CAPITOLO SECONDO - Giovanni Marchetti - Sito web personale

Il frammento interessa diversi aspetti:
1. una critica, verso le pratiche religiose e, in particolare, verso la religione
egiziana. Ateneo, come si è detto, inserisce il frammento in una
digressione parodica sul mondo e le usanze egiziane. Di certo nella
commedia e nella tragedia sussisteva un filone antiegiziano 15 . In
particolare nel IV sec. questo tipo di attacco diventa un Leitmotiv della
mésh, configurandosi da una parte come critica al tentativo di
idealizzazione del mondo egizio riproposto da autori come Isocrate
(Busiride) e Platone (Rep. e Leggi), dall’altra come solleticamento
dell’insofferenza dei cittadini ateniesi nei confronti degli egiziani presenti
in Attica, spesso concorrenti nelle attività economiche più diffuse a livello
popolare.
2. il verso 4 va interpretato nel senso: “chi potrebbe essere rovinato
dall’altare di un gatto?”. Vale a dire, chi potrà mai credere che il
giuramento prestato dagli Egizi sugli altari di animali ha più valore dei
giuramenti sugli dei riconosciuti? In questo senso emergerebbe una
polemica di Timocle nei confronti del Busiride di Isocrate, testo in cui si
afferma che i giuramenti egizi sono seri poiché quel popolo crede
fermamente che ogni uomo è destinato a pagare subito il fio delle proprie
colpe 16 .
15 Frinico ed Eschilo furono autori di tragedie intitolate Aêgúptioi. A Cratino è attribuita un’opera
Boúsirij in cui sono ridicolizzate le pratiche religiose degli egizi. Commedie dal titolo analogo
sono attribuite a Epicarmo, Antifane, Efippo e Mnesimaco. Lo stesso Aristofane nelle * Wrai
protesta contro la diffusione dei culti egiziani ad Atene. Ancora Aristofane, Cratino, Ferecrate
svolgono attacchi contro il personaggio Licurgo per le sue tendenze filoegiziane. Aristofane negli
Uccelli (v. 1296) definisce Licurgo come %ibij.
16 Cfr. Busir. 25: la pietas degli Egizi è così grande, wÐste kaiì tou\j oÀrkouj pistote/rouj
eônai ... kaiì tÏn a(marthma/twn eÀkaston oiãesJai paraxrÖma dw¯sein di¿khn,
a)ll' ou) dialh/sein to\n paro/nta xro/non, ou)d' ei¹j tou\j paîdaj
a)nablhqh/sesqai ta\j timwri¿aj.
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