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ancora (ma si sa, gli amici). Ma era troppo fuori da ogni aspettativa<br />

per tutti gli altri insegnanti, che fra l’altro non leggono le<br />

introduzioni e spiegazioni destinate a loro. Dal lato della casa<br />

editrice si fece il possibile per peggiorare il risultato. Quando<br />

chiedevo “Mettiamo questo o quello?”, rispondevano “Questo e<br />

quello, e anche quest’altro”: venne fuori un mattone di 700 pagine di<br />

grande formato. La grafica era brutta e confondeva lo sguardo:<br />

caratteri che non distinguono bene il tondo dal corsivo, colori<br />

volgari, orribili vignette. L’autore del progetto grafico nel<br />

mostrarmelo disse: “Siamo vicini al capolavoro, vero?” che potevo<br />

rispondere? Per di più qualche redattore mise senza riguardi i piedi<br />

nel testo, senza darmi modo di rivederlo prima della stampa,<br />

infiorandolo anche di alcuni errori: loro conoscono il mercato, e<br />

credono di sapere anche la grammatica. Così, nella delusione<br />

economica, non ebbi nemmeno la soddisfazione di vedere stampato<br />

quello che avevo scritto.<br />

Il risultato fu disastroso, il testo sparì dalla circolazione in un<br />

anno, dopo aver venduto pochissime copie. Io mi trovai ad aver<br />

passato due anni chiuso in casa per niente; ma l’editore, che conosce<br />

il mercato, aveva fatto per niente un investimento consistente.<br />

Letteratura italiana<br />

Credo di avere inzuppato di lacrime qualche cuscino, ma non<br />

tanti: avevo sempre per le mani altri lavori, per la testa altri progetti.<br />

Con Guido Armellini avevamo cominciato a chiederci quale<br />

manuale di letteratura per i trienni sarebbe stato adatto al modello<br />

didattico “modulare” che avevo elaborato con altri all’IRRSAE e<br />

che lui condivideva, anche se metteva più l’accento sul dialogo tra la<br />

culture colta e quella giovanile che dovrebbe realizzarsi attraverso i<br />

testi letterari alti e bassi. I manuali in uso proponevano sterminate<br />

introduzioni storico-letterarie a cui facevano seguire i testi, quasi una<br />

verifica del già detto. A noi pareva utile tornare a proporre un<br />

manuale espositivo di storia letteraria separato dall’antologia, perché<br />

fosse un agile supporto di consultazione e di raccordo fra i testi letti,<br />

senza condizionarne la sequenza. Riuscimmo a scriverlo in qualche<br />

anno, dividendoci il lavoro e rivedendoci reciprocamente: uscì nel<br />

1995 col titolo Guida alla letteratura italiana; crediamo di avere<br />

fatto un libro scritto in modo amichevole e comprensibile a un<br />

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