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politica<br />

astensionisti di due anni fa sono tornati alle urne<br />

e hanno scelto Veltroni...». Altro dato interessante<br />

280 m<strong>il</strong>a ulivisti di due anni fa hanno<br />

scelto Casini (è chiaro che si tratta di voti provenienti<br />

dalla Margherita n.d.r.).... Circa 300<br />

m<strong>il</strong>a voti della ex Rosa nel Pugno sono passati<br />

al Pd, con tutta probab<strong>il</strong>ità voti radicali, mentre,<br />

una quota non irr<strong>il</strong>evante di ex ulivisti, circa<br />

<strong>il</strong> 4-5%, ha scelto l’alleato Antonio Di Pietro. Risultato:<br />

«la base elettorale del Partito Democratico,<br />

ald<strong>il</strong>à delle intenzioni e anche del messaggio<br />

dei leader, si è notevolmente spostata a<br />

sinistra» dice Buttaroni.<br />

Chi sono questi 2,5 m<strong>il</strong>ioni di astensionisti che<br />

hanno regalato <strong>il</strong> governo a Berlusconi? Secondo<br />

Buttaroni non si tratta solo di ex Margherita,<br />

ma anche di ex Ds in pari misura «Ortodossi<br />

dei due ex partiti che non si sono riconosciuti<br />

in quello nuovo» (5). Non si tratta di<br />

una cifra da poco: per le contraddizioni, le ambiguità,<br />

le opacità che caratterizzano <strong>il</strong> Partito<br />

democratico, c’è stata la reazione di rigetto di<br />

una quota non indifferente di votanti della sinistra<br />

diessina. Sempre sull’Unità ci sono i risultati<br />

delle analisi dei prof. Buttaroni-Natale: «Il<br />

PdL conferma la base elettorale di Forza Italia<br />

e An. Berlusconi si è tenuto più di 8 elettori su<br />

10, <strong>il</strong> resto l’ha ceduto a Bossi. I flussi maggiori<br />

nella destra sono quelli da Forza Italia alla<br />

Lega (circa 500 m<strong>il</strong>a persone) e da An alla destra<br />

(tra <strong>il</strong> 5% e <strong>il</strong> 7% dell’elettorato di Fini, un<br />

dato quest’ultimo inferiore alle aspettative (...)<br />

circa 650m<strong>il</strong>a elettori di An sono passati alla<br />

Lega. E l’Udc paga anch’esso un prezzo molto<br />

alto all’astensionismo (oltre <strong>il</strong> 25% dei suoi<br />

elettori per Buttaroni) e ha un saldo negativo<br />

con <strong>il</strong> Pdl: gli cede circa 550 m<strong>il</strong>a voti, e in cambio<br />

riceve solo 370 m<strong>il</strong>a da F.I. (6).<br />

In effetti l’Udc si «salva» perché, pur perdendo<br />

voti dal 2006, tuttavia ha recuperato circa 280<br />

m<strong>il</strong>a voti dalla Margherita e altri voti dall’Udeur.<br />

Invece <strong>il</strong> PdL fa <strong>il</strong> pieno di voti al Centro-Sud,<br />

migliora in Umbria, Marche, Lazio e poi «esplode»<br />

in Abruzzo, in Campania, Puglia, Calabria,<br />

Sic<strong>il</strong>ia, Sardegna. Grazie a questi risultati, <strong>il</strong><br />

PdL passa dal 37,04 al 41,58 in Abruzzo, per-<br />

l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />

5<br />

Per le contraddizioni, le<br />

ambiguità, le opacità che<br />

caratterizzano <strong>il</strong> Partito<br />

democratico, c’è stata la<br />

reazione di rigetto di una<br />

quota non indifferente di<br />

votanti della sinistra<br />

diessina.<br />

de in Molise per l’exploit di Di Pietro (PdL 37,77<br />

nel 2006, al 36,47 nel 2008), passa dal 40,47<br />

del 2006 al 45,62 del 2008, esplode dal 39,07<br />

al 49,08 in Campania, dal 40,47 al 45,62 in Puglia,<br />

dal 35,44 al 42,44 in Sardegna, dal 31,74<br />

al 41,23 in Calabria, dal 40,1 al 46,83 in Sic<strong>il</strong>ia.<br />

Per di più, stando ad un’analisi fatta dal Corriere<br />

della Sera, nel Mezzogiorno per <strong>il</strong> PdL si sono<br />

avuti «più voti in periferia che al centro, più<br />

in provincia che in città. Ceto medio, pancia del<br />

paese, strati popolari: chiamatelo come volete,<br />

ma è qui che <strong>il</strong> PdL ha stravinto nel Mezzogiorno,<br />

senza nemmeno l’aiuto della Lega al Nord.<br />

Non sono imprenditori e liberi professionisti ma<br />

impiegati, operai, insegnanti che magari stavano<br />

a sinistra. Attirati dal taglio dell’ICI, visto che<br />

anche al Sud l’80% delle famiglie è proprietario<br />

di casa. Invogliati dal ritorno del bonus bebè,<br />

perché qui i figli si fanno ancora. E convinti dal<br />

cambiamento promesso da Berlusconi in una<br />

terra dove tutto sembra immob<strong>il</strong>e (7).<br />

Da questi dati emerge l’entità della disfatta a<br />

cui sono andati incontro i partiti della Sinistra<br />

Arcobaleno e la secca sconfitta politica di Veltroni<br />

e del partito democratico. Si era votato<br />

due anni fa nel 2006, non cinque. Si è rivotato<br />

nel 2008 perché non è caduto semplicemente<br />

un governo, quello di Prodi, ma è imploso tutto<br />

uno schieramento politico-elettorale che era<br />

stato costruito e guidato con convinzione da<br />

Prodi e dagli esponenti dei Ds e della Margherita<br />

e che andava da Rifondazione Comunista

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