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storia<br />

me l’essenza di Internet fosse la sua indeterminatezza,<br />

non solo per l’incertezza circa <strong>il</strong> futuro,<br />

ma anche per la sua qualità tipicamente<br />

postmoderna derivante da due caratteristiche.<br />

In primo luogo, rispetto al sistema radiotelevisivo<br />

e alla stampa, Internet incorpora radio, cinema<br />

e televisione e ne permette la distribuzione.<br />

In secondo luogo Internet supera i limiti<br />

dei modelli della stampa e del sistema radiotelevisivo<br />

in quanto permette la conversazione<br />

da molti a molti; rende simultaneamente possib<strong>il</strong>e<br />

la ricezione, l’elaborazione e la redistribuzione<br />

di oggetti culturali; comporta la dislocazione<br />

comunicativa rispetto ai confini nazionali<br />

e alle relazioni spaziali territorializzate tipiche<br />

della modernità; fornisce un contatto globale<br />

istantaneo e, infine, immette <strong>il</strong> soggetto moderno/tardo<br />

moderno in una rete interconnessa<br />

(Poster, 1999).<br />

Seconda cosa che non capiamo:<br />

terroristi si diventa (e non per reazione)<br />

Secondo <strong>il</strong> dizionario curato da Tullio De Mauro,<br />

per «terrorismo» si intende «metodo di lotta<br />

politica ut<strong>il</strong>izzato da gruppi rivoluzionari o sovversivi<br />

che, considerando impossib<strong>il</strong>e conseguire<br />

con mezzi legali i propri fini, tentano di<br />

destab<strong>il</strong>izzare o rovesciare l’assetto politicosociale<br />

esistente con atti di violenza organizzata».<br />

Questa definizione mette in luce la natura organizzata<br />

e pianificata del fenomeno terroristico,<br />

e deve dunque essere contrapposta alle<br />

letture «giustificazioniste» o «romantiche» che,<br />

soprattutto a proposito del terrorismo palestinese,<br />

vengono spesso adoperate nel linguaggio<br />

comune e anche in alcune rappresentazioni<br />

mediali. Fra le più comuni citiamo le seguenti:<br />

i terroristi sbagliano ma non hanno altri<br />

mezzi per difendersi da uno Stato m<strong>il</strong>itarmente<br />

potente e organizzato come Israele; i terroristi<br />

sbagliano ma reagiscono ad altrui ingiustizie<br />

(come l’occupazione israeliana dei territori palestinesi<br />

dopo <strong>il</strong> 1967); anche i patrioti italiani o<br />

di altre Nazioni che hanno conquistato faticosamente<br />

la propria indipendenza dal dominio<br />

l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />

75<br />

straniero hanno fatto uso del terrorismo e dunque<br />

i palestinesi potrebbero, dal loro punto di<br />

vista, essere chiamati non «terroristi» ma<br />

«combattenti per la libertà; <strong>il</strong> terrorismo è una<br />

cosa che non riguarda chi si comporta bene<br />

con gli altri (come quelle nazioni che non parteciparono<br />

alla coalition of w<strong>il</strong>lings in Iraq),<br />

ecc.. Per non parlare delle disquisizioni, anche<br />

giuridiche, sulla differenza tra terrorista e guerrigliero,<br />

su cui si è esercitata, fra gli altri, anche<br />

l’ineffab<strong>il</strong>e Clementina Forleo (peraltro incuneandosi<br />

in alcune oggettive lacune legislative,<br />

almeno per quanto riguarda l’Italia).<br />

È opportuno allora fare un po’ di chiarezza.<br />

Il terrorismo: cos’è<br />

Torniamo alla definizione iniziale e cerchiamo<br />

di ampliarla studiando le caratteristiche di alcuni<br />

dei gruppi terroristi moderni. Il terrorismo<br />

può configurarsi anche come un modo di comunicare<br />

(si pensi al successo propagandistico<br />

del blitz compiuto in occasione delle Olimpiadi<br />

di Monaco del 1972 o alla gestione dell’attentato<br />

alle Twin Towers dell’11 settembre,<br />

con l’abbattimento della prima torre usato in<br />

senso convocativo verso i media di tutto <strong>il</strong><br />

mondo, costretti a riprendere in diretta l’abbattimento<br />

della seconda torre); è una violenza<br />

<strong>il</strong>lecita, in atto o minacciata, di cui sono<br />

spesso responsab<strong>il</strong>i gruppi transnazionali, anche<br />

se spesso con l’appoggio di alcuni Stati,<br />

come l’Iran o la Siria; non si sente condizio

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