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VASSILIS VASSILIKOS<br />
Z L’orgia del potere<br />
Pagine: 410<br />
Prezzo: euro 18,00<br />
Collana: Biblioteca Bietti<br />
Il 22 maggio del 1963 <strong>il</strong> deputato della sinistra greca<br />
Lambrakis fu ucciso al centro di Salonicco da un estremista<br />
di destra in un attentato effettuato con la complicità e<br />
la copertura dalla polizia e di settori oltranzisti delle forze<br />
armate greche. Con Z, lettera iniziale della parola greca<br />
che significa “vive”, è fissata nel racconto la figura dell’ucciso.<br />
“Vangos” è invece <strong>il</strong> nome che copre <strong>il</strong> suo assassino,<br />
mentre un intero “Jurassik Park” di nomi di animali<br />
preistorici vela l’identità dei potenti complici occulti del delitto<br />
che l’indagine di un ostinato giudice istruttore farà<br />
emergere come colpevoli mandanti. Il giudice dopo la caduta<br />
del regime dei colonnelli diventerà, negli anni 80, presidente<br />
della Repubblica greca. Questa nuova edizione<br />
italiana del capolavoro di Vass<strong>il</strong>ikos fa emergere, anche<br />
per effetto della traduzione diretta dall’originale greco, la<br />
straordinaria incisività di linguaggio con cui l’autore scandisce<br />
la cadenza narrativa di quello che è ormai considerato<br />
un capolavoro della letteratura e che ha la forza di<br />
una tragedia classica i cui personaggi sono ormai assunti<br />
a moderni archetipi dell’eterna lotta tra <strong>il</strong> bene e <strong>il</strong> male,<br />
tra la tirannide e la libertà.<br />
IL PIÙ IMPORTANTE ROMANZO<br />
POLITICO DELLA SECONDA METÀ<br />
DEL NOVECENTO<br />
Vass<strong>il</strong>is Vass<strong>il</strong>ikos, scrittore greco nato nel 1934.<br />
Sorpreso all’estero dal colpo di stato dei colonnelli greci,<br />
non rientra nel suo paese che dopo la caduta del regime<br />
da loro instaurato. Vive gli anni dell’es<strong>il</strong>io in Italia e in<br />
Francia. Autore di oltre novanta libri, raggiunge <strong>il</strong><br />
massimo della fama col romanzo «Z», da cui <strong>il</strong> regista<br />
Costa Gavras trasse uno straordinario f<strong>il</strong>m.<br />
BIETTI<br />
dal 1870<br />
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www.edizionibietti.it<br />
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www.ragioncritica.it<br />
l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />
42<br />
e c o n o m i a<br />
pari allo 0,2 per cento. Quando la relazione di<br />
cassa prevedeva una crescita più sostenuta:<br />
0,6 per cento. Se la congiuntura non dovesse<br />
migliorare, rispetto alle attuali tendenze,<br />
avremmo una crescita delle entrate molto più<br />
contenute. Le ultime previsioni sugli andamenti<br />
del PIL sono state fornite dall’OCSE. Esse<br />
prevedono, per <strong>il</strong> 2008, una crescita dello 0,5<br />
per cento e per <strong>il</strong> 2009 dello 0,9.<br />
La stampa italiana ha accolto queste notizie<br />
con grande preoccupazione. Sono giustificate?<br />
In parte. Paradossalmente, preoccupa più <strong>il</strong><br />
2009 che non <strong>il</strong> 2008. Per l’anno in corso, le<br />
previsioni di altri centri internazionali - ad<br />
esempio <strong>il</strong> FMI - erano state più pessimistiche.<br />
E lo stesso era avvenuto per Confindustria.<br />
L’OCSE conferma invece la previsione contenuta<br />
nella Relazione di cassa (0,6 per cento<br />
per <strong>il</strong> 2008) mentre la riduce: 0,9 contro l’1,2<br />
per <strong>il</strong> 2009. Ma quell’anno è ancora lontano, almeno<br />
da un punto di vista macro - economico.<br />
Vi sarà quindi <strong>il</strong> tempo per intervenire. Del resto<br />
<strong>il</strong> Ministro Tremonti, consapevole di questi<br />
problemi, sta predisponendo una «legge finanziaria»<br />
triennale per agire strategicamente sulle<br />
diverse variab<strong>il</strong>i del quadro finanziario e<br />
quindi giungere all’appuntamento del 2011 - b<strong>il</strong>ancio<br />
a pareggio - preparato.<br />
È un quadro complesso e variegato quello che<br />
abbiamo cercato di descrivere. Dove gli elementi<br />
di incertezza sono maggiori, rispetto a<br />
quanto è possib<strong>il</strong>e, oggi, prevedere. Minor dubbi,<br />
invece, sul lascito del Governo Prodi. Con<br />
un pizzico di fortuna, potremmo chiudere <strong>il</strong><br />
2008 con un deficit di b<strong>il</strong>ancio compreso tra <strong>il</strong><br />
2,4 ed <strong>il</strong> 2,7 per cento del PIL ed una crescita<br />
economica tra lo 0,2 e lo 0,5. Valori decisamente<br />
peggiori, rispetto al lascito del Governo<br />
Berlusconi, a favore di Romano Prodi. Allora <strong>il</strong><br />
deficit accertato, depurato come abbiamo vista<br />
dalle operazioni di carattere straordinario, fu<br />
del 2,4 per cento. Ma con un tasso di crescita<br />
dell’economia pari all’1,8 per cento. Numeri<br />
che dovrebbero mitigare <strong>il</strong> rimpianto di Pier Luigi<br />
Bersani. Purtroppo <strong>il</strong> lascito del Governo<br />
Prodi è ben peggiore del presunto disastro che<br />
<strong>il</strong> Governo Berlusconi avrebbe lasciato in eredità<br />
al suo successore.