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Ischia. Con tutto questo quei programmi, come tutti i programmi,<br />

furono conosciuti e attuati solo dagli insegnanti che lo volevano, e<br />

ignorati da molti. A volte non fu facile nemmeno conoscerli: ricordo<br />

di aver ricevuto a casa una telefonata, mi pare dalla Puglia, da<br />

un’insegnante di istituto professionale che cercava di sapere quale<br />

era il suo programma e aveva sentito dire che dovevo saperne<br />

qualcosa; evidentemente i canali burocratici non erano molto<br />

efficienti. Quanto agli accademici italianisti, che a sprazzi si<br />

occupano di insegnamento della letteratura, lo hanno sempre<br />

totalmente ignorato, compresi alcuni che militando nel Giscel hanno<br />

ogni tanto saputo qualcosa di quello che faccio. Sono rimasti fedeli<br />

alla lista dei classici di precetto, alla cavalcata attraverso i secoli, al<br />

Bignami della storia letteraria, fino al recente orribile programma<br />

Gelmini per i licei, avallato da contributi autorevoli.<br />

I miei giannizzeri<br />

La terza idea interessante di quel periodo fu un progetto di<br />

formazione rivolto a insegnanti di <strong>It</strong>aliano nel biennio: si trattava di<br />

formare nella regione un nucleo di insegnanti capaci di fare<br />

formazione, di diffondere buone pratiche (senza chiamarli<br />

“formatori”, per carità). Feci una selezione attraverso una scheda in<br />

cui gli aspiranti dichiaravano chi erano e che cosa avevano fatto;<br />

nessuna formalità concorsuale: del resto, quello che si offriva era un<br />

lavoro supplementare non pagato, in vista di un ruolo non<br />

riconosciuto. Gli insegnanti ci sono abituati.<br />

I prescelti, una cinquantina, furono organizzati in tre gruppi<br />

interprovinciali, a Bologna, Faenza e Parma, che tenevano due<br />

riunioni pomeridiane al mese: in due anni scolastici (1986-88)<br />

furono diciannove. Per me cinquantasette: facevo il giro delle tre<br />

sedi a settimane alterne; questi spostamenti continui, aggiunti ad<br />

altri, mi logoravano un po’, tanto che una volta presi un treno per<br />

Ferrara dovendo andare a Faenza, i maledetti partivano circa alla<br />

stessa ora dai due lati dello stesso marciapiede. Ogni tanto si<br />

tenevano giornate seminariali a Bologna, con la partecipazione di<br />

esperti esterni (vennero Alberto Sobrero, Bice Mortara Garavelli,<br />

Maurizio Della Casa e altri) e ci fu anche un seminario conclusivo di<br />

due o tre giorni a Bellaria vicino a Rimini, dove un albergo offriva<br />

camere e sale di riunione a basso prezzo fuori dalla stagione<br />

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