Ring 010 - Parliamo di Videogiochi
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:RECENSIONI: <strong>Ring</strong>#10<br />
bEATS iN tECHNICOLOR_______________________________<br />
[Amplitude]<br />
<strong>di</strong> Teokrazia<br />
.:scHEda:.<br />
gENERE Musicale<br />
eTICHETTA SCEA<br />
aUTORE Harmonix<br />
sISTEMA PS2<br />
aNNO 2003<br />
gIOCATORI 1-4<br />
vERSIONE Italiana<br />
I Freq sono ora realizzati in 3D e molto ben<br />
animati. Pur non rivestendo alcuna utilità pratica,<br />
a loro è de<strong>di</strong>cata sempre particolare attenzione.<br />
Numerose sono infatti le possibilità <strong>di</strong><br />
customizzare il loro aspetto sbloccando gli elementi<br />
necessari proseguendo nel gioco.<br />
La navigazione tra i menù e le parti giocate<br />
viene costantemente accompagnata da effetti<br />
speciali <strong>di</strong> ogni tipo, volti a non spezzare il<br />
continuum visivo. Ingegnoso.<br />
Un considerevole valore aggiunto è costituito<br />
dal multiplayer, accessibile fino a 4 giocatori<br />
online o sulla stessa console. Tre le varianti<br />
presenti (gioco, duello e remix), tutte<br />
dall’elevato valore ricreativo. Da segnalare la<br />
possibilità <strong>di</strong> mettere in rete e scambiare i propri<br />
remix tramite il sito ufficiale del gioco. Una<br />
feature dal potenziale tutto da esplorare.<br />
________________Teaching in action<br />
Imparare con i videogiochi è<br />
possibile? Si, se si va a lezione<br />
da Harmonix.<br />
Il team <strong>di</strong> sviluppo americano<br />
sale nuovamente in cattedra<br />
per insegnare all’utenza rincoglionita<br />
dalle prolungate esposizioni ad un Primal<br />
qualsiasi che per uscire con qualcosa <strong>di</strong><br />
buono nell’ambito dei rhythm game non bisogna<br />
essere per forza un muso giallo, e che non<br />
necessariamente tutti i trip si risolvono in un<br />
viaggio andato a male.<br />
Ah, Harmonix avrebbe anche un paio <strong>di</strong> cose<br />
interessanti da <strong>di</strong>re sulle finalità d’intenti che<br />
legano intimamente il cinema <strong>di</strong> Cronenberg e il<br />
videogioco, ma questo sarebbe meglio che ognuno<br />
lo sperimenti sulla propria pelle…<br />
_______The trip remains the same?<br />
Tutt’altro che scoraggiata dall’insuccesso commerciale<br />
a cui è andata incontro investendo in<br />
un prodotto così particolare come Frequency,<br />
a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un anno e mezzo Sony rilascia il<br />
qui presente Amplitude. Titolo <strong>di</strong>verso, sostanza<br />
immutata. L’utente è nuovamente invitato<br />
a dare letteralmente vita a ciascuno dei 26<br />
brani musicali presenti, attraverso <strong>di</strong>namiche<br />
lu<strong>di</strong>che semplici e coinvolgenti. Barra<br />
dell’energia a sinistra, autostrada ad otto corsie<br />
davanti. Ogni corsia ospita una delle <strong>di</strong>verse<br />
tracce au<strong>di</strong>o <strong>di</strong> cui si compone la canzone (basso,<br />
batteria, chitarra e via <strong>di</strong> questo passo),<br />
ciascuna sud<strong>di</strong>visa in piccoli segmenti. Tutte le<br />
volte che si riesce ad inanellare la sequenza <strong>di</strong><br />
note presenti su un segmento, la relativa traccia<br />
si attiva e comincia a suonare, consentendo<br />
<strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi agli altri strumenti, fino ad arrivare<br />
a dare voce all’intera canzone. Ogni volta che si<br />
supera un segmento senza attivarlo, l’energia<br />
<strong>di</strong>minuisce, portando al game over nel caso <strong>di</strong><br />
totale prosciugamento. Il videogiocatore frequentatore<br />
<strong>di</strong> certi luoghi musicali, già abbagliato<br />
