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CAPITOLO SECONDO - Giovanni Marchetti - Sito web personale

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5<br />

to/n t' i¹xquo/rroun potamo\n ¸Uperei¿dhn péra,<br />

oÁj h)pi¿aij fwnaîsin eÃmfronoj lo/gou<br />

ko/mpoij pafla/zwn † h)pi¿oij † puknw¯masin<br />

pro\j pan ∪ − ∪ − ∪ dusaj eÃxei,<br />

misqwto\j aÃrdei pedi¿a toû dedwko/toj.<br />

E attraversa il fiume Iperide, dalle correnti pescose, che con miti voci di un discorso assennato tumido<br />

gorgogliando † Con miti addensamenti …. ha irriga, ricevendo la paga, le pianure [di chi gli ha dato<br />

132<br />

(denaro?)<br />

La restituzione è molto incerta a causa delle lacune e delle corruzioni del testo; in<br />

particolare risultano insoddisfacenti i tentativi di ricostruzione del v. 4.<br />

Già al v. 1 péra risulta correzione di Jacobs 133 ; al v. 3 l’aggettivo h)pi¿oij richiama<br />

lo stesso aggettivo del v. 2 134 .<br />

Sulla figura di Iperide si è già detto trattando il fr. 4 K.-A. L’attacco di Timocle<br />

riguarda sia la vicenda di Arpalo sia la sua opsofagia. In questo frammento le<br />

incertezze di lettura del testo rendono pressoché impossibile comprendere fino in<br />

fondo la metafora e l’intenzione satirica del poeta. Gli elementi che si possono<br />

evidenziare sono:<br />

a) Iperide è scherzosamente paragonato ad un fiume ricco di pesci da<br />

attraversare. Qui si possono ravvisare sia un giudizio sulla natura<br />

dell’oratoria irruente del personaggio sia un riferimento all’opsofagia che<br />

richiama il fr. 4 K.-A.<br />

b) Seguono due concetti contrapposti: h)pi¿aij (miti v. 2) e Òpíoij (v. 3 se è<br />

giusta la correzione) 135 , ma subito dopo ko/mpoij pafla/zwn, dove si<br />

evidenzia lo stile “gonfio” dell’oratore e i puknw¯mata che indicano la<br />

“densità” dello stile. Forse il poeta vuole rimarcare una contrapposizione<br />

ironica tra il tono della voce di Iperide e la densità dello stile.<br />

132<br />

Per questo passo lacunoso ho adottato la traduzione di Cipolla, 2003, p. 319.<br />

133<br />

Pérason A, Peráson CE.<br />

134<br />

Kaibel invece legge øptíoij = piatti e inoltre al v. 4 Kaibel legge: pro\j pân [ÞpantÏn<br />

klÖiJr;;; 3tan] [l]úsaj eÃxhi (“ogni cosa travolge, quando ha rotto gli argini”).<br />

135<br />

Shpíaij in A.<br />

73

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