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CAPITOLO SECONDO - Giovanni Marchetti - Sito web personale

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Ma la critica ironica che Timocle e la mésh esercitano verso le etere non ha nulla a<br />

che vedere con quanto si riprometteva Aristofane quando, ad esempio, ironizzava<br />

sulle donne. Timocle (cfr. fr. 25) sembrava puntare la sua critica contro la natura<br />

degenerata di questi personaggi (etere e parassiti) che nell’arricchimento<br />

<strong>personale</strong> e nella soddisfazione dei propri desideri senza particolari sacrifici<br />

simboleggiano una tipologia di figure socialmente negative nell’Atene del tardo<br />

IV sec. a.C. Soltanto più tardi, con la néa e con Menandro, si recupererà<br />

un’immagine e una funzione delle etere che giungeranno, in taluni casi, a<br />

diventare lo strumento positivo di intrighi amorosi e di vicende familiari come ad<br />

es. Abrotono nell’Arbitrato, che a sua volta costituirà un modello per la Taide<br />

dell’Eunuchus di Terenzio 131 .<br />

Un esempio di feroce invettiva si trova anche nella commedia Neotide di<br />

Anassilao (fr. 22 K.-A.) datata intorno al 350 a.C., in cui si paragonano alcune<br />

famigerate etere ai mostri mitologici. La Pitionice del fr. 16 di Timocle che fa<br />

man bassa dei doni ricevuti e si unisce ai figli del celebre pescivendolo<br />

Cherefonte per soddisfare le proprie ghiottonerie; l’estasiata descrizione<br />

dell’ignoto personaggio del fr. 24 di Timocle che esalta l’amore virginale a fronte<br />

di quello oneroso delle etere; l’avidità della Frine descritta nel fr. 25, che neppure<br />

ripaga l’amante con un atto di amore, costituiscono gli esempi del trattamento che<br />

Timocle fa di questo personaggio e rappresentano una sintesi dei difetti tipici<br />

attribuiti ad esso dai commediografi del IV sec. a.C.<br />

fr. 16<br />

Passando al frammento 16 K.-A. che in Ateneo segue immediatamente alla<br />

citazione del fr. 15 K.-A., esso è costituito da sette trimetri giambici.<br />

h( Puqioni¿kh d' a)sme/nwj se de/cetai,<br />

kai¿ sou kate/detai tuxo\n iãswj aÁ nûn eÃxeij<br />

labwÜn par' h(mÏn dÏr'< aÃplhsto/j e)sti ga/r.<br />

oÀmwj de\ doûnai¿ soi ke/leuson sarga/naj<br />

131<br />

Alcuni esempi anticipatori in tale senso si ritrovano in Eub. fr. 41 K.-A., Efip. fr. 6 K.-A. e<br />

Antiph. fr. 210 K.-A.<br />

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