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LIBERTÀ E SECONDA REPUBBLICA<br />

La lunga sfida di Edgardo Sogno<br />

Pagine: 190<br />

Prezzo: euro 16,00<br />

Collana: Documenti e Ricerche<br />

Introduzione di Dario Fert<strong>il</strong>io<br />

Scritti di: Edgardo Sogno, Paolo Armaroli, S<strong>il</strong>vio<br />

Berlusconi, Francesco Forte, Marco Grandi,<br />

Francesco Perfetti, Sergio Romano, Gian Enrico<br />

Rusconi e Sergio Scalpelli<br />

Questo libro raccoglie <strong>il</strong> contributo di alcuni dei più significativi<br />

amici di Edgardo Sogno, uniti dalla stima per questo<br />

straordinario protagonista della storia italiana, che ne hanno<br />

voluto approfondire l’originale pensiero. Nel libro sono<br />

raccolti scritti di Edgardo Sogno in materia di riforma istituzionale,<br />

alcuni dei quali assolutamente inediti. La lotta<br />

per una nuova costituzione che superasse quella “compromissoria”<br />

che ancora regge <strong>il</strong> paese, è stato <strong>il</strong> tema dominante,<br />

dagli anni ’70 fino alla scomparsa di questo grande<br />

pensatore liberale, che seppe misurarsi dopo gli anni<br />

dell’azione nella resistenza, con la lotta all’egemonia cattocomunista<br />

sulla società italiana.<br />

BIETTI<br />

dal 1870<br />

CATALOGO ON LINE: www.edizionibietti.it<br />

PER ACQUISTI ON LINE: www.ragioncritica.it<br />

l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />

88<br />

storia<br />

so <strong>il</strong> socialismo, verso l’Internazionale, verso la<br />

Comune di Parigi, verso Bakunin, non sono in<br />

realtà ascrivib<strong>il</strong>i ad una impostazione ideologica<br />

diversa da quella mazziniana, ma soltanto<br />

ad una più libera predisposizione a giocare a<br />

tutto campo, alla ricerca di una più larga platea<br />

rivoluzionaria. Del resto, tali posizioni garibaldine<br />

emergono proprio negli anni finali del maggiore<br />

dissenso personale con Mazzini e, probab<strong>il</strong>mente,<br />

non sono esenti da una volontà di<br />

differenziazione rispetto all’antico maestro.<br />

La concordia tra Mazzini e Garibaldi ritorna preponderante<br />

sul piano della solidarietà con gli altri<br />

popoli oppressi. Ispirato dall’insegnamento<br />

mazziniano, Garibaldi pose la sua spada al servizio<br />

delle aspirazioni nazionali dei popoli sudamericani<br />

e sostenne quelle dei popoli dell’Europa<br />

centrale ed orientale. A differenza di Mazzini,<br />

non serbò rancore alla Francia, né per l’occupazione<br />

di Roma, né per l’annessione di Nizza<br />

e nel 1870 condusse una colonna di volontari<br />

alla vittoria di Digione nella guerra francoprussiana.<br />

Ne seguì la sua elezione a deputato<br />

all’Assemblea nazionale francese di Bordeaux,<br />

che fu strenuamente difesa da Victor Hugo nel<br />

marzo 1871 contro i generali imperiali che avevano<br />

subito l’onta della sconfitta e non si rassegnavano<br />

al fatto che l’onore del loro Paese fosse<br />

stato salvato da uno straniero.<br />

Tutte le grandi cause umanitarie dell’epoca<br />

avevano visto Mazzini e Garibaldi uniti perché<br />

entrambi convinti del valore universale degli<br />

ideali di libertà e di giustizia, a prescindere dalla<br />

latitudine. Entrambi sostennero convintamene<br />

la campagna abolizionista del presidente<br />

Lincoln; ad entrambi si ispirò Benito Juarez per<br />

la liberazione del Messico.<br />

Il diverso modo di porsi dei due fu, però, anche<br />

in questo campo evidente in occasione del<br />

congresso per la pace mondiale che si tenne a<br />

Ginevra nel 1867. All’entusiastica adesione di<br />

Garibaldi, dettata dalla naturale ed immediata<br />

simpatia per tutte le nob<strong>il</strong>i cause, corrispose<br />

quella più tiepida di Mazzini che, pur dichiarando<br />

di condividere <strong>il</strong> principio generale del pacifismo,<br />

rivendicava <strong>il</strong> diritto, ed anzi <strong>il</strong> dovere, di<br />

combattere le guerre giuste ove, cioè, fossero<br />

in gioco le legittime aspirazioni dei popoli.

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