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politica<br />
brado ma sedimento di culture, passioni e paure.<br />
Berlusconi coglie, anche perché come imprenditore<br />
ha contribuito a determinare l’evento,<br />
una mutazione della soggettività pubblica<br />
ormai definitivamente rivolta verso <strong>il</strong> modello<br />
occidentale tout court che verso quelle formulazioni<br />
ambigue presenti nella cultura della Dc<br />
e ovviamente del Pci (assai meno nel nuovismo<br />
craxiano). Berlusconi capisce che la formula<br />
partitica che può avere successo deve<br />
essere al tempo stesso giacobina (cento uomini<br />
di ferro) ma anche la più fluida possib<strong>il</strong>e.<br />
I suoi avversari hanno favorito questa ascesa<br />
con le teorie del partito di plastica e del partitotv<br />
che non hanno colto <strong>il</strong> massiccio spostamento<br />
di popolo. Berlusconi ha modificato la<br />
concezione del governare come servizio e<br />
quindi come sacrificio con quella del piacere di<br />
governare, costruendo l’immagine, molto occidentale,<br />
del leader non separato dalla gente,<br />
che vive come la gente, anzi talmente meglio<br />
della gente da farsi obiettivo dei loro sogni. I difetti<br />
di Berlusconi hanno riempito librerie e non<br />
li riassumo. Ormai molti racconti sui limiti di<br />
Berlusconi fanno sorridere e molti autori hanno<br />
cambiato idea. Il dramma della sinistra, dal<br />
punto di vista della cultura politica, è questo<br />
osc<strong>il</strong>lare fra la sottovalutazione dell’avversario<br />
o la sua mostrificazione. O pagliaccio o fascista.<br />
Si è perso <strong>il</strong> gusto intellettuale dell’analisi<br />
approfondita e questo spiega molti insuccessi<br />
e soprattutto l’incomprensione verso lo spostamento<br />
di consensi, stab<strong>il</strong>izzato nel quindicen-<br />
l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />
25<br />
nio e in crescita ulteriore, verso <strong>il</strong> Cavaliere e la<br />
sua proposta politica.<br />
Ho sottolineato le caratteristiche positive che<br />
sono all’origine del successo perché le vittorie<br />
hanno spiegazioni e tante vittorie sono la costruzione<br />
di un progetto non <strong>il</strong> frutto di un caso.<br />
La leadership berlusconiana si afferma in un<br />
paese che è pronto a riceverla. L’Italia che accoglie<br />
e celebra Berlusconi come leader è l’Italia<br />
robusta e al tempo stesso malandata uscita<br />
dalla crisi della Prima Repubblica. Il dato psicologico<br />
più r<strong>il</strong>evante lo aveva colto negli anni<br />
precedenti solo Bettino Craxi quando, scontrandosi<br />
con <strong>il</strong> pessimismo berlingueriano e<br />
quello moroteo, colse nello spirito pubblico degli<br />
italiani la volontà di scrollarsi di dosso ogni<br />
residuo post-bellico e post-post-bellico.<br />
L’Italia che vede spazzare la propria classe dirigente<br />
da Mani Pulite, che ha sopportato e<br />
sconfitto <strong>il</strong> terrorismo, che ha retto all’assalto<br />
dello stragismo mafioso è un paese complicato<br />
ma che si sente interamente proiettato nella<br />
storia dell’Occidente, ha le stesse ambizioni, i<br />
medesimi difetti, lo stesso stato d’animo di altri<br />
paesi europei e non solo europei. È un paese<br />
ottimista, che in parte si è fatto da sè (al Nord<br />
Est è andata così), che conosce <strong>il</strong> mondo in cui<br />
viaggia o per affari o per piacere, che non sente<br />
più i vincoli culturali del passato se non quelli<br />
etnico-territoriali, che non si fida dello stato e<br />
della politica, che nella politica mette i propri<br />
amici e non delega più, se non in parte, a fiduciari.<br />
È stato poco valutato <strong>il</strong> mutamento anche<br />
sociologico delle rappresentanze con l’ingresso,<br />
quasi esclusivamente nello schieramento di<br />
centro-destra, di tanti esponenti della cosiddetta<br />
società civ<strong>il</strong>e. Mentre nel centro-sinistra infuriava<br />
la battaglia di una «società civ<strong>il</strong>e» rappresentata<br />
fondamentalmente da giornalisti,<br />
conduttori tv, attori e insegnanti, dall’altra parte<br />
avvocati, commercialisti, imprenditori prendevano<br />
posto in parlamento o nei consigli comunali<br />
e regionali al posto di antichi esponenti di<br />
partiti.<br />
Questo mondo non può incontrare la sinistra<br />
che c’è. Non può incontrare la sinistra statalista,<br />
mondialista, politicamente corretta, gestita<br />
da professionisti che cercano solo deleghe. La