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Ring 010 - Parliamo di Videogiochi

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:SPECIALE: <strong>Ring</strong>#10<br />

aspetti. Nel caso <strong>di</strong> un inizio <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

aderenza della ruota anteriore, ad esempio,<br />

gli spostamenti del corpo sarebbero<br />

essenziali per non finire gambe all'aria.<br />

Ri<strong>di</strong>ng Spirits ha tentato la via<br />

del controllo completo sul centauro, fallendo<br />

però nell'obiettivo. I motivi sono<br />

essenzialmente due: a) il numero <strong>di</strong> tasti<br />

da utilizzare <strong>di</strong>venta proibitivo b) gestire<br />

manualmente gli spostamenti del corpo<br />

non porta ai benefici sperati. Meglio <strong>di</strong><br />

lui ha fatto Moto GP <strong>di</strong> Climax, ma una<br />

vera influenza cre<strong>di</strong>bile e ficcante sulla<br />

conduzione del mezzo è ancora oltre<br />

all’orizzonte. E non c'è purtroppo periferica<br />

che tenga, almeno fino a quando i<br />

sistemi idraulici <strong>di</strong> Manx TT non saranno<br />

a portata <strong>di</strong> portafoglio.<br />

Le problematiche che un gioco <strong>di</strong> motocross<br />

porta con sé sono all'incirca le medesime<br />

dei racer stradali, accentuate<br />

però dalla mancanza <strong>di</strong> sensazioni che<br />

vessa anche il rally. Pur nel suo modello<br />

fisico <strong>di</strong>scretamente apprezzabile, MX<br />

2002 si rivela poco più che un elaborato<br />

Lacrime, sudore e sangue: i simulatori su personal computer<br />

<strong>di</strong> Massimo Rovatti<br />

Pochi fronzoli. Possiamo bearci quanto<br />

vogliamo rimirando il nostro bel monolito,<br />

fieri dell’esclusiva sul real driving<br />

simulator. Ma la verità è che i real driving<br />

simulator si trovano da un’altra parte.<br />

Su PC, per precisione. La <strong>di</strong>fferenza è<br />

nei termini. Da una parte i giochi.<br />

Dall’altra i simulatori. Da un lato il <strong>di</strong>vertimento,<br />

che più si fonde con il realismo,<br />

più acquista spessore, ma che <strong>di</strong>vertimento<br />

deve restare. Dall’altra il puro<br />

realismo, che spesso sconfina nella frustrazione,<br />

ma che ad utenti devoti può<br />

regalare un appagamento senza pari.<br />

Analizzando i titoli <strong>di</strong> guida per personal<br />

computer, è inevitabile cambiare il proprio<br />

punto <strong>di</strong> vista: qui è la ricerca del<br />

realismo senza con<strong>di</strong>zioni, la de<strong>di</strong>zione e<br />

la sofferenza a <strong>di</strong>stinguere un “simulatore”<br />

dalla massa <strong>di</strong> “giochini” che lo circondano.<br />

Senza la pretesa <strong>di</strong> rievocare<br />

tutta la storia dei simulatori a due e<br />

quattro ruote per personal computer, ci<br />

occuperemo dei titoli ancora oggi più<br />

significativi. Nel caso <strong>di</strong> serie, ci <strong>di</strong>lungheremo<br />

