Atlante delle orchidee della Provincia di Siena (dimensione: 6Mb)
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EPIPACTIS HELLEBORINE (L.) CRANTZ<br />
INCLUDE SUBSP. HELLEBORINE; SUBSP. LATINA W. ROSSI & E. KLEIN; SUBSP. TREMOLSII (PAU) E. KLEIN<br />
BASIONIMO SERAPIAS HELLEBORINE L.<br />
SINONIMO EPIPACTIS LATIFOLIA (L.) ALL.<br />
NOME COMUNE ELLEBORINA COMUNE<br />
Descrizione Pianta alta 20-70 cm, con apparato<br />
ipogeo costituito <strong>di</strong> un rizoma orizzontale<br />
da cui si <strong>di</strong>partono numerose ra<strong>di</strong>ci ingrossate.<br />
Scapo eretto, verdastro o più o meno arrossato<br />
in alto, talora flessuoso. Foglie basali assenti, le<br />
cauline <strong>di</strong>sposte a spirale, larghe, ovato-lanceolate<br />
o ellittiche, abbraccianti il fusto e più<br />
lunghe degli interno<strong>di</strong>; foglie superiori linearilanceolate,<br />
bratteiformi. Infiorescenza allungata,<br />
densa e in genere unilaterale, composta <strong>di</strong><br />
molti fiori (fino a 40) patenti o penduli. Brattee<br />
ver<strong>di</strong>, lanceolate, le inferiori più lunghe dell’intero<br />
fiore, le superiori progressivamente ridotte.<br />
Sepali ovati, <strong>di</strong>vergenti, verdastri o soffusi <strong>di</strong><br />
rosa, con venature evidenti; petali poco più larghi,<br />
rosati, più o meno verdastri alla base.<br />
Labello <strong>di</strong> colore variabile dal biancastro, al<br />
verde, rosa o rosa-porporino; ipochilo semisferico,<br />
verde-rosato all’esterno, marrone all’interno;<br />
epichilo cuoriforme, con apice rivolto all’in<strong>di</strong>etro<br />
e, alla base, due gibbosità rugose; ovario<br />
piriforme, pubescente e peduncolato.<br />
Habitat Querceti, leccete, faggete e arbusteti<br />
(tra 150 e 1700 m slm).<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura Maggio-luglio.<br />
Distribuzione Paleotemperata. È presente in<br />
tutto il territorio italiano, meno frequente al sud.<br />
Note tassonomiche Sono almeno 11 le sottospecie<br />
note nell’area euro-me<strong>di</strong>terranea; la<br />
subsp. latina <strong>di</strong>fferisce dalla sottospecie nominale<br />
per le foglie cauline, più larghe, con margine<br />
ondulato e in genere concentrate in<br />
basso, tanto la lasciare lo scapo spoglio nella<br />
parte me<strong>di</strong>ana, brattee fiorali minori, colorazione<br />
più intensa dei fiori, epichilo più chiaro<br />
e gibbosità basali poco marcate. Questa<br />
seconda entità appare inoltre più termofila,<br />
adattata a boschi più asciutti, margini stradali<br />
e cespuglieti, anche in situazioni più aperte. La<br />
presenza <strong>della</strong> subsp. tremolsii invece è, a<br />
livello italiano, attualmente messa in <strong>di</strong>scussione<br />
(GIROS, 2009).<br />
Note <strong>di</strong>stributive Si tratta <strong>di</strong> una specie abbastanza<br />
comune nel territorio provinciale, sebbene<br />
i dati <strong>di</strong> copertura siano relativi a soli 23 quadrati<br />
su 52; si rinviene un po’ ovunque soprattut-<br />
to nella zona del Chianti, Montagnola Senese,<br />
Farma-Merse e sud <strong>della</strong> provincia; essendo specie<br />
nemorale è molto probabile che la sua <strong>di</strong>stribuzione<br />
nel territorio provinciale, come per altre<br />
entità tipiche dei boschi <strong>di</strong> latifoglie decidue, sia<br />
sottostimata a causa <strong>della</strong> colorazione poco<br />
appariscente. Le segnalazioni <strong>delle</strong> subsp. latina<br />
e tremolsii sono rispettivamente 4 e 1.