dal seducente trip emozionale <strong>di</strong> Frequency,<br />
non aspettava altro che essere preso<br />
ancora una volta in ostaggio da meccaniche<br />
elementari ma anche sfaccettate, goduriose<br />
anche se poco permissive...<br />
Tuttavia, una volta consumata in tutta la sua<br />
estensione e profon<strong>di</strong>tà questa nuova incarnazione<br />
del franchise, si è invasi da sensazioni<br />
controverse. Col senno <strong>di</strong> poi si realizza che<br />
Amplitude si mantiene fedele all’ere<strong>di</strong>tà del<br />
predecessore, ma al tempo stesso la tra<strong>di</strong>sce.<br />
Tra<strong>di</strong>sce nella mancanza <strong>di</strong> coraggio nel percorrere<br />
in maniera più spinta la strada tracciata<br />
dal prequel, accontentandosi <strong>di</strong> adagiarvisi<br />
placidamente. Nessuna ine<strong>di</strong>ta implementazione<br />
o evoluzione della precedente impostazione<br />
viene registrata alla voce “novità”. Di certo non<br />
lo sono i due nuovi bonus introdotti (il rallentatore<br />
e il freestyler), né tantomeno quegli stage<br />
chiamati ‘boss fight’, posti a conclusione <strong>di</strong><br />
ciascuna zona (la sovversiva carica innovativa<br />
<strong>di</strong> Frequency è uno sbia<strong>di</strong>to ricordo). Amplitude<br />
tra<strong>di</strong>sce nella voglia <strong>di</strong> abbracciare<br />
un’utenza più vasta possibile, spudoratamente<br />
rivelata da un livello normal che suona come<br />
insulto nei confronti <strong>di</strong> chiunque abbia speso<br />
più <strong>di</strong> 5 minuti con il prequel. Affrontato a questo<br />
livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà Amplitude si lascia consumare<br />
in poco più <strong>di</strong> un paio d’ore, senza esaltare<br />
né punire apprezzabilmente, esiliando sovente<br />
le emozioni fuori dalla porta. A<br />
peggiorare le cose interviene l’introduzione dei<br />
checkpoint (no, nemmeno questa può definirsi<br />
una novità…), i quali rimpinguano gratuitamente<br />
la già grassa barra dell’energia con fasti<strong>di</strong>osa<br />
generosità, accompagnando per mano il giocatore<br />
anche più inetto alla fine <strong>di</strong> ogni livello.<br />
Fruito in questa veste, Amplitude propone uno<br />
sbia<strong>di</strong>to <strong>di</strong>vertissement per annoiati giocatori<br />
occasionali, la cui soglia <strong>di</strong> attenzione probabilmente<br />
non riesce a superare i 4 minuti 4 (lo<br />
splen<strong>di</strong>do gameplay <strong>di</strong> Frequency è lontano<br />
41<br />
anni luce). Amplitude tra<strong>di</strong>sce nel soundtrack,<br />
<strong>di</strong> qualità sempre degna <strong>di</strong> nota, ma avaro nel<br />
<strong>di</strong>spensare sorprese e brusche inversioni <strong>di</strong><br />
marcia nello stile musicale tra una canzone e<br />
l’altra (Frequency questo non l’avrebbe permesso).<br />
Infine, l’opera Harmonix tra<strong>di</strong>sce nella<br />
nuova conformazione del tracciato, <strong>di</strong>spiegato<br />
ora completamente in orizzontale. Abbandonare<br />
il claustrofobico tunnel del prequel è un inevitabile<br />
dazio da pagare all’evoluzione della specie,<br />
e l’impatto visivo ancora più solido, colorato<br />
e ricco <strong>di</strong> effetti ne costituisce un piacevole<br />
corollario. Peccato che l’highway ad otto corsie<br />
che ci si ritrova a percorrere sia <strong>di</strong>spersiva e<br />
poco pratica, fallendo inoltre miseramente nel<br />
tentativo <strong>di</strong> eguagliare le emozioni suscitate da<br />
un rollercoaster, assomigliando a conti fatti ad<br />
una sonnolenta strada provinciale (Frequency<br />
non è mai esistito).<br />
____________________Aci<strong>di</strong> e basi<br />
Tuttavia si <strong>di</strong>ceva che Amplitude si mantiene<br />
