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l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à crisi della sinistra è così diventata drammatica al Nord, sta cominciando ad affacciarsi al Sud. Torniamo a Berlusconi. L’incontro fra questo paese e questo leader non avviene senza mediazioni. Il principale mediatore è senza dubbio la Lega di Bossi. La Lega è stata sempre interpretata come la versione italiana del lepenismo o dei movimenti xenofobi del Centro-Europa. La Lega è un’altra cosa. La Lega è la combinazione di una rivolta territoriale con una rivolta fiscale e anti-statale. Il suo gruppo dirigente ha inaugurato la più lunga marcia nelle istituzioni che sia mai stata concepita in Occidente partendo da un «paesello». Il fenomeno Lega, essendo un fiume carsico ormai emerso, porta con sé minerali buoni e cose non buone, comunque porta consensi grandi alla leadership berlusconiana. Sembra un po’ più di rendita la posizione degli eredi del Msi che si avvalgono della grande capacità manovriera del loro leader, Fini, e del lento trasferimento di un popolo emarginato dentro i fasti della nuova destra. Fini gode di una rendita di posizione che nasce dall’aver dato al proprio popolo, grazie a Berlusconi, l’accesso alla grande politica negato per oltre mezzo secolo. È un prezzo assai alto che la destra ha pagato e che la sinistra non ha dovuto pagare essendo forza costituente del paese. Questo consegna a Fini una gratitudine del proprio mondo maggiore dei risultati raggiunti. L’intuizione fondamentale che lo ha portato a scelte opposte a quelle di Casini è stata quella di non permettere mai la separazione del proprio mondo da quello di Berlusconi. In questo rapporto ha intuito che si sedimentava la voca- 26 politica zione di governo e il rifuggire da sirene oppositive che lo avrebbero riconsegnato al passato. Fini scegliendo il governo ha sdoganato la destra radical e l’ha resa moderata. Il voto di aprile sancisce la conclusione di tutti questi processi. Inizia una nuova storia. La domanda è questa: la nuova storia sarà ancora nel segno di Berlusconi o segnerà il suo declino? Dico subito che non risponderò al quesito, mi limiterò ad analizzare ciò che c’è in cantiere in modo che il lettore risolva da sé il dilemma. È del tutto evidente che per capire se siamo all’inizio di un ciclo o all’ apoteosi che precede il declino ci manca il dato più importante, pressoché risolutivo. Se Berlusconi, i cui primi passi di governo sembrano accompagnati dal favore popolare, riuscirà nell’impresa di dare una scossa al Paese saremo all’inizio di un ciclo che proseguirà con Berlusconi e i suoi eredi. Se Berlusconi non ce la farà (ipotesi infausta anche per chi non l’ha votato, perché significherebbe un declino non di una leadership ma del paese), il puzzle italiano si confonderà in modo ancora più complicato. Tuttavia i risultati di governo dovranno combinarsi con altri risultati direttamente prodotti dalla politica. Il principale è quello che deriva dall’affermarsi di un sistema politico se non interamente bipartitico tuttavia forte di due grandi componenti centrali. L’obiezione è facile. Anche nel quindicennio precedente c’erano due componenti principali, si sono chiamati nel centro-sinistra Ulivo e Unione e nel centro-destra Polo e Casa della Libertà. Ora però il cambiamento proposto agli italiani è più forte. Sono stati proposti agli italiani un Partito Democratico sul versante sinistro e un partito chiamato Popolo delle Libertà sull’altro campo. Non due alleanze, ma due formazioni politiche di massa, con leadership certe che devono tendere, pur nel pluralismo interno, a formare una comune pubblica opinione organizzata sui due lati del sistema politico. Più sul modello anglo-sassone che su quello europeo. È il contrario di ciò a cui aspiravano in tanti (compreso chi scrive) ed è la definitiva sepoltura della componente autonoma del socialismo che oggi deve portare le sue bandiere e la sua cultura là dove vede più riformismo.
politica I risultati di governo dovranno combinarsi con altri risultati direttamente prodotti dalla politica. Il principale è quello che deriva dall’affermarsi di un sistema politico se non interamente bipartitico tuttavia forte di due grandi componenti centrali. La necessità di questa svolta verso il consolidarsi del nuovo sistema politico è dettata anche dalla necessità di costruire fra le istituzioni e il paese un ponte robusto, non super-dimensionato come i partiti della Prima Repubblica, ma capace come quelli di organizzare volontà politiche, partecipazione e perché no proteste. Questa è la seconda parte del lavoro ricostruttivo che si deve avviare dopo il voto di aprile. È probabile che il centro-destra sia più in grado di rispondere positivamente a questa sfida sull’onda del successo del governo e su un comune sentire che è più forte da questa parte. Può darsi che questa ricostruzione politica riesca meglio al centro-sinistra che così potrebbe candidarsi a ereditare i risultati del lavoro di Berlusconi. Al momento è difficile fare previsioni. Il centro-destra rischia di non cogliere la specificità di questo problema facendosi assorbire solo dall’attività di governo, considerando questa la vera leva per sollevare il mondo (è difficile dare torto). Il centro-sinistra può farsi sconquassare dallo scontro interno e dall’eterno conflitto con l’ala giustizialista che costituisce il vero fronte interno. Comunque, come era scritto in un classico libro su cui si sono formate generazioni di rivoluzionari: Hic Rhodus, hic salta. l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à 27 LA REPUBBLICA ARMATA Nascita, organizzazione e operazioni delle forze armate della R.S.I. Autore: Emilio Cavaterra Pagine: 276 Prima Edizione: Inverno 2007-2008 Prezzo: 20 euro I documenti inediti, custoditi per oltre mezzo secolo nell'Archivio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito italiano consentono una nuova e più attendibile ricostruzione della nascita e dell'organizzazione delle FF.AA. della Repubblica Sociale. Questo libro aiuta a collocare, in una prospettiva più oggettiva, il tormentato e controverso periodo della storia d'Italia dal settembre del 1943 all'aprile del 1945. Un libro per gli appassionati della Storia, in particolare della seconda guerra mondiale e della guerra civile italiana successiva alla nascita della RSI. Emilio Cavaterra. Giornalista e scrittore. Minorenne, si è arruolato volontario nei reparti delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana. Dopo la fine della guerra, terminati gli studi, ha intrapreso la professione di giornalista. E’ stato direttore di agenzie di stampa, opinionista e inviato speciale, redattore capo di quotidiani e periodici. Ha collaborato con la RAI e con Radio Montecarlo. Autore di oltre 25 libri pubblicati tra gli altri da Mursia, Borla, Pan e Nistri Lischi e Bietti. Accademico tiberino ha ricevuto nel 1996 il premio cultura della Presidenza del Consiglio e nel 1999 la Penna d’oro per il settore “scienza”.
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