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Atlante delle orchidee della Provincia di Siena (dimensione: 6Mb)

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scopo, dà vita, in particolare nel comprensorio<br />

amiatino, ad estesi “scopeti”.<br />

Garighe. Formazioni vegetali perenni <strong>di</strong> tipo<br />

me<strong>di</strong>terraneo a scarsa copertura, che possono<br />

colonizzare suoli calcarei od ultramafici come gli<br />

affioramenti ofiolitici, nel qual caso si presentano<br />

ricche <strong>di</strong> specie endemiche, ma anche le biancane<br />

o i materassi alluvionali dei corsi d’acqua<br />

<strong>della</strong> parte meri<strong>di</strong>onale <strong>della</strong> provincia, dove<br />

dominano rispettivamente Artemisia cretacea e<br />

Santolina etrusca, entrambe endemiche ad areale<br />

ristretto prevalentemente alla Toscana.<br />

Praterie. Attualmente sono in fase <strong>di</strong> regressione<br />

in quanto si assiste alla colonizzazione da parte<br />

del bosco <strong>di</strong> tutti gli spazi aperti. Le poche praterie<br />

presenti sono costituite da lembi posti all’interno<br />

<strong>di</strong> aree invase da arbusti e giovani piante<br />

arboree. La tipologia prevalente è costituita dalla<br />

prateria mesoxerofila con Bromus erectus dominante<br />

e con abbondanza <strong>di</strong> Brachypo<strong>di</strong>um rupestre,<br />

Dactylis glomerata, Lotus corniculatus, frequente<br />

su suoli argillosi (Crete Senesi e Val<br />

d’Orcia). Sui crinali <strong>di</strong> rilievi montuosi calcarei,<br />

spesso a mosaico con le garighe, troviamo invece<br />

praterie xerofile a dominanza <strong>di</strong> Bromus erectus<br />

insieme a Festuca inops e molte camefite.<br />

Localmente possiamo trovare anche pratelli terofitici,<br />

sia in ambiente arido che umido, su suoli<br />

sia aci<strong>di</strong> che basici. Queste formazioni rappresentano<br />

i primi sta<strong>di</strong> <strong>della</strong> successione vegetazionale,<br />

quin<strong>di</strong> i meno evoluti, e risultano costituite<br />

da specie annuali spesso a mosaico con<br />

praterie, garighe o formazioni igrofile, andando<br />

a coprire sempre superfici molto ridotte.<br />

Formazioni ripariali e aree umide. Lungo i fiumi<br />

e i torrenti più importanti è possibile inquadrare<br />

una successione vegetazionale tipica che inizia<br />

con comunità idrofitiche ed elofitiche nelle aree<br />

perennemente sommerse, prosegue con formazioni<br />

pioniere a salici arbustivi (Salix purpurea e<br />

S. eleagnos) e, in ultimo, le comunità legnose più<br />

mature con in<strong>di</strong>vidui arborei <strong>di</strong> Populus nigra, P.<br />

alba e Salix alba. Nell’area dei laghi <strong>di</strong> Chiusi<br />

e Montepulciano troviamo comunità acquatiche<br />

con elofite <strong>di</strong> grande taglia (Phragmites australis,<br />

Carex sp. pl., Sparganium erectum) con, alle<br />

spalle, soprassuoli colonizzati da specie arbustive<br />

a carattere fortemente igrofilo dominate da<br />

Salix cinerea, e comunità arboree a dominanza<br />

<strong>di</strong> Salix alba e <strong>di</strong> Populus nigra.<br />

A queste tipologie si aggiungono le formazioni<br />

vegetali che si sviluppano in corrispondenza o<br />

come conseguenza dell’attività umana; si tratta<br />

ad esempio dei bor<strong>di</strong> stradali, incolti (aree agricole<br />

abbandonate), margini <strong>di</strong> coltivi o zone a<br />

forte antropizzazione come aiuole e giar<strong>di</strong>ni<br />

pubblici. Questi ambienti, benchè poco naturali,<br />

rappresentano per le <strong>orchidee</strong> uno degli habitat<br />

<strong>di</strong> elezione.<br />

Base cartografica<br />

La cartografia utilizzata nel presente <strong>Atlante</strong> per<br />

definire la <strong>di</strong>stribuzione <strong>delle</strong> <strong>di</strong>verse specie è la<br />

stessa degli Atlanti degli Anfibi e dei Rettili <strong>della</strong><br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Siena</strong>; essa corrisponde al reticolato<br />

UTM dei quadrati <strong>di</strong> 10 Km <strong>di</strong> lato (le cosiddette<br />

“particelle nazionali”), ormai standar<strong>di</strong>zzato<br />

a livello europeo per numerosi lavori <strong>di</strong> cartografia<br />

faunistica (Piazzini et al., 2005; 2010). Il<br />

reticolato UTM (Universal Transverse Mercator) è<br />

un sistema <strong>di</strong> rappresentazione <strong>di</strong> quasi tutta la<br />

superficie terrestre in 60 fusi e in 20 fasce; i fusi<br />

sono in<strong>di</strong>cati con un numero, le fasce con una lettera.<br />

L’incrocio <strong>di</strong> un fuso con una fascia si <strong>di</strong>ce<br />

zona. L’Italia è compresa nei fusi 32-33-34 e<br />

nelle fasce S e T, e quin<strong>di</strong> nelle zone 32S-32T-<br />

33S-33T-34S-34T. Poiché le zone risultano troppo<br />

estese è necessario sud<strong>di</strong>viderle in porzioni<br />

più piccole, applicando sopra ogni zona un reticolato<br />

a maglie quadrate <strong>di</strong> 100 Km <strong>di</strong> lato, in<br />

cui ogni quadrato è contrad<strong>di</strong>stinto da una coppia<br />

<strong>di</strong> lettere. Le particelle nazionali, utilizzate<br />

per aree piuttosto piccole come il territorio provinciale,<br />

sono pertanto identificate dalle coor<strong>di</strong>nate<br />

<strong>della</strong> zona, cui si fa seguire la coppia <strong>di</strong> lettere<br />

maiuscole del quadrato <strong>di</strong> 100 Km <strong>di</strong> lato

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