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comprensibilmente rispondevano “non so”; tra gli insegnanti<br />
elementari i favorevoli erano il 56%. Sul ciclo di orientamento i<br />
favorevoli andavano dal 52% (media superiore) al 67% (elementari).<br />
Ma queste cifre sono noiose, ripetere stronzate è tanto più comodo.<br />
C’erano poi le critiche di quelli che calcolavano di quanti<br />
insegnanti in meno ci sarebbe stato bisogno, evidentemente convinti<br />
che la missione civile della scuola sia di distribuire il maggior<br />
numero possibile di stipendi.<br />
Nella stessa categoria c’era l’idea che anticipare l’età di<br />
accesso all’università, come avviene per lo più nel resto del mondo,<br />
avrebbe comportato (orrore) la “licealizzazione dell’università”,<br />
tanto più che in qualche parte del documento programmatico si<br />
accennava alla possibilità che il primo anno fosse pure lì di<br />
orientamento, senza una scelta definitiva della facoltà; un’idea,<br />
credo, mutuata dal “college” anglosassone. Ricordo un incontro<br />
organizzato da un’associazione bolognese di insegnanti col prof.<br />
Angelo Panebianco, politologo e autorevole fondista del Corriere,<br />
che appunto deplorava questa prospettiva. Io intervenni per dire che<br />
non trovavo niente di male “se anche all’università si cominciasse a<br />
insegnare qualcosa”. Qualcuno dal pubblico approvò, il professore si<br />
limitò a ripetere «Ma la licealizzazione!...».<br />
Il Forum delle associazioni disciplinari<br />
Se il progetto Berlinguer doveva andare avanti, i nodi da<br />
sciogliere erano molti e intricati. Uno era il raccordo tra la cornice di<br />
ordinamenti stabilita dalla legge e gli scopi educativi, i contenuti, le<br />
pratiche didattiche. Ne discutevo una mattina della primavera del<br />
1997 passeggiando lungo la riviera di Chiaia con Anna Rosa<br />
Guerriero, allora segretaria nazionale del Giscel. Ci venne un’idea:<br />
forse le competenze più adatte ad affrontare la questione si<br />
trovavano in associazioni come la nostra, che univano la ricerca<br />
didattica a una visione pedagogica e politica più ampia. Chissà se<br />
mettendo a confronto le associazioni di diverse aree disciplinari non<br />
si sarebbe potuto dare un contributo importante. Detto fatto:<br />
cominciai a cercare nomi e recapiti fino allora in parte ignoti; a<br />
giugno convocammo una prima riunione a Bologna, dove avemmo<br />
la presenza di sei o sette associazioni, al secondo incontro le<br />
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