fedele oltre che tra<strong>di</strong>re, e così una volta<br />
affrontato a livello brutale, una volta abituatisi<br />
alla scomoda impostazione orizzontale e<br />
perdonata la tendenziale piattezza del<br />
soundtrack, gli aficionado saranno felici <strong>di</strong><br />
ritrovare la stessa esperienza <strong>di</strong> una volta,<br />
mentre le nuove leve avranno l’occasione per<br />
saggiarne Come Frequency le possibilità. prima <strong>di</strong> lui, Amplitude<br />
non si accontenta <strong>di</strong> stazionare laddove si fermano<br />
la maggior parte dei titoli concorrenti, ma<br />
prosegue oltre, e lo fa in maniera prepotente.<br />
Non è solo questione <strong>di</strong> interagire seguendo il<br />
ritmo. Amplitude non vi invita a catturare<br />
quella linea <strong>di</strong> basso che serpeggia profonda e<br />
sinuosa. Vi chiede <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventarlo.<br />
L’utente esperto trae sì sod<strong>di</strong>sfazione nel<br />
reinterpretare la canzone attraverso i suoi personali<br />
remix, e nello sfidare al limite del tafazzismo<br />
la sua concentrazione e la sua perizia<br />
esecutiva ( conseguendo punteggi sempre più<br />
elevati). Ma non sono le sue azioni a caratterizzarlo,<br />
quanto le intenzioni che lo muovono. Nel<br />
turbinio dell’azione, egli non vede un tempo<br />
<strong>di</strong>spari eseguito a 186 bpm come una male<strong>di</strong>zione,<br />
e l’autoblaster in grado <strong>di</strong> risolvere la<br />
faccenda al posto suo come una liberazione. No<br />
no. Quella fottuta sequenza la aspetta già<br />
dall’inizio della canzone, la cerca. Proprio come<br />
il surfista navigato sa che dopo un lungo inverno<br />
d’attesa quel giorno incontrerà L’ONDA. E vi<br />
si immerge anche se ai suoi lati giacciono strade<br />
molto più accon<strong>di</strong>scendenti e meno dolorose.<br />
È in questi frangenti che Amplitude si<br />
<strong>di</strong>schiude in tutto il suo potenziale espressivo<br />
ed esistenziale. Momenti <strong>di</strong> fisico annullamento,<br />
<strong>di</strong> fusione, affinché ciò che ci circonda <strong>di</strong>venti<br />
tutt’uno con noi. Per superare la barriera del<br />
suono ed approdare a questi li<strong>di</strong> l’istinto animale<br />
è fondamentale, ma solo fino ad un certo<br />
punto, oltre il quale occorre <strong>di</strong>stacco ascetico. È<br />
un territorio in cui il sistema metrico decimale<br />
cade <strong>di</strong>sintegrato, perché non esistono più misure,<br />
ne <strong>di</strong>stanze, ma solo sensazioni. Per approdare<br />
a ciò Amplitude non necessita <strong>di</strong> eccentriche<br />
periferiche o <strong>di</strong> altri inutili orpelli,<br />
perché gli elementi costituivi <strong>di</strong> questa trasfigurazione<br />
sono in sé semplici ed elementari: mici<strong>di</strong>ali<br />
output visivi davanti, joypad pulsante tra<br />
le mani e musica tutto intorno, ma soprattutto<br />
dentro. Il gioco sensoriale tout court, come non<br />
l’avete mai vissuto prima. David Cronenberg,<br />
che con i suoi film da sempre promuove l’ideale<br />
<strong>di</strong> fusione tra organico e sintetico (o qualcosa<br />
del genere), è stato sorpreso a sorridere orgoglioso<br />
e sornione, ovviamente a tempo <strong>di</strong> musica.<br />
Quelli <strong>di</strong> Harmonix sono il manipolo <strong>di</strong> spacciatori<br />
più fottutamente scaltri sulla piazza perché<br />
hanno trovato un modo per mandare i giovani<br />
in acido senza infrangere la legge o correre<br />
il rischio <strong>di</strong> bruciarsi il cervello.<br />
Le droghe legalizzate sono già qui, con buona<br />
pace <strong>di</strong> Pannella.