maggiormente sugli esponenti<br />

più recenti.<br />

La saga <strong>di</strong> Grand Prix: c’è spazio per<br />

un Crammond solitario?<br />

Nel 1996, fece la sua comparsa nei negozi<br />

Gran Prix 2. E il verbo simulare<br />

assunse un significato nuovo. Parto della<br />

mente e del lavoro <strong>di</strong> una sola persona,<br />

il co<strong>di</strong>ce assembler <strong>di</strong> GP2 racchiudeva<br />

tutto quello che un appassionato <strong>di</strong> Formula<br />

1 aveva sempre sognato e molto <strong>di</strong><br />

più. Non poche, infatti, sono le persone<br />

che hanno iniziato ad appassionarsi a<br />

questo sport proprio dopo aver provato<br />

in prima persona l’emozione <strong>di</strong> “scendere<br />

in pista” grazie a questo titolo. E la<br />

leggenda vuole che un Jacques Villeneuve,<br />

ancora inesperto facesse pratica<br />

proprio con questo videogioco per prendere<br />

confidenza con i tracciati su cui non<br />

si era mai ritrovato a correre. Un’estrema<br />

attenzione al dettaglio nella riproduzione<br />

<strong>di</strong> vetture e circuiti, unita ad un<br />

sistema <strong>di</strong> controllo votato al realismo e<br />

ad un’ottima intelligenza artificiale degli<br />

avversari, non lasciarono alcun dubbio<br />

sulla genialità <strong>di</strong> Crammond, che già a-<br />

veva in<strong>di</strong>cato la strada con il primo GP<br />

(oltre ad aver realizzato un classico <strong>di</strong><br />

guida “delirante” <strong>di</strong> tutti i tempi, tal<br />

Stunt Car Racer, che su Amiga rasentava<br />

il concetto <strong>di</strong> perfezione). Quattro<br />

anni dopo, schiacciato da un’hype soverchiante,<br />

fece il suo debutto Grand Prix<br />

3. Apriti cielo. Il capolavoro annunciato<br />

non si <strong>di</strong>mostrò tale e fu subito polemica,<br />

con accesi scontri sui forum <strong>di</strong> mezzo<br />

mondo tra denigratori e “partigiani”. Con<br />

il senno <strong>di</strong> poi, è impossibile non archiviare<br />

GP3 come un mero add-on del<br />

predecessore. A parte le con<strong>di</strong>zioni meteo<br />

(riprodotte in maniera impeccabile)<br />

ed un aggiornamento della fisica delle<br />

macchine, più in linea con il comportamento<br />

delle vetture del ’98 (cui il gioco<br />

si riferiva), poco o nulla era cambiato<br />

rispetto al predecessore. Lo stesso aggiornamento<br />

grafico era in linea con le<br />

varie patch non ufficiali che circolavano<br />

tra gli appassionati, non offrendo nulla <strong>di</strong><br />

stupefacente dal punto <strong>di</strong> vista cosmetico,<br />

a parte il già citato effetto “bagnato”.<br />

Dopo tante critiche, l’avvento dell’attuale<br />

Grand Prix 4 è stato accolto con un<br />

misto <strong>di</strong> speranze e scetticismo. Innanzi<br />

tutto, in quest’ultima incarnazione, l’intervento<br />

del padre/padrone Geoff Crammond<br />

è stato per forza <strong>di</strong> cose ri<strong>di</strong>mensionato.<br />

Impensabile nel 2002 sviluppare<br />

in solitario un gioco capace <strong>di</strong> competere,<br />

quantomeno sul piano estetico, con<br />

la concorrenza, ad oggi più agguerrita<br />

che mai. Ed infatti, dal punto <strong>di</strong> vista<br />

della grafica, finalmente GP4 rende giustizia<br />

al suo blasonato nome: sebbene<br />

non privi <strong>di</strong> alcune pecche, i tracciati e i<br />

modelli delle vetture sono riprodotti con<br />

grande attenzione al dettaglio. Sebbene<br />

le tonalità un po’ pastello delle texture<br />

tolgano qualcosa in termini <strong>di</strong> fotorealismo,<br />

ciò che colpisce maggiormente è la<br />

gestione in tempo reale <strong>di</strong> luci ed ombre,<br />

davvero mozzafiato, in particolare nelle<br />

situazioni <strong>di</strong> pioggia, in cui ogni goccia<br />

riflette le fonti luminose circostanti. Infine,<br />

presenza accessoria ma apprezzata è<br />

l’intervento <strong>di</strong> meccanici finalmente tri<strong>di</strong>mensionali,<br />

