Ring 010 - Parliamo di Videogiochi
Ring 010 - Parliamo di Videogiochi
Ring 010 - Parliamo di Videogiochi
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
:RUBRICHE: <strong>Ring</strong>#10<br />
Il Parrino guardò il picciotto portaborse, che allargò le braccia come a <strong>di</strong>re<br />
abbiamo finito le teste <strong>di</strong> cavallo, quin<strong>di</strong> si rivolse verso il Davide e <strong>di</strong>sse:<br />
«Tch».<br />
Piano B.<br />
«Ehi, guardate alle vostre spalle. C’è la Monica Bellucci <strong>di</strong> Malena!» gridò il<br />
Davide con in<strong>di</strong>ce puntato.<br />
«E cu se ne fott’?» <strong>di</strong>sse il Parrino.<br />
« …e – OH MIO DIO! – sta mangiando un piatto <strong>di</strong> pasta con le sarde!»<br />
Tutti si voltarono con espressione luculliana. Il Davide ne approfittò per<br />
fuggire da quel luogo in cui massacravano con tanta de<strong>di</strong>zione la lingua italiana.<br />
E il Davide correva, correva, correeeva per le deserte strade eccetera eccetera.<br />
E i piccioti lo inseguivano, lo inseguivano, lo inseguivaaano, alcuni a<br />
pie<strong>di</strong>, altri a bordo <strong>di</strong> un’automobile d’epoca presa forse dal set degli intoccabili.<br />
RATATATATATATATA, facevano i mitra dei picciotti nel silenzio della notte,<br />
ma senza onomatopee a schermo. Tuttavia il Davide, più scaltro <strong>di</strong> una liquerizia,<br />
trovò nascon<strong>di</strong>glio <strong>di</strong>etro a una Regata parcheggiata.<br />
I picciotti stavano quasi per rinunciare alla cerca quando il Davide si rese<br />
conto che si stava comportando proprio come in uno stealth game.<br />
Ah, la nicciana teoria dell’eterno ritorno.<br />
«GIAMMAI! Io ho chiuso con questa roba!» gridò il Davide alzandosi in pie<strong>di</strong><br />
con un pugno chiuso a in<strong>di</strong>care sicurezza nelle proprie azioni.<br />
«’u fitusu!» gridò un picciotto appiedato all’automobile mafiosa che si stava<br />
allontanando, e che non recepì l’all’armi. Il picciotto sparò quin<strong>di</strong> in <strong>di</strong>rezione<br />
Davidea alcune mandorle col suo mitra old times.<br />
I proiettili per fortuna – o per un colpo <strong>di</strong> mano del narratore – mancarono<br />
il Davide e andettero a infrangersi contro la Regata. Il nostro eroe si scoprì<br />
interessato al grado <strong>di</strong> interazione delle pallottole con lo scenario, sentendosi<br />
poi sporco dentro. Quin<strong>di</strong> scappò con le gambe <strong>di</strong> un Fondriest.<br />
Il picciotto gli corse <strong>di</strong>etro con le gambe <strong>di</strong> un fratello Abbagnale. Voltò<br />
l’angolo della strada e fece in tempo a scorgere il Davide che andava nascondendosi<br />
dentro un negozio. Vi entrò con fare alpacinico ma un xbox ben assestato<br />
sulla chiorba ri<strong>di</strong>mensionò <strong>di</strong> parecchio la sua recitazione.<br />
Il picciotto campeggiava ora a terra agonizzante. Il Davide ne approfittò<br />
per sederglisi sull’inguine, picchiandolo poi in testa con questa console fuori<br />
dalla grazia <strong>di</strong> pininfarina. Quin<strong>di</strong> sfogò trent’anni <strong>di</strong> rabbia repressa con un<br />
isterico: «F-figlio <strong>di</strong> puttana!»<br />
Non l’avesse mai detto. Il picciotto, oramai inerme, ebbe un moto d’ira.<br />
«Ie t’accid, te tagghio’a gola prima che to matri cuntari possa le corna <strong>di</strong> to<br />
patri, ‘o capisti?»<br />
La sua roborezza decuplicò. Le mani callose del picciotto scattarono sul collo<br />
davideo, che lasciò la presa dello xatolone e s’apprestò a rivedere il filmino<br />
della propria vita.<br />
Sono morto come ho vissuto, pensò. Con un picciotto accanto.<br />
Ogni riferimento all’Egi<strong>di</strong>o era puramente casuale.<br />
«Non. Muovete. Un solo. Muscolo» fece una voce da <strong>di</strong>etro.<br />
I due si voltarono e videro il bancone del negozio… E <strong>di</strong>etro al bancone un<br />
fucile a cannemozze… E <strong>di</strong>etro al fucile a cannemozze… Il Bitte.<br />
«Bitte, <strong>di</strong>obene<strong>di</strong>caiturnicontinuati!» cinguettò il Davide. «Spe<strong>di</strong>sci questo<br />
minchione nella terra degli agrumi da cui proviene!»<br />
Il Bitte si avvicinò ai due e, senza profferir parola, tirò il calcio del fucile in<br />
testa al picciotto e… pure al Davide?! Oh no!<br />
I due si risvegliarono minuti dopo in quello che doveva essere il sottoscala<br />
<strong>di</strong> Bitpower. Avevano i pie<strong>di</strong> informicoliti, le mani legate <strong>di</strong>etro alla se<strong>di</strong>a e<br />
una strana palla rossa inserita nella bocca.<br />
Il Bitte apparve indossando un fetishoso completino in pelle e una katana<br />
che lasciava ben poco all’immaginazione.<br />
«Bene, bene, bene» <strong>di</strong>sse. «Siete venuti nel mio negozio, nel mio tempio<br />
videolu<strong>di</strong>co, a scannarvi come animali, senza nemmeno dare un’occhiata alla<br />
merce esposta. Io pertanto vi domando: siete voi dei videogiocatori?»<br />
«Mprf mphf mphst!» <strong>di</strong>sse il picciotto.<br />
Il Bitte tolse la costrizione dalla bocca dei due soggetti. Sennò qui facciamo<br />
mattina.<br />
«Ieo sì, ieo sì!» ribadì il picciotto. «Fifa novantotto! Tomb Rider! Laura Crawford!<br />
Miiii sticchio’i fimmena che zinne che c’have…»<br />
«Tu, picciotto, mi sembra <strong>di</strong> capire che sei un hardcore gamer, e questo<br />
depone a tuo favore. Ma ora ti domando: non giocherai mica coi giochi pirata,<br />
vero?»<br />
Il picciotto rimase un attimo interdetto. «Niente vi<strong>di</strong> e niente saccio!»<br />
Con un secco fendente <strong>di</strong> katana, il Bitte spiccò via un orecchio dal picciotto.<br />
«AAAAH! Scusasse! Colpa mia non fu! C’este l’amico mio, Totò, che c’have<br />
emule collegato tutt ‘o iorno! UUUEEH! Troppo nicu sugno pi’ murire!»<br />
57