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CAPITOLO SECONDO - Giovanni Marchetti - Sito web personale

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Cefisodoro sulla tribuna, emetteva peti” dove “quell’asino” sarebbe Telemaco.<br />

Riferimento che appare più logico se si tiene conto dello specifico richiamo di<br />

Ateneo a Telemaco e alle feste Puanéyia. Così peraltro interpreta la traduzione di<br />

Andrea Rimadio (Deipn., 2001, p. 1012).<br />

Secondo Schiassi 150 il frammento “sembra derivare dal racconto di un parassita,<br />

che tra i banchetti ricorda in maniera faceta la serie infinita dei suoi mali”.<br />

Al fine di dare un senso agli otto versi, riassumiamo le tre fondamentali<br />

correzioni:<br />

a) bdéwn al v. 2 proposto da Meineke al posto di ñ léwn riportato dal codice<br />

A;<br />

b) 1pnixen al v. 3 proposto da Meineke al posto di 1phxen del codice A;<br />

c) e)fe/rómhn al v. 4 proposto da Meineke al posto di e)fe/reto del codice A.<br />

In questo frammento sembra configurarsi un quadretto tipico con gli ingredienti<br />

propri della commedia: le flatulenze, la fame, il furto, la sottolineatura ironica nei<br />

confronti di una serie di personaggi.<br />

G. Coppola 151 sostiene che “la parte più sconcia del frammento (bdéwn...e)fe/reto)<br />

si può confrontarla con la parabasi dei DÖmoi di Eupoli dove un personaggio di<br />

nome Paúswn ruba il cibo a Teogene il quale tÕn núcJ; 8lhn pepordÍj. Aggiunge<br />

ancora Coppola che “lo scherzo sulla pordÔ è una sconcezza per destare il riso<br />

degli spettatori” e ancora dice che “volgarissimo e di pessimo gusto è lo spirito di<br />

questi otto versi, che però sono pieni di allusioni a uomini e fatti del tempo di<br />

Demostene”.<br />

M. L. Chirico 152 , analizzando la proposta di Meineke di cui al punto a), riconosce<br />

il riferimento ad un passo di Aristofane, la veglia del Pluto e aggiunge: “che<br />

Timocle conoscesse Aristofane emerge con chiarezza dai testi che ci sono<br />

pervenuti: echi delle commedie aristofanee si colgono frequentemente nei<br />

frammenti del poeta e, del resto, Aristofane, ma anche Cratino ed Eupoli, erano i<br />

naturali riferimenti e modelli per un autore che, unico tra i poeti della sua<br />

generazione, oltre a parodiare storie raccontate da altri poeti, ridicolizza gli<br />

150 Schiassi, 1951, pp. 217-245.<br />

151 Cfr. Coppola, 1927, p. 455 nota 1.<br />

152 Chirico, 2010, pp. 8-9.<br />

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