Atlante delle orchidee della Provincia di Siena (dimensione: 6Mb)
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INTRODUZIONE<br />
La famiglia <strong>delle</strong> Orchidaceae rappresenta, a<br />
livello mon<strong>di</strong>ale, uno dei gruppi <strong>di</strong> piante a<br />
fiore più numeroso, contendendo il primato<br />
alle Asteraceae (o Compositae), con un totale<br />
stimato <strong>di</strong> circa 25.000 specie, il che significa<br />
quattro volte il numero <strong>delle</strong> specie note <strong>di</strong><br />
mammiferi o uccelli (Chase et al., 2003; Pillon<br />
& Chase, 2007); in altre parole esse costituiscono<br />
tra il 6 e l’11% <strong>delle</strong> piante a seme oggi<br />
note alla scienza (Scotland & Wortley, 2003).<br />
Le <strong>orchidee</strong> quin<strong>di</strong> rappresentano un gruppo<br />
importante quando si parla <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità e<br />
conservazione. Da questo punto <strong>di</strong> vista esse<br />
sono particolarmente minacciate dalla per<strong>di</strong>ta<br />
<strong>di</strong> habitat, soprattutto perché il maggior numero<br />
<strong>di</strong> esse si concentra nelle foreste primarie<br />
dei climi tropicali. Un’altra grave minaccia per<br />
le <strong>orchidee</strong> è la raccolta in<strong>di</strong>scriminata che per<br />
<strong>di</strong>versi motivi (ricerca, coltivazione, commercializzazione)<br />
ha portato molte specie sulla via<br />
dell’estinzione, a volte contemporaneamente o<br />
subito dopo la loro descrizione (Cribb, 2005).<br />
Sebbene questa famiglia sia stata in qualche<br />
modo privilegiata dai tassonomi e dagli specialisti<br />
(a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri gruppi esteticamente<br />
poco attraenti e quin<strong>di</strong> meno conosciuti!),<br />
non si può negare che essa susciti un certo<br />
fascino su appassionati e neofiti, tanto che<br />
sono sorte numerose società, associazioni e<br />
gruppi che si occupano <strong>di</strong> orchidologia a <strong>di</strong>fferenti<br />
livelli, sia per motivi <strong>di</strong> coltivazione che<br />
<strong>di</strong> ricerca <strong>delle</strong> specie spontanee.<br />
Consistenza in termini <strong>di</strong> generi e specie <strong>delle</strong><br />
<strong>orchidee</strong> spontanee a <strong>di</strong>fferenti scale.<br />
MORFOLOGIA<br />
Le <strong>orchidee</strong> appartengono alle cosiddette “cormofite”,<br />
avendo il corpo sud<strong>di</strong>viso in ra<strong>di</strong>ci,<br />
fusto e foglie; a questi si aggiungono gli organi<br />
ipogei (rizotuberi, rizomi), importanti per la<br />
sopravvivenza e l’accumulo <strong>di</strong> sostanze nutritive<br />
e i fiori che, riuniti in una infiorescenza spiciforme,<br />
costituiscono l’aspetto più vistoso e<br />
interessante.<br />
Apparati ipogei: si tratta <strong>di</strong> porzioni <strong>di</strong> fusto<br />
mo<strong>di</strong>ficate con funzione <strong>di</strong> accrescimento e resistenza<br />
tramite accumulo <strong>di</strong> sostanze nutritive; la<br />
presenza <strong>di</strong> questi organi permette <strong>di</strong> inserire le<br />
<strong>orchidee</strong> tra le geofite. La forma degli organi<br />
sotterranei è molto variabile: possiamo trovare<br />
due rizotuberi (o bulbotuberi) <strong>di</strong> forma pressochè<br />
tondeggiante, tanto da assegnare il nome alla<br />
famiglia (dal greco orchis = testicolo), tipici ad<br />
esempio nei generi Orchis e Ophrys, mentre in<br />
Serapias compare un terzo bulbotubero accessorio<br />
destinato alla propagazione vegetativa; in<br />
alternativa i bulbotuberi possono essere più o<br />
meno <strong>di</strong>visi in appen<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>gitiformi<br />
(Dactylorhiza) o napiformi (Platanthera,<br />
Spiranthes) oppure allungati in forma <strong>di</strong> veri e<br />
propri rizomi accompagnati da ra<strong>di</strong>ci fasciolate<br />
ingrossate (Neottia, Cephalanthera) o, infine,<br />
coralliformi (Corallorhiza).<br />
Fusto e foglie: rappresentano, insieme ai fiori,<br />
la parte epigea <strong>della</strong> pianta. Il fusto (o scapo) è<br />
in<strong>di</strong>viso, eretto, privo <strong>di</strong> gemme ascellari. Le<br />
foglie possono essere basali se riunite in rosetta<br />
e pertanto prostrate al suolo oppure cauline se<br />
portate sul fusto; in questo caso possono essere<br />
normalmente sviluppate o mo<strong>di</strong>ficate in brattee<br />
guainanti il fusto, talora squamiformi; generalmente<br />
la <strong>di</strong>mensione <strong>delle</strong> foglie si riduce procedendo<br />
dalla base <strong>della</strong> pianta verso l’apice.<br />
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