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politica<br />
di solo 6 formazioni politiche è stato brusco. Ne<br />
hanno fatto le spese le «estreme», ma anche i<br />
moderati. La sinistra arcobaleno è uscita di<br />
scena, la destra di Storace non c’è mai entrata.<br />
Un m<strong>il</strong>ione e mezzo di voti persi, alla Camera<br />
da un lato; un m<strong>il</strong>ione dall’altro. Bertinotti<br />
come Vecchietti, <strong>il</strong> vecchio leader del PSIUP<br />
che, nella prima repubblica, lasciò sul tavolo<br />
verde della politica più o meno altrettanto, d<strong>il</strong>apidando<br />
un patrimonio. Allora ll convento si<br />
chiuse, ma i frati emigrarono nel PCI. Chissà<br />
se succederà anche questa volta la stessa cosa?<br />
Anche i socialisti ed i liberali escono di scena.<br />
Boselli, <strong>il</strong> tattico che in tutti questi anni era<br />
riuscito a navigare tra Prodi e Fassino, contro<br />
Veltroni non ce l’ha fatta. Dovrà chiudere la cooperativa,<br />
come dicono ancora oggi i suoi detrattori.<br />
Discorso diverso per i liberali. Da anni lontani<br />
dalla politica, vi erano rientrati con un piccolo<br />
stratagemma ed uno strascico di polemiche.<br />
Oltre 100 m<strong>il</strong>a voti, che potevano essere diversamente<br />
ut<strong>il</strong>izzati, sono andati al macero. Con<br />
la loro ostinazione, nel volersi presentare a tutti<br />
i costi, non contavano prima e contano ancor<br />
meno adesso. È <strong>il</strong> dramma delle grandi tradizioni<br />
culturali. Sono troppo forti ed estese per<br />
essere compresse in piccole formazioni politiche.<br />
Quando questo avviene, <strong>il</strong> corto circuito<br />
diventa inevitab<strong>il</strong>e.<br />
Nel dibattito sul dopo voto gli accenti più preoccupanti<br />
sono posti, comunque, sulla scomparsa<br />
della sinistra - sinistra. Dai 140 parlamentari<br />
e passa che avevano nella precedente legislatura,<br />
si passa a zero. Come è stato possib<strong>il</strong>e?<br />
Per sdrammatizzare si deve dire che quei<br />
magnifici 140 erano stati soprattutto <strong>il</strong> frutto di<br />
una grande ab<strong>il</strong>ità negoziatrice. Bertinotti, da<br />
esperto sindacalista qual era, aveva ottenuto<br />
più del dovuto. Pochi, allora, erano stati in grado<br />
di valutare l’esatta consistenza di quella<br />
compagine ed i seggi erano piovuti in forma alluvionale.<br />
C’era poi <strong>il</strong> vecchio pregiudizio: pas<br />
d’ennemi a gauche. Romano Prodi aveva coltivato<br />
con amore questa pianticella, nella speranza<br />
di rompere l’assedio del Ds.<br />
Vi era, infine, <strong>il</strong> peso di una tradizione. La fun-<br />
l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />
29<br />
zione storica del PCI era stata la costituzionalizzazione<br />
del dissenso. Se non vi fosse stata,<br />
le conseguenze della guerra fredda, come avvenne<br />
in altri paesi occidentali, sarebbero state<br />
disastrose. Fu <strong>il</strong> realismo di Togliatti a prevalere.<br />
La sua doppiezza consentì a quella forza<br />
di vivere e di sv<strong>il</strong>upparsi: tra suggestioni rivoluzionarie<br />
ed accordi sotterranei, per non<br />
disfare la sott<strong>il</strong>e tela della civ<strong>il</strong>e convivenza.<br />
Non senza strappi e contraddizioni, naturalmente.<br />
Ora quel disegno non ha più lo stesso<br />
valore. Veltroni guarda ad una democrazia<br />
compiuta, dove lo scontro politico si manifesta<br />
e si risolve nella conquista del centro dello<br />
schieramento politico. Il taglio delle ali è funzionale<br />
a questo disegno. Anche se non sarà<br />
fac<strong>il</strong>e per lui mantenere ferma la barra del timone.<br />
Bisogna dire che le diverse componenti questo<br />
mondo variegato non hanno compreso, in<br />
tempo, i rischi cui si esponevano. Se fossero<br />
rimasti uniti, invece di dividersi tra arcobaleni,<br />
comunisti duri e puri e sinistra critica,<br />
avrebbero raggiunto la soglia del 4 per cento.<br />
Oggi siederebbero in Parlamento in grado di<br />
esercitare quella funzione residua che era nel<br />
DNA del grande PCI. Venuta meno quella<br />
prospettiva, <strong>il</strong> quadro si complica. Rischio effettivo<br />
non solo per la dimensione degli<br />
esclusi, ma la loro forza organizzativa ed i<br />
punti di contatti con le frange del movimento<br />
sindacale, che a questa comune cultura ancora<br />
fanno riferimento.<br />
Ma è un problema politico o di semplice ordine<br />
pubblico? L’uno e l’altro. Del primo dovrà far<br />
carico soprattutto <strong>il</strong> Pd, se vorrà mantenere<br />
una vocazione maggioritaria. Il secondo andrà<br />
affrontato in modo bipartisan. Discussione<br />
quanta se ne vuole, ma rigurgiti da G8 a Genova<br />
nemmeno a parlarne. Del resto la debolezza<br />
del gruppo è soprattutto politica. Spetta<br />
loro un aggiornamento culturale, ancor prima<br />
che programmatico, che eventuali episodi di<br />
violenza potrebbero solo ritardare. Per questo<br />
occorre presidiare <strong>il</strong> terreno e scongiurare dolorose<br />
fughe in avanti.