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CAPITOLO SECONDO - Giovanni Marchetti - Sito web personale

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Il frammento, che forse appartiene al prologo 186 della commedia, si può porre in<br />

analogia con la scena delle Eumenidi di Eschilo, in cui le Erinni, assopite nel<br />

tempio, circondano Oreste. Ma, nell’opera di Timocle, le donne sono prostitute e<br />

il ruolo di Oreste è assunto dal personaggio di Autoclide, noto pederasta<br />

dell’epoca.<br />

Le prostitute dormienti citate nel frammento sono undici.<br />

Undici sono anche i membri del tribunale giudicante al quale sembra riferirsi il fr.<br />

28 K.-A. costituito di una sola parola, parábuston, e tramandato da Arpocrazione<br />

(p. 237, 1 Dind.) che alla voce in esame riporta: o0twj ækaleîtó ti tÏn par’<br />

’Aqhnaíoij dikasthríwn, æn þi ædíkazon oë 6ndeka. 187 Dunque il Parábuston era un<br />

tribunale composto da undici magistrati incaricati di istruire le cause che<br />

prevedevano la pena capitale e i delitti contro la morale pubblica.<br />

Un tale riferimento fa ipotizzare la possibilità che nell’opera di Timocle si<br />

parlasse di un processo subito da Autoclide in analogia al processo di Oreste.<br />

E’ interessante l’analisi del termine grâej utilizzato da Timocle nel fr. 27 per<br />

indicare le undici etere. Il Wagner 188 sostiene che “vertendum non est anus sed<br />

mulierculae” al fine di evitare incongruenze temporali. Ateneo (XIII 587a) ricorda<br />

che Nannio è citata da Iperide nell’orazione Contro Patroclo; si tratta dunque di<br />

un’etera in auge nella seconda metà del IV sec. a.C. e menzionata in diverse<br />

commedie databili negli anni 340-320 a.C. Lo stesso Ateneo citando il fr. 225 K.-<br />

A. di Alessi ricorda una Nannio ubriaca fradicia; riportando poi il fr. 414 K.-A. di<br />

Menandro si riferisce ancora ad una Nannio sedotta. Il testo di Menandro è<br />

databile dopo il 320 a.C. Ancora Ateneo (XIII 587c), citando Antifane, ricorda<br />

che “Nannio era chiamata Proscenio perché aveva un volto grazioso e indossava<br />

gioielli e abiti di lusso, ma quando se li toglieva era orribile. Era figlia di<br />

Cornacchia, la figlia di Nannio, e riprese il nome della nonna per via della<br />

prostituzione estesa a tre generazioni”.<br />

186 Cfr. Olson, 2007, p. 175. Del resto cfr. anche Eum. 46-47: prósqen dè tÞndròj toûde<br />

qaumastòj lócoj / e0dei gunaikÏn æn Jrónoisin h$menoj (dinanzi a quest’uomo dorme una<br />

strana schiera di donne adagiate sui seggi)<br />

187 “Così si denominava uno dei tribunali ateniesi nel quale giudicavano gli Undici”.<br />

188 Cfr. Bevilacqua, 1939, p. 47.<br />

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