che si agitano in maniera<br />

decisamente realistica e spettacolare<br />

durante le fermate ai box. L’intelligenza<br />

artificiale si conferma ancora una spanna<br />

sopra la me<strong>di</strong>a: i piloti si comportano in<br />

maniera decisamente fedele alla realtà<br />

e, come da tra<strong>di</strong>zione della serie, visualizzare<br />

un gran premio senza parteciparvi<br />

è comunque molto spettacolare, data<br />

la verosimiglianza delle situazioni proposte.<br />

Il tasto dolente, però, si tocca andando<br />

ad analizzare la giocabilità. Che, a<br />

scanso <strong>di</strong> equivoci, è alta: proprio questo,<br />

per assurdo, è il <strong>di</strong>fetto principale<br />

riscontrato da tutti gli amanti dei simula-<br />

12<br />

arcade. L'accento simulativo è posto più<br />

che altro sulla 'verticalità' dell'esperienza,<br />

cioè la gestione dei salti e la ritmica<br />

con cui affrontarli. Curve, frenate e aderenza<br />

precaria non sono mai prese in<br />

considerazione, propendendo più all'imme<strong>di</strong>atezza<br />

e alla facile spettacolarità<br />

che alla dura realtà. Interessante è vedere<br />

come almeno l’influenza della frizione<br />

venga presa in considerazione, ma<br />

anche qui gli effetti finali sono spesso<br />

<strong>di</strong>scutibili, anabolizzati come sono dalle<br />

loro influenze arcade.<br />

tori. GP4 è un titolo quasi perfetto per<br />

chi voglia avvicinarsi al genere, ma ha<br />

sacrificato il realismo che all’epoca lo<br />

aveva reso celebre in favore <strong>di</strong> un modello<br />

<strong>di</strong> guida semplificato. E questo è un<br />

“tra<strong>di</strong>mento” che anche i più strenui <strong>di</strong>fensori<br />

<strong>di</strong> Crammond faticano a <strong>di</strong>gerire…<br />

Grand Prix Legends: IL Simulatore<br />

Correva l’Anno del Signore 1967 e boli<strong>di</strong><br />

da 400 cavalli, privi <strong>di</strong> qualsivoglia appen<strong>di</strong>ce<br />

aero<strong>di</strong>namica, si sfidavano in<br />

gare (letteralmente) mortali per i circuiti<br />

della Formula 1. Niente centraline elettroniche<br />

o cambio semiautomatico, poche<br />

protezioni ai lati (balle <strong>di</strong> fieno) e<br />

grossi marciapie<strong>di</strong> al posto delle vie <strong>di</strong><br />

fuga: ai tempi, la sicurezza era per i pavi<strong>di</strong>,<br />

ciò che contava era la sfida. Anno<br />

del Signore 1998: in casa Papyrus (già<br />

famosa grazie ai primi episo<strong>di</strong> della serie<br />

Nascar e Indy) si decide <strong>di</strong> produrre un<br />

titolo <strong>di</strong> F1. L’intento è chiaro: si vuole<br />

simulare in tutto e per tutto il leggendario<br />

Campionato del Mondo <strong>di</strong> cui sopra.<br />

Uscito nei negozi, Grand Prix Legends<br />

si rivelò un <strong>di</strong>screto insuccesso, vendendo<br />

poco più <strong>di</strong> 50.000 copie in un anno.<br />

Ma il contemporaneo affermarsi <strong>di</strong> Internet,<br />

ha fatto sì che la ristretta comunità<br />

virtuale <strong>di</strong> amanti del gioco accogliesse<br />

sempre nuovi adepti (tra i quali si vocifera<br />

figuri anche un tal Montoya…) ingrandendosi<br />

tanto da raggiungere le <strong>di</strong>mensioni<br />

attuali. In questi quasi 6 anni<br />

<strong>di</strong> vita, infatti, le ven<strong>di</strong>te delle rie<strong>di</strong>zioni<br />

del titolo hanno continuato a crescere,<br />

seguendo una parabola che, sebbene<br />

partita quasi piatta, ancora tende sempre<br />

più ad impennarsi. E la medesima<br />

curva potrebbe descrivere il grado <strong>di</strong><br />

padronanza del titolo, riportando in or<strong>di</strong>nate<br />

l’abilità <strong>di</strong> guida e in ascisse le ore<br />

<strong>di</strong> applicazione. In soldoni: se dopo<br />

mezz’ora <strong>di</strong> pratica con GP Legends<br />

riusciste a fare un intero giro del Nurburgring<br />

(quello vecchio, tortuoso e lunghissimo)<br />

a velocità me<strong>di</strong>amente sostenuta,<br />

potreste iniziare a pensare <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carvi<br />

seriamente alla vita da pilota.<br />

All’inizio, infatti, prodursi in tempi decenti<br />

con GP Legends non è ostico: è

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