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l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />

inconsistenza sarebbe emersa fin dal primo<br />

anno. Ci si aspettava, pertanto, che a distanza<br />

di tempo si fosse almeno riconosciuto questo<br />

errore marchiano di previsione. Ed invece no.<br />

Guido Alborghetti, autorevole esponente del<br />

Ds, ancora nel 2005, scrisse un lungo saggio -<br />

Il libro nero del Governo Berlusconi - per dimostrare<br />

<strong>il</strong> contrario. Berlusconi aveva ereditato <strong>il</strong><br />

paradiso, per trasformarlo in un inferno. La cosa<br />

che sfuggì fu proprio <strong>il</strong> dato del 3,1 per cento<br />

che - ironia della sorte - l’autore mise sulla<br />

copertina del suo libro, senza indagare sulla<br />

precedente previsione.<br />

Oggi la storia si ripete, trasformando in farsa<br />

quella piccola tragedia. La tesi di Bersani, come<br />

si legge dai resoconti parlamentari, è che <strong>il</strong><br />

lascito di Giulio Tremonti sia stato un deficit del<br />

4,2 per cento. Non sappiamo da dove nasca<br />

questa cifra. Il 1 marzo del 2007, l’ISTAT, l’unica<br />

titolata a calcolare <strong>il</strong> valore dell’indebitamento,<br />

certificò che «l’indebitamento netto delle<br />

Amministrazioni pubbliche in rapporto al<br />

PIL» era «pari al 4,4 per cento». Al peggioramento<br />

rispetto all’anno precedente - aggiungeva<br />

subito dopo <strong>il</strong> comunicato - avevano contribuito<br />

«uscite per oneri straordinari pari a<br />

29.666 m<strong>il</strong>ioni di euro».<br />

Essi erano così costituiti:<br />

- rimborsi IVA sulle auto aziendali per un ammontare<br />

pari a 15.982 m<strong>il</strong>ioni, dovuti a seguito<br />

della sentenza della Corte di giustizia europea<br />

del 14 settembre 2006;<br />

36<br />

e c o n o m i a<br />

- cancellazione dei crediti dello Stato nei confronti<br />

della società TAV, con accollo diretto dei<br />

debiti contratti dalla società ISPA a vantaggio<br />

della prima, per un importo pari a 12.950 m<strong>il</strong>ioni<br />

di euro<br />

- retrocessione alla società di cartolarizzazione<br />

dei crediti di contributi sociali dovuti dai lavoratori<br />

agricoli per 734 m<strong>il</strong>ioni di euro.<br />

«Al netto di questi oneri straordinari - concludeva<br />

l’Ufficio di statistica - l’indebitamento netto<br />

in rapporto al PIL sarebbe risultato pari al 2,4<br />

per cento». Ben al disotto quindi di quanto richiesto<br />

dal Trattato di Maastricht ed in grado di<br />

attivare la procedura che avrebbe consentito,<br />

l’anno successivo, di archiviare la procedura di<br />

infrazione. Le tesi postume di un presunto disastro,<br />

quale lascito del governo Berlusconi,<br />

non trovano quindi fondamento nei documenti<br />

ufficiali. L’accollo dei debiti dell’ISPA era stato<br />

infatti una libera scelta del Governo Prodi, per<br />

un valore pari a circa 0,8 punti di PIL. Nulla da<br />

eccepire circa quella decisione, salvo r<strong>il</strong>evare<br />

la scorrettezza di chi vorrebbe imputarla al precedente<br />

Governo.<br />

Tralasciamo pure l’accollo dei crediti derivanti<br />

dai contributi sociali dovuti dai lavoratori agricoli,<br />

per <strong>il</strong> loro limitato importo. Occupiamoci invece<br />

della vicenda IVA sulle auto aziendali. Qui<br />

si raggiunge <strong>il</strong> massimo del paradosso. La stima<br />

della Ragioneria dello Stato era eccessiva<br />

fin dall’inizio e per la verità fummo in molti a denunciare<br />

<strong>il</strong> moral hazard. Non tanto perché le<br />

cifre indicate erano del tutto irrealistiche, ma<br />

perché la loro inesatta contab<strong>il</strong>izzazione avrebbe<br />

comportato rischi molto seri per la finanza<br />

pubblica italiana. Avrebbe fornito una falsa indicazione<br />

ai mercati finanziari con <strong>il</strong> rischio di<br />

determinare l’immediato abbassamento del rating<br />

e, quindi, <strong>il</strong> pericolo di un aumento dei tassi<br />

di interesse sui titoli da rinnovare.<br />

C’è voluto più di un anno, affinché questa ragionevole<br />

regola di prudenza fosse accettata<br />

dal Governo. Ecco cosa si legge nell’ultima relazione<br />

di cassa, firmata da Tommaso Padoa<br />

Schioppa. «La metodologia seguita inizialmente<br />

per l’imputazione della sentenza IVA sugli<br />

autoveicoli era stata quella di considerare come<br />

momento di registrazione la data della sen

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