ; in generale i poeti comici tendono a<br />

riferirsi a quelle figure di pitagorici provenienti dalla Magna Grecia che avevano<br />

conservato le tradizioni più antiche della setta, di fatto convergenti con gli aspetti<br />

delle teorie “ciniche” che predicavano le sobrietà volontariamente accettata.<br />

Nel fr. 9 del PuJagoristÔj di Aristofonte si parla appunto di pitagorici sobri nel<br />

mangiare, e nel fr. 10 si descrivono gli abiti dei pitagorici sudici e privi di lusso,<br />

citando in particolare i due noti parassiti Titimallo e Filippide 92 .<br />

Titimallo e Filippide erano appunto due parassiti ben noti nell’Atene del tardo IV<br />

sec. a.C.<br />

89<br />

Cfr. Ov., Metam. IX 451 e sgg. Secondo un'altra tradizione Bibli si sarebbe impiccata.<br />

90<br />

Cfr. Sanchis LLopis, 1995, pp. 67-82.<br />

91<br />

Ad es. PuJagoristÔj di Aristofonte e PuJagorízousa di Cratino il giovane e Alessi; infine<br />

Tarantînoi di Alessi.<br />

92<br />

Sul tema del vegetarianismo dei pitagorici, emarginazione sociale e commedia del IV sec. a.C.<br />

cfr. Santese, 2001, pp. 1-13.<br />

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