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l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />
to nel periodo gennaio-giugno del 2006. Quando<br />
ancora S<strong>il</strong>vio Berlusconi era Presidente del<br />
consiglio e Vincenzo Visco un deputato, seppure<br />
influente, dell’opposizione. In quel periodo<br />
<strong>il</strong> tasso di crescita delle entrate cumulate raggiunse<br />
l’apice del 12 per cento. Subito dopo,<br />
con <strong>il</strong> nuovo Governo, un lento e progressivo<br />
declino. Se lotta all’evasione vi fu, essa fu quindi<br />
regressiva. Stando almeno all’evidenza statistica.<br />
Cosa che ha lasciato indifferente Vincenzo<br />
Visco che ha continuato a parlare di oltre<br />
20 m<strong>il</strong>iardi di maggiori entrate, quale risultato<br />
della sua azione di contrasto nei confronti<br />
degli evasori.<br />
L’aver travisato i dati della realtà non è stato<br />
senza conseguenza per l’economia italiana.<br />
L’eredità di Giulio Tremonti era tale da garantire<br />
una gestione sobria della politica finanziaria.<br />
Si trattava solo di seguire la linea tracciata e<br />
conteggiare i risultati conseguiti, compresi gli<br />
effetti indiretti dei precedenti condoni fiscali.<br />
Che avevano premiato gli evasori più incalliti,<br />
ma li avevano anche costretti ad emergere e<br />
quindi a denunciare redditi che non potevano<br />
essere poi di nuovo mascherati. Invece è prevalsa<br />
nuovamente una furia iconoclastica, che<br />
ha avuto due distinti obiettivi: annullare quanto<br />
aveva fatto <strong>il</strong> precedente Governo (si pensi solo<br />
alla reintroduzione dell’imposta sulle successioni);<br />
spremere ulteriormente <strong>il</strong> contribuente<br />
per dar vita a quella politica del «tassa e spendi»<br />
che è stata la vera rovina politica del Governo<br />
Prodi.<br />
Nel 2006 la pressione fiscale è balzata, di colpo,<br />
dal 40,5 al 42,1 per cento del PIL, con un<br />
incremento di 1,6 punti. Nel 2007 l’incremento<br />
è stato solo leggermente più contenuto: 1,2<br />
punti di PIL fino ad un tetto del 43,3 per cento.<br />
Per <strong>il</strong> 2008 vedremo. La Relazione di cassa indica<br />
un leggero contenimento al 43,1 per cento<br />
del PIL. Ma le previsioni non sono attendib<strong>il</strong>i.<br />
I tecnici di via XX settembre hanno sottovalutato<br />
sia la dinamica delle entrate che le spese<br />
da effettuare. Il saldo di fine esercizio (2,4<br />
per cento del PIL) potrebbe pertanto, più o meno<br />
coincidere, con quello indicato. Ma <strong>il</strong> volume<br />
delle entrate sarebbe di gran lunga superiore<br />
e, con esso, la pressione fiscale effettiva.<br />
38<br />
e c o n o m i a<br />
Al di là di queste previsioni, le cifre a consuntivo<br />
dimostrano l’entità dello shock subito dall’economia<br />
italiana. La crescita della pressione fiscale<br />
ha inciso negativamente sulla propensione<br />
al consumo. Nel 2006, infatti, <strong>il</strong> PIL è cresciuto<br />
dell’1,8 per cento. Ma questo risultato, indubbiamente<br />
positivo, è più <strong>il</strong> frutto di un’<strong>il</strong>lusione<br />
ottica, che non della realtà. Se si depura l’effetto<br />
di trascinamento - vale a dire <strong>il</strong> migliore<br />
andamento degli ultimi due trimestri del 2005<br />
che si contab<strong>il</strong>izzano nel 2006 - la crescita sarebbe<br />
stata solo dello 0,8 per cento. Molto meno<br />
che non nell’anno precedente. Dato che,<br />
In un grafico pubblicato<br />
dal Ministero<br />
dell’economia, sotto la<br />
guida di Padoa Schioppa e<br />
di Visco, risulta evidente<br />
che <strong>il</strong> massimo incremento<br />
delle entrate si è<br />
verificato nel periodo<br />
gennaio-giugno del 2006.<br />
Quando ancora S<strong>il</strong>vio<br />
Berlusconi era Presidente<br />
del consiglio.<br />
purtroppo trova conferma nei dati più recenti.<br />
L’andamento del PIL trimestrale lo conferma. Il<br />
massimo di crescita si è avuta nei primi due trimestri<br />
del 2006, quando al timone era ancora<br />
S<strong>il</strong>vio Berlusconi. Allora la crescita fu dello 0,8<br />
e dello 0,6 per cento. Con la fine dell’estate ed<br />
<strong>il</strong> varo del decreto legge Bersani - Visco vi fu un<br />
primo stop, con un calo dell’indice allo 0,3 per<br />
cento. Quindi un rimbalzo di fine anno, con un<br />
aumento dell’1,1 per cento. Ed infine <strong>il</strong> lento<br />
declino che porterà <strong>il</strong> 2007 a chiudere con una<br />
crescita dell’1,5 per cento, sempre in termini