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l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />

gio. La caduta intervenuta nei consumi interni<br />

espone infatti <strong>il</strong> Paese ai capricci ed ai venti<br />

della situazione internazionale. Venuto meno <strong>il</strong><br />

suo basamento strutturale, l’Italia è come quei<br />

pupazzi di gomma che si regalano ai bambini.<br />

Basta una leggera spinta per rovesciarli.<br />

Quale sarà <strong>il</strong> riflesso di questi avvenimenti sugli<br />

equ<strong>il</strong>ibri finanziari complessivi? Uno dei temi<br />

di polemica dell’intervento di Pier Luigi Bersani<br />

è stato l’andamento dell’avanzo primario.<br />

«Un conto - ha detto tra gli applausi dell’emiciclo<br />

- è partire da un avanzo primario pari a zero,<br />

un conto è partire con l’avanzo primario al<br />

3, col debito che cala invece di crescere». Rivendicazione<br />

orgogliosa, ma anche giustificata?<br />

Solo in parte. Nel 2005 l’avanzo primario<br />

era pari solo allo 0,3 per cento del PIL. Nel<br />

2007 è stato invece del 3,1 per cento. Nei due<br />

anni del Governo Prodi si è passati prima<br />

all’1,2, quindi alla cifra ricordata. Nel 2006 quel<br />

risultato è stato conseguito aumentando le entrate<br />

dell’1,7 e le spese dello 0,8. Nel periodo<br />

successivo, invece, le entrate sono aumentate<br />

dell’1,3 per cento del PIL, le spese sono diminuite<br />

dello 0,6 per cento. L’effetto cumulato di<br />

questi diversi andamenti ha prodotto le conseguenze<br />

positive che abbiamo registrato. Ma<br />

quel taglio della spesa è stato effettivo o non si<br />

è trattato di un semplice rinvio?<br />

Le previsioni per <strong>il</strong> 2008, anno in cui l’avanzo<br />

primario è previsto diminuire di 0,6 punti sembrerebbe<br />

confermare quest’ultima ipotesi. Avvalorata,<br />

del resto, da polemiche recenti. Il primo<br />

segnale d’allarme era stato lanciato da Il<br />

sole 24 ore. «Buco da 7 m<strong>il</strong>iardi nei conti del<br />

2008»: aveva titolato nell’edizione del 10 febbraio<br />

2008. Ne erano seguite vivaci polemiche<br />

che avevano costretto a scendere in campo lo<br />

stesso direttore, in un corsivo del 12 febbraio.<br />

«Che ci siano i sette m<strong>il</strong>iardi di spese inattese<br />

- aveva scritto - per contratti pubblici, investimenti<br />

Fs, emergenza rifiuti e costi per le elezioni<br />

...è fuor di dubbio. Si chiamino buco o meno<br />

può essere un dettaglio: i danari vanno trovati».<br />

Seguiva una smentita da parte di Tommaso<br />

Padoa Schioppa, che, invece, non<br />

smentiva.<br />

Le nuove spese ancora «non iscritte a b<strong>il</strong>an-<br />

40<br />

e c o n o m i a<br />

cio», come precisava un comunicato di Via XX<br />

Settembre, riguardavano appunto le FFSS (2<br />

m<strong>il</strong>iardi), quelle rinviate l’anno precedente (1,8<br />

m<strong>il</strong>iardi), i contratti pubblici (tra i 2 ed i 6 m<strong>il</strong>iardi),<br />

<strong>il</strong> problema rifiuti della Campania (0,6 m<strong>il</strong>iardi)<br />

<strong>il</strong> costo delle elezioni (tra i 300 ed i 600<br />

m<strong>il</strong>ioni). Tirando le somme si giungeva alla cifra<br />

indicata. Dunque una piccola catastrofe?<br />

Forse meno grave di quanto a prima vista potesse<br />

apparire.<br />

Per svelare <strong>il</strong> mistero occorre interrogarsi sulle<br />

tendenze effettive della legislazione vigente e<br />

sull’andamento del gettito erariale.<br />

Nell’ultima relazione di cassa, predisposta da<br />

Tommaso Padoa Schioppa, era previsto un aumento<br />

delle entrate erariali, su base annua, del<br />

2,4 per cento e dei contributi sociali del 4,6 per<br />

cento. Grazie a questi limitati incrementi, la<br />

pressione fiscale, sempre secondo quelle previsioni<br />

sarebbe scesa dal 43,3 per cento al<br />

43,1. Una buona notizia per <strong>il</strong> Governo. Nell’imminente<br />

campagna elettorale avrebbe potuto<br />

sostenere che dopo una «finanziaria» lacrime<br />

e sangue si sarebbe venuto incontro, seppure<br />

con <strong>il</strong> gradualismo indispensab<strong>il</strong>e, alle<br />

esigenze del contribuente. Si tornava a dare,<br />

seppure in misura limitata, quanto si era preso<br />

in precedenza.

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