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Atlante delle orchidee della Provincia di Siena (dimensione: 6Mb)

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66<br />

EPIPACTIS HELLEBORINE (L.) CRANTZ<br />

INCLUDE SUBSP. HELLEBORINE; SUBSP. LATINA W. ROSSI & E. KLEIN; SUBSP. TREMOLSII (PAU) E. KLEIN<br />

BASIONIMO SERAPIAS HELLEBORINE L.<br />

SINONIMO EPIPACTIS LATIFOLIA (L.) ALL.<br />

NOME COMUNE ELLEBORINA COMUNE<br />

Descrizione Pianta alta 20-70 cm, con apparato<br />

ipogeo costituito <strong>di</strong> un rizoma orizzontale<br />

da cui si <strong>di</strong>partono numerose ra<strong>di</strong>ci ingrossate.<br />

Scapo eretto, verdastro o più o meno arrossato<br />

in alto, talora flessuoso. Foglie basali assenti, le<br />

cauline <strong>di</strong>sposte a spirale, larghe, ovato-lanceolate<br />

o ellittiche, abbraccianti il fusto e più<br />

lunghe degli interno<strong>di</strong>; foglie superiori linearilanceolate,<br />

bratteiformi. Infiorescenza allungata,<br />

densa e in genere unilaterale, composta <strong>di</strong><br />

molti fiori (fino a 40) patenti o penduli. Brattee<br />

ver<strong>di</strong>, lanceolate, le inferiori più lunghe dell’intero<br />

fiore, le superiori progressivamente ridotte.<br />

Sepali ovati, <strong>di</strong>vergenti, verdastri o soffusi <strong>di</strong><br />

rosa, con venature evidenti; petali poco più larghi,<br />

rosati, più o meno verdastri alla base.<br />

Labello <strong>di</strong> colore variabile dal biancastro, al<br />

verde, rosa o rosa-porporino; ipochilo semisferico,<br />

verde-rosato all’esterno, marrone all’interno;<br />

epichilo cuoriforme, con apice rivolto all’in<strong>di</strong>etro<br />

e, alla base, due gibbosità rugose; ovario<br />

piriforme, pubescente e peduncolato.<br />

Habitat Querceti, leccete, faggete e arbusteti<br />

(tra 150 e 1700 m slm).<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura Maggio-luglio.<br />

Distribuzione Paleotemperata. È presente in<br />

tutto il territorio italiano, meno frequente al sud.<br />

Note tassonomiche Sono almeno 11 le sottospecie<br />

note nell’area euro-me<strong>di</strong>terranea; la<br />

subsp. latina <strong>di</strong>fferisce dalla sottospecie nominale<br />

per le foglie cauline, più larghe, con margine<br />

ondulato e in genere concentrate in<br />

basso, tanto la lasciare lo scapo spoglio nella<br />

parte me<strong>di</strong>ana, brattee fiorali minori, colorazione<br />

più intensa dei fiori, epichilo più chiaro<br />

e gibbosità basali poco marcate. Questa<br />

seconda entità appare inoltre più termofila,<br />

adattata a boschi più asciutti, margini stradali<br />

e cespuglieti, anche in situazioni più aperte. La<br />

presenza <strong>della</strong> subsp. tremolsii invece è, a<br />

livello italiano, attualmente messa in <strong>di</strong>scussione<br />

(GIROS, 2009).<br />

Note <strong>di</strong>stributive Si tratta <strong>di</strong> una specie abbastanza<br />

comune nel territorio provinciale, sebbene<br />

i dati <strong>di</strong> copertura siano relativi a soli 23 quadrati<br />

su 52; si rinviene un po’ ovunque soprattut-<br />

to nella zona del Chianti, Montagnola Senese,<br />

Farma-Merse e sud <strong>della</strong> provincia; essendo specie<br />

nemorale è molto probabile che la sua <strong>di</strong>stribuzione<br />

nel territorio provinciale, come per altre<br />

entità tipiche dei boschi <strong>di</strong> latifoglie decidue, sia<br />

sottostimata a causa <strong>della</strong> colorazione poco<br />

appariscente. Le segnalazioni <strong>delle</strong> subsp. latina<br />

e tremolsii sono rispettivamente 4 e 